L'opera cinematografica approfondisce il mondo dell'architettura, in una narrazione avvincente sull'architetto immaginario László Tóth.
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Adrien Brody, na cerimónia dos Óscares 2025 Getty images
Leonor Santos

Adrien Brody ha brillato ancora una volta agli Oscar, vincendo la statuetta come miglior attore per la sua interpretazione in "Il brutalista", 22 anni dopo la sua vittoria con "Il pianista". Il film, che scava nel mondo dell'architettura e del potere, presenta una narrazione avvincente sull'architetto immaginario László Tóth, un creatore talentuoso e resiliente, formatosi nel Bauhaus, la cui vita cambia drasticamente quando emigra dall'Europa negli Stati Uniti nel dopoguerra.

Secondo AD Magazine, "The Brutalist" si distingue come una delle poche opere cinematografiche a mettere al suo centro l'architettura, esplorando l'estetica del brutalismo attraverso la storia del protagonista. Il viaggio di László Tóth diventa ancora più intenso quando incontra il multimilionario Harrison Lee Van Buren, interpretato da Guy Pearce, un incontro che cambia il corso della sua carriera e della sua vita personale.

Nonostante il realismo della narrazione, il regista ha confermato alla pubblicazione spagnola che la storia di 'The Brutalist' è fittizia. Tuttavia, l'architetto László Tóth si è ispirato a tre figure inevitabili del XX secolo: Marcel Breuer, Louis Kahn e Paul Rudolph. Questa fusione di personalità reali con una trama immaginaria ha creato un protagonista credibile e storicamente rilevante.

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Adrien Brody, Sylvia Plachy, Elliot Brody e Georgina Chapman Getty images

Per garantirne l'autenticità, il regista ha consultato lo storico dell'architettura Jean-Louis Cohen, specialista in progettazione e costruzione durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua opera "Architecture in Uniform: Designing and Building for the Second World War" è servita come riferimento fondamentale per la costruzione della narrativa e dell'estetica del film. “Il personaggio è stato scritto e concepito magistralmente. L'ho sentito subito nella sua pelle", ha detto Adrien Brody alla stampa.

O Brutalista
Brody e Corbet, ator e diretor, durante a estreia Getty images

Per ricreare gli edifici progettati dal protagonista, "The Brutalist" ha utilizzato l'intelligenza artificiale. Nella sequenza finale del film, che presenta una retrospettiva della carriera di László Tóth alla Biennale di Venezia, alcuni degli edifici esposti sono stati generati dall'intelligenza artificiale. I disegni sono stati successivamente elaborati da un artista, garantendo un equilibrio tra innovazione tecnologica ed espressione artistica tradizionale.

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