
Il patrimonio immobiliare italiano di pregio e la sua trasformazione per farlo diventare una risorsa decisiva per il Paese è stato il tema attorno al quale si è sviluppato il convegno “Il valore del bello”, organizzato da Sidief in collaborazione con Banca d'Italia. Un evento che ha acceso i riflettori sulla grande ricchezza presente sul territorio nazionale e la cui valorizzazione può rappresentare un’importante opportunità non solo economica e di rigenerazione urbana, ma anche di riqualificazione ambientale, sociale e culturale.
Nel corso del convegno è stata presentata la ricerca “Il valore del bello”, a cura di Mario Breglia, presidente Sidief ed Ezio Micelli, professore ordinario di Estimo e Valutazione economica del progetto Università IUAV di Venezia. Una ricerca in cui è stato evidenziato il fatto che la bellezza delle città e dei paesaggi italiani è indiscutibile e riconosciuta, nonostante ciò il Paese investe ancora poco sul suo incredibile patrimonio.

Nel presentare la ricerca, il presidente Sidief ha spiegato che “in Italia un quarto del patrimonio immobiliare, residenziale e non residenziale, è di pregio e vale quasi 1500 miliardi di euro. Si tratta di un asse portante del Paese, che deve essere tutelato e valorizzato”.
In particolare, Breglia ha sottolineato: “Gli edifici residenziali costruiti prima del 1918, che costituiscono ‘il bello’ dell’immobiliare presente in Italia sono più di 1,8 milioni, pari al 15% del totale nazionale, per una consistenza di oltre 1,2 miliardi di metri quadri, circa il 30% del totale Italia, e un valore totale di 1.310 miliardi di euro, il 24,5% del valore totale italiano”. E ha aggiunto: “Ma la bellezza del real estate nel nostro Paese non si esaurisce qui. Ci sono anche quasi 13mila tra castelli, palazzi e immobili di pregio non residenziali (il 4% del totale italiano), di cui la maggior parte, oltre 8mila, di proprietà pubblica, 2.500 di privati e più di 2mila di grandi proprietari (assicurazioni, banche, enti previdenziali privati, fondazioni di origine bancaria e fondi immobiliari), che occupano di più di 47 milioni di metri quadri (6% del totale), e hanno un valore di 185 miliardi di euro (il 17% del totale italiano), di cui 88 miliardi appartenente a grandi proprietari, 73 a privati e 24 al pubblico”.
Il patrimonio immobiliare italiano di pregio è un patrimonio di grande valore, ha evidenziato Breglia, non solo economico, ma sociale, ambientale. E’ nostro dovere preservarlo per le generazioni future”.
E ci sono esempi che testimoniano proprio come sia possibile valorizzare e trasformare il patrimonio immobiliare italiano di pregio con l’obiettivo di rigenerarlo e arricchirlo, facendolo diventare una risorsa decisiva per lo sviluppo del Paese. Uno di questi esempi è stato illustrato da Carola Giuseppetti, consigliere e direttore generale Sidief. Si tratta del progetto di recupero del palazzo storico in via Carlo Felice, a Roma. Un caso che ha visto operatori pubblici e privati scommettere e investire in arte e cultura.
Nello specifico, il progetto di recupero dello storico immobile nel quartiere San Giovanni, a Roma, in via Carlo Felice, 69, di proprietà Sidief, ha rappresentato un’importante operazione per la città di Roma, in cui pubblico e privato hanno collaborato. In merito, Giuseppetti ha detto che si tratta di “una bella storia per la nostra città, un progetto iniziato con la liberazione dell’immobile a inizio 2019, senza uso della forza pubblica”. Il consigliere e direttore generale Sidief ha quindi spiegato: “Per le famiglie che vivevano all’interno dell’edificio, radicate e conosciute nel quartiere, abbiamo proposto fin da subito una sistemazione alternativa: sono state messe a disposizione da Sidief e da Enti pubblici nuove case nel quartiere e in altre zone della Capitale. Subito dopo la liberazione sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza e ristrutturazione completa dell’edificio di circa 4.500 metri quadrati su sei piani. Il progetto prevede più di 50 nuove abitazioni per giovani abitanti, con soluzioni innovative. Una bella storia a lieto fine: una parte di città storica riconquistata al bello e un importante progetto di valorizzazione per la Sidief”.
Nel corso del convegno sono stati presentati altri casi di valorizzazione, come quello della Galleria Umberto I di Napoli. Ma non solo. Alessandro Corte Rappis, Head of Asset Management & Letting Italy Northern Area Generali Real Estate, ha presentato gli esempi di valorizzazione e recupero di Palazzo Bonaparte a Roma e delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia. Si è poi parlato dei progetti milanesi City Life e Porta Nuova, che hanno messo in luce la possibilità di trasformare le città che conosciamo con nuovi interventi.
Intervenendo al convegno, Manfredi Catella, founder & ceo di Coima, ha posto l’accento sull’importanza oggi del tema della bellezza e sulla grande sfida rappresentata dalla ricerca di un modello equilibrato, ossia di un equilibrio tra profitto, ambiente e persone. Le parole d’ordine sono riuso edilizio, connessione delle città e riqualificazione. La grande sfida di oggi è rigenerare questo Paese.
Parlando del progetto di Porta Nuova, Catella ha sottolineato: “Porta Nuova ha avuto un ruolo molto importante. Nel 2000 Milano non era la città che è oggi. Porta Nuova ha creato una discontinuità culturale. La grande sfida è creare questa discontinuità culturale a livello di Paese e Roma non può essere assente”. Ma quale può essere il modello di sviluppo a Roma? In merito, Catella ha spiegato di non credere in un modello unico e ha poi sottolineato: “Roma è una città storica. La bellezza in cui Roma si esprimerà sarà molto probabilmente ancorata all’esistente”. E ha evidenziato la necessità di un’amministrazione competente e di un’agenda comune tra amministrazione e soprintendenza.
Tanti i temi emersi nel corso del convegno, che ha offerto l’occasione per riflettere sulla possibilità di abitare la bellezza e sulle opportunità offerte dal Paese, in un momento in cui ci sono tra l’altro in gioco le risorse del Pnrr. Come indicato dalla ricerca, “abitare il nostro patrimonio e la nostra bellezza rappresenta una sfida non priva di rischi, riusare la città esistente, intervenire sul patrimonio rendendolo adeguato alle funzioni e agli stili di vita attuali comporta impegni e rischi tutt’altro che trascurabili”, ma ci sono esempi che dimostrano “come non sia affatto impossibile intraprendere un percorso capace di trasformare un sistema complesso quale è il nostro patrimonio con altrettanta complessità, con altrettanta cultura, al fine di rigenerarlo e di arricchirlo di nuovi contenuti”. Gli obiettivi da perseguire sono molteplici, non si punta solo alla rendita, ma si cerca di dare vita a “soluzioni progettuali capaci di tenere insieme in modo virtuoso le dimensioni della qualità progettuale, della sostenibilità ambientale e della coesione sociale”.
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