
Tra gli investimenti immobiliari il segmento multifamily si avvia ad essere, da asset alternativo, a scelta sempre più centrale per i capitali. Uno studio di Savills individua i motivi e i trend che rendono questa tipologia immobiliare sempre più appetibile.
Gli investimenti in immobiliare commerciale e residenziale, second quanto rilevato da Savills, nel 2020 sono stati pari a 257 miliardi di euro in Europa, con un aumento del 18% sul 2019 ma in calo dell’8,5% sulla media degli ultimi cinque anni. Il multifamily in particolare è stato il secondo settore più attivo, con 46 miliardi di euro investiti.
In Danimarca la quota di investimenti in questo segmento ha raggiunto il 53%, in Olanda il 39%, in Svezia il 28% e in Finlandia il 18%, a dimostrazione di come questo tipo di asset stia sempre più prendendo piede soprattutto nel nord Europa ma non solo. Anche in Spagna ad esempio si raggiunge il 29% delle transazioni con oggetto degli asset multifamily.
In particolare la Germania da sola convoglia il 40% degli investimenti europei totali in questa tipologia immobiliare nel 2020, mentre l’Olanda segue a grande distanza con un 15% della quota di mercato europeo.
Che gli asset multifamily stiano diventando sempre più diffusi e richiesti, tuttavia, lo dicono anche i dati sui rendimenti, che nel 2020 hanno raggiunto i minimi del 3,24%.
I fondamentali che reggono il settore sono legati prima di tutto alle sue caratteristiche difensive dato il momento storico. Il fabbisogno abitativo è un bisogno primario, rimasto tale anche durante la pandemia e se possibile divenuto anche più importante. La domanda di affitti è salita in questo periodo di incertezza economica in cui, a livello europeo, la possibilità di acquisto non è più così certa.

L’aumento della domanda di affitti si accompagna ad una scarsità di offerta di prodotto che ha causato un aumento dei canoni, soprattutto in Germania.
Tra le tendenze create dal covid, la necessità di residenze anche in zone suburbane ma ben connesse, vicine a spazi verdi e servizi alla ricerca dell’equilibrio tra benessere e vita privata e lavorativa, un equilibrio che possibilmente permanga anche dopo la pandemia.
Un altro tema è quello della necessità di alloggi a prezzi accessibili, dato l’impatto negativo che il coronavirus sta avendo sull’occupazione e i salari con conseguente impossibilità di permettersi canoni di affitto eccessivi. In un mondo in cui i canoni di affitto sono spinti in alto, alla luce delle considerazioni espresse più sopra, chi riuscirà a servire una fetta di popolazione alla ricerca di alloggi di qualità ma a prezzi calmierati si assicurerà una buona quota di mercato, che si tratti di enti pubblici o privati.
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