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padrone di casa e inquilino litigi
GTRES

Come cane e gatto, il rapporto tra padrone di casa e inquilino non è sempre idilliaco. Tra diritti e doveri da rispettare la “relazione” che si instaura da entrambe le parti è spesso una delicata e sottile linea rossa. Ma come se questo non bastasse sempre più spesso si aggiunge una terza variabile a mescolare le carte in tavola, ovvero le situazioni che si creano tra gli inquilini stessi e che possono portare a malcontenti e litigi, fino ad arrivare al mancato pagamento dell’affitto. Ecco le tre situazioni che creano più tensione tra inquilini e padroni di casa.

Secondo l’osservatorio sugli affitti di Zappyrent, sono tre le situazioni che generano i maggiori conflitti tra inquilini e padroni di casa e sono legate a:

Età degli inquilini

A età diverse corrispondono ritmi di vita, esigenze e necessità differenti. “Alla luce di questo è sempre sconsigliato affittare casa a inquilini con un delta di età tra loro troppo ampio, come per esempio lavoratori e studenti. In questo caso è matematico che, se non subito, ma nel medio-lungo periodo, i diversi orari dei due inquilini andranno a scontrarsi”, commenta Lino Leonardi, CEO e cofounder di Zappyrent. Ma non solo, anche le dimensioni dell’alloggio è bene tenere conto, infatti a parità di canone d’affitto, se la casa ha dimensione ridotte meglio affittare a una coppia che a due inquilini diversi, che si troverebbero a vivere con poco spazio a disposizione. “Dalle nostre ricerche in media il contratto con una coppia dure almeno 3 volte tanto quello di due co-inquilin”, nota Leonardi.

Animali domestici

Altro punto dolente purtroppo è la questione legata agli animali, infatti, mentre da un lato le case pet-friendly sono sempre più richieste, dall’altra di pari passo sono in aumento i litigi legati proprio a questo aspetto. Soprattutto in case di dimensioni ridotte meglio accettarli solo se c’è il benestare di tutti gli inquilini.

Reddito degli inquilini e rischio morosità

Al netto dei litigi ci sono poi alcuni parametri che sarebbe meglio tenere presente prima di affittare per non dover poi correre ai ripari in seguito come stipendio, tipologia di contratto, settore di impiego e stagionalità.

“Per fare in modo che l’affitto sia sostenibile, il reddito dell’inquilino dovrebbe essere almeno il doppio del canone – sottolinea Leonardi. - Inoltre con la pandemia sono nati altri elementi valutativi a cui un privato magari non pensa o non ha modo di valutare: il settore in cui lavora l’affittuario è un parametro da non sottovalutare, alcuni settori infatti sono più impattati da eventuali restrizioni dovute al Covid o alla stagionalità dell’impiego ad esempio. Ci sono poi alcuni altri parametri che per un locatario sarebbero troppo onerosi che noi abbiamo inserito nel nostro processo valutativo dell’inquilino, l’accesso al database dei cattivi pagatori e quello dei dati bancari sui finanziamenti aperti, solo per citarne alcuni. Ma nonostante tutto questo c’è un paradosso nel mondo degli affitti, ed è che all'aumentare degli inquilini diminuisce il rischio di morosità, questo perché ci sono più garanti ‘obbligati legalmente’ a pagare per non incorrere in cause di sfratto, anche se poi possono esserci d’altro canto più possibilità di litigi tra gli stessi.”

 

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