
Il settore immobiliare si è già lasciato alle spalle il peso della pandemia e sta emergendo come uno dei grandi vincitori post covid. Almeno così la vedono gli esperti che hanno partecipato al sondaggio condotto da Natixis Investment Managers. Secondo l'ente francese, praticamente tre su quattro consultati (tra manager, strateghi ed economisti) ritengono che il settore immobiliare sarà uno dei settori che uscirà più forte dalla crisi del coronavirus in termini di investimenti. In particolare, a crederlo è il 74% degli intervistati.
Davanti al settore immobiliare ci sono altri comparti come quello tecnologico (88%), sanitario (83%), ambientale, sociale e come quello degli investimenti di governance (ESG con il 76%). In ambito immobiliare, Natixis sottolinea che un altro dei risultati più evidenti dell'indagine è il mantenimento dello smart working e il ritardo nel rientro negli uffici.
In merito ai rischi previsti per i prossimi mesi, gli esperti non ne rilevano nessuno in particolare, ma raccomandano agli investitori di restare attenti a fattori come l'inflazione, l'evoluzione delle varianti del Covid-19, le tensioni tra Cina e Stati Uniti, le questioni commerciali, i rischi geopolitici, le valutazioni degli asset e le decisioni che possono prendere le banche centrali.
Su scala globale, la chiave sarà la Federal Reserve statunitense, le cui politiche influenzano non solo la prima potenza mondiale, ma anche le economie emergenti. In tal senso, viene spiegato che "di tutti i fattori che potrebbero influenzare l'andamento del mercato nella seconda metà del 2021, chi pianifica le strategie ritengono che i movimenti della Federal Reserve siano i più importanti. Le prospettive dei mercati emergenti nella seconda dipendono anche dalla Fed", poiché la "redditività straordinaria dei mercati emergenti dipende dalla stabilità del dollaro e dalla stabilità dei tassi".
Gli esperti consultati da Natixis ritengono essenziale che l'inflazione sia temporanea per non ostacolare la ripresa e che il governo federale mantenga una politica fiscale espansiva. Tuttavia, e nonostante il rischio di un rimbalzo dell'inflazione sia sul tavolo, l'ente francese ricorda che il rialzo ha una spiegazione. "I consumatori sono appena usciti dal confinamento e stanno nuotando nell'abbondanza, liquidità a cui vanno aggiunti i colli di bottiglia della filiera", viene spiegato.
Inoltre, tutto indica che le banche centrali saranno flessibili nel prendere decisioni basate sull'evoluzione dell'inflazione. Nel caso dell'area euro, ad esempio, la Bce ha cambiato storicamente i suoi obiettivi per evitare un ritiro anticipato dello stimolo e il mercato ipotizza che i tassi di interesse potrebbero rimanere ai minimi storici attuali per almeno due anni ancora. Natixis, infine, afferma che la ripresa economica si attenuerà a poco a poco, anche se il ritmo continuerà ad essere molto favorevole per i profitti aziendali.
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