
Qual è stato l’impatto della pandemia sul mercato immobiliare italiano, quale quello sui modi di lavorare e di abitare e, di conseguenza, su quali settori del real estate è bene puntare oggi? A queste ed altre domande ha risposto il summit di DLA Piper “Quo vadis Italia?”
Il futuro degli uffici dopo il covid
Secondo quanto rilevato, operatori di mercato, investitori e addetti ai lavori individuano in residenziale e logistica i segmenti su cui puntare. Secondo Sabrina Reeves, Global Chief Economist & Head of Europe Research, CBRE Global Investors, sono due gli elementi interessanti nello scenario post pandemia nel settore real estate.
In primis, l’Europa continentale e specificamente l’Eurozona sembrano ben posizionate, e più attraenti rispetto ad aree come UK e USA. Due le ragioni: l’uscita positiva dal periodo pandemico e la posizione ancora accomodante della Banca Centrale Europa, soprattutto rispetto a una Federal Reserve che ha iniziato il percorso di irrigidimento delle sue politiche monetarie.
Il secondo riguarda uno specifico asset sul quale si è molto discusso negli ultimi mesi: gli uffici e il valore di una sede fisica. La pandemia, infatti, ha completamente mutato gli scenari macroeconomici in questo senso: il valore degli uffici, oggi, non dipende più dalla loro posizione geografica, ma dalla necessità del settore di appartenenza di avere una location fisica. In questo modo, dunque, sono spiegabili i bassi rendimenti che portano gli uffici in fondo alla classifica degli asset di investimento a livello immobiliare.
I trend del real estate dopo il coronavirus
Tra le tendenze individuate per il dopo pandemia, eccone alcune settore per settore
- Residenziale e logistica: la pandemia non ha mutato, ma rafforzato trend preesistenti nel settore immobiliare. Residenziale e Logistica sono le asset class del futuro: in termini di volumi di transazioni globali, il settore della logistica ha prodotto 99,132 miliardi di dollari nel primo semestre 2021 contro i 163,39 dell’intero 2020, mentre il residenziale 115,092 miliardi nel primo semestre 2021 contro i 200,902 nel 2020;
- Uffici: Gli uffici sono la grande incognita sia a livello globale che in Italia dove si è registrato un volume di transazioni molto inferiore: se il 2020 ha registrato 3,552 miliardi di euro in volumi, il primo semestre 2021 si è fermato a 884 milioni. Dai panel è emerso, però, che ricoprono una certa rilevanza anche uffici di qualità soprattutto in città come Milano e Roma e il Sud Europa dove c’è ancora un delta tra domanda e offerta;
- Retail e Hotel: Anche l’Alberghiero rappresenta un’importante opportunità per dimensione delle singole operazioni, mentre il Retail era in sofferenza anche nel periodo pre-Covid e ha subito un forte impatto dalle chiusure forzate e dalla crescita dell’ecommerce. Nonostante bassi volumi negli ultimi 9 mesi, grocery e retail park sono asset che vedranno una crescita, così come gli outlet trainati dalla componente leisure.
Investimenti immobiliari in Italia
In Italia, secondo quanto emerso, il risparmio privato è una risorsa enorme e non sfruttata per il real estate, che non è visto come investimento finanziario. Il patrimonio immobiliare italiano necessita di un’importante opera di ammodernamento, data l’età media degli edifici, naturalmente anche con un focus in termini di ESG, fino a portarlo a livelli europei. L’aumento dei prezzi delle materie prime relative alla ristrutturazione edilizia causa delle importanti difficoltà. Maggiore propensione al rischio invece da parte degli investitori, derivante anche dalla necessità di allocare capitale.
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