Fin dove può spingersi “la curiosità” del Fisco e della banca senza ledere il diritto alla riservatezza di ciascun cittadino correntista? È il dilemma che da qualche tempo ha preso corpo nel nostro Paese, dato che le certezze acquisite nei decenni hanno cominciato a vacillare. Soprattutto perché l’evoluzione della tecnologia consente oggi di tracciare quasi tutte le transazioni di denaro. Una necessità per combattere il cancro dell’evasione fiscale (stimata da diverse fonti tra il 15 e il 18% del Pil italiano, cioè della ricchezza prodotta ogni anno nel nostro Paese), ma che va esercitata in un perimetro ben definito per evitare che sfoci in abusi