
Gli alloggi per studenti sono ancora considerati un mercato emergente nel panorama immobiliare italiano, ma in forte crescita in termini di appetibilità. L’analisi di Re/Max Italia e Avalon Real Estate.
Domanda e offerta di studentati in Italia
L’Italia è una meta ambita per il prestigio delle sue università, che possono contare su un elevato numero di studenti: circa 1,8 milioni si sono immatricolati durante l’anno accademico 2019/2020. Nonostante la pandemia, le iscrizioni nelle università nell’anno 2020/2021 sono cresciute in modo significativo: gli studenti in ingresso sono aumentati del 7% nel complesso.

Gli studenti italiani a tempo pieno sono circa 1,7 milioni a cui si aggiungono gli oltre 100.000 studenti internazionali che vi si recano anche solo per brevi periodi di studio attraverso i programmi Erasmus e che crescono consistentemente di anno in anno. Nonostante questi importanti numeri, paragonabili a quelli del Regno Unito, tuttavia, l’Italia conta solamente 64 mila alloggi e posti letto appositamente sviluppati per studenti. Il 66% di questi sono residenze regionali ai sensi del DSU (Diritto allo Studio Universitario); il 22% sono posti letto gestiti da operatori privati, il 7% sono alloggi per studenti privati e pubblici legalmente riconosciuti, mentre il restante 5% sono posti letto gestiti direttamente dalle università.
Gli alloggi per studenti sono quindi ancora considerati un mercato emergente nel panorama immobiliare italiano, ma in forte crescita in termini di appetibilità. Le operazioni di investimento registrate sono principalmente correlate alla trasformazione del patrimonio immobiliare esistente in alloggi per studenti, come testimonia la recente acquisizione a Torino dell’ex Villaggio Olimpico che verrà riconvertito e destinato ad alloggi sociali, alloggi per studenti e alloggi temporanei. L’attività di sviluppo è intensa: sono in cantiere circa 20.000 posti letto la cui realizzazione è prevista entro il 2024.
Investimenti in alloggi per studenti in Italia
La tendenza italiana è quella in cui investitore, sviluppatore e gestore spesso si identificano nello stesso operatore. La maggior parte delle iniziative è proposta direttamente dagli stessi investitori privati che poi si occupano dello sviluppo e della gestione delle strutture. Questo può avvenire o direttamente o attraverso società collegate o controllate. Nei casi invece in cui l’apporto di capitale provenga da investitori istituzionali pubblici o misto pubblico-privati (tra cui si possono annoverare MIUR, INPS e CDP) questo avviene indirettamente attraverso fondi di investimento gestiti da società di gestione del risparmio.
La domanda crescente di soluzioni abitative di qualità alimentata dalla carenza di immobili in locazione per studenti ha permesso a questo segmento di attrarre un volume sempre più consistente di investimenti. Il mercato dello student housing viene inoltre favorito da una normativa più tutelante dal lato del locatore a differenza di altre tipologie di contratto che regolano il mercato del residenziale in locazione.
Altro elemento caratterizzante rispetto ai segmenti tradizionali consiste nella diversificazione delle location: ciò consente al capitale di non con centrarsi esclusivamente nei grandi centri metropolitani ma di confluire anche verso città medie (come Bologna, Firenze e Torino) fino ad arrivare a città minori (come Pisa e Padova) dove sono ubicate prestigiose università. Dai dati raccolti si evince che il rendimento atteso netto è nell’ordine del 3,5%-5%, dunque competitivo rispetto al residenziale tradizionale.
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