
La dichiarazione dei redditi (comunemente chiamata anche 730) rappresenta un obbligo fiscale fondamentale per i cittadini italiani, necessario per comunicare al fisco i propri redditi e determinare l'eventuale imposta dovuta. Bisogna specificare che, però, non tutti sono obbligati alla presentazione annuale del 730.
Per esempio, può capitare che un contribuente non adempia all’obbligo amministrativo perché esonerato, come nel caso di chi ha un reddito da lavoro dipendente sotto certe soglie o una pensione bassa. Ma che succede se non si fa il 730, o nella peggiore delle ipotesi, se non lo si è mai presentato?
Dichiarazione dei redditi non presentata: cosa si rischia?
Può capitare che un contribuente, solitamente esonerato dall'obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, perda tale diritto a partire da un determinato momento senza esserne consapevole, trovandosi quindi tenuto a presentarla. Per fare ciò si hanno a disposizione due modelli: il modello 730, riservato a pensionati e lavoratori dipendenti, e il modello Redditi, utilizzato principalmente dai lavoratori autonomi con Partita IVA, ma accessibile anche agli altri contribuenti. Entrambi i modelli prevedono scadenze differenti.
Quest’anno, entro il 30 settembre 2025 deve essere inviato il Modello 730, mentre la scadenza generale per la dichiarazione dei redditi è fissata al 31 ottobre 2025; dunque, se una persona tenuta a presentare la dichiarazione dei redditi non ha inviato il modello 730 entro il 30 settembre, può comunque adempiere al proprio obbligo dichiarativo presentando il modello Redditi entro il 31 ottobre. Pertanto, se la scadenza del 30 settembre non era determinante per la dichiarazione omessa o tardiva, la scadenza del 31 ottobre diventa il termine ultimo di dichiarazione annuale del reddito nei termini previsti senza incorrere in sanzioni. In caso contrario, per i ritardatari, si corre il rischio di sanzioni anche piuttosto salate.

Non ho mai presentato la dichiarazione dei redditi: i rischi
Se per svariati anni non si è mai presentata la dichiarazione dei redditi pur essendone obbligato, l’Agenzia delle Entrate può rilevare l’omissione in caso di controlli, applicando sanzioni significative: nel caso di imposte dovute la multa varia dal 120% al 240% dell’importo non versato, con un minimo di 250 euro. Nel caso non ci fossero state imposte da pagare, la sanzione oscilla tra 250 e 1.000 euro.
Nei casi più gravi, quando l’imposta evasa supera i 50.000 euro, la violazione diventa un reato penale, punibile con la reclusione da un anno e sei mesi fino a quattro anni. Tuttavia, i controlli fiscali possono riguardare solo i cinque anni precedenti, il che significa che trascorso tale periodo, l’anno d’imposta precedente non può più essere contestato.
Come rimediare alla dichiarazione non presentata?
Nel caso ci si accorga di non aver presentato la dichiarazione dei redditi e si voglia evitare di andare incontro a sanzioni, è possibile muoversi prima che parta un accertamento. Il ravvedimento operoso consente di regolarizzare la propria posizione presentando dichiarazioni tardive e versando sanzioni ridotte, interessi e, se necessario, le imposte dovute. L’entità della sanzione dipende dalla tempestività dell’intervento: quanto prima si agisce, tanto minore sarà la penalità.
Per correggere omissioni relative ad anni precedenti, è possibile presentare una dichiarazione integrativa entro il quinto anno successivo alla scadenza della dichiarazione originaria. Questo consente di sanare la situazione, evitando sanzioni più elevate o, nei casi più seri, come visto in precedenza, conseguenze di natura penale.

Quando scatta l’obbligo dichiarativo del 730?
Di solito, chi percepisce un reddito superiore a determinate soglie o ha tipologie da un sostituto di imposta (come il datore di lavoro) deve presentare la dichiarazione dei redditi annualmente. L'obbligo nel presentare la dichiarazione riguarda sia i lavoratori dipendenti che superano i limiti di esenzione, sia i titolari di Partita IVA, lavoratori autonomi o professionisti, i quali utilizzeranno il modello Redditi.
In altri casi, come per un singolo reddito da abitazione principale o per redditi da lavoro dipendente molto bassi già tassati alla fonte, non è necessario presentare la dichiarazione dei redditi. Il problema sorge quando un contribuente, inizialmente esonerato, inizia a percepire ulteriori redditi che lo rendono soggetto all’obbligo dichiarativo, oppure quando, pur essendo stato obbligato fin dall'inizio, non ha mai provveduto a presentare la dichiarazione. Spesso l’errore viene scoperto solo dopo diversi anni.
Per evitare di trovarsi in situazioni spiacevoli, si consiglia dunque di informarsi ogni anno circa le soglie di scadenza e sui requisiti per presentazione della dichiarazione dei redditi. In caso di dubbio, è consigliabile consultare un professionista o un centro di assistenza fiscale. Capire con certezza l’obbligo dichiarativo è il primo passo per prevenire dimenticanze con conseguenti sanzioni costose e, nei casi peggiori, potenzialmente dannose.
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