
Realizzato con il sostegno di fondazione cariplo e con il patrocinio del comune di Milano, “prendi in casa uno studente” è un progetto dell’associazione Megliomilano che favorisce l'incontro e la coabitazione tra giovani universitari non residenti e pensionati autosufficienti. A parlarne a idealista news è la responsabile del progetto Elida Massone
Domanda: come e quando è nato il progetto?
Risposta. Prendi in casa uno studente ha preso il via nel 2004 da una serie di analisi condotte nei due anni precedenti da Megliomilano sul contesto milanese, che ha registrato la presenza, da un lato, di un alto numero di studenti fuori sede alle prese con la ricerca di case in affitto, spesso troppo care, e dall’altro, di un elevato numero di residenti over 60 (oggi circa 400.000) che vivono soli. Si è pensato quindi di far incontrare queste due realtà per cercare di trovare una soluzione al disagio abitativo di tanti universitari (e non) grazie all’uso di alloggi già esistenti, combattendo allo stesso tempo la solitudine di persone non più giovani
D. Quante persone si sono rivolte a voi nel corso di questi anni?
R. Dal via del progetto ci hanno contatto circa 6000 persone, il 78 delle quali è costituto da studenti o lavoratori in cerca di un alloggio (il 20% dei quali, stranieri) e il restante 22% da pensionati disposti a offrire una sistemazione. Esiste ancora una forte differenza tra domanda e offerta per la naturale diffidenza che possono avere gli over 60 o i parenti all’idea di ospitare qualcuno in casa. Per questo l'associazione si impegna a selezionare persone che siano compatibili tra loro
D. Come avviene il contatto con l'associazione?
R. Fin dall'inizio abbiamo stipulato un accordo con le università e siamo presenti nelle pagine del diritto allo studio delle stesse. Tanto per gli studenti come per i pensionati funziona molto il passaparola, mentre per quest'ultimi abbiamo avuto un grande aiuto, soprattutto nella fase di avvio del progetto, dai medici di base. Adesso puntiamo molto sul protocollo di intensa firmato con il comune di Milano perché il nostro progetto, già abbastanza conosciuto in città, possa ricevere un'ulteriore promozione
D. Qual'è il profilo tipo dei partecipanti al progetto?
R. Per quanto riguarda i pensionati, si tratta soprattutto di donne, over 60, che vivono sole con la pensione di reversibilità. Sono tutte persone autosufficienti, perché qui non si tratta di fornire assistenza ma solo alloggio e reciproca compagnia. In genere cerchiamo di formare coppie con persone dello stesso sesso, a meno che non ci siano specifiche richieste. Ad esempio, se una signora ha già cresciuto figli o nipoti maschi e preferisce avere in casa un ragazzo
D. E gli studenti?
R. I ragazzi formano un mondo oltremodo variegato. Nel caso delle matricole spesso sono gli stessi genitori che ci contattano anche prima che terminino gli esami di maturità. Ma ci sono anche alunni di un master e un segmento di lavoratori. Noi diamo priorità agli studenti però c'è una certa flessibilità soprattutto nel caso di lavori socialmente utili, come insegnanti, professori o infermieri
D. E come avviene la selezione delle possibili coppie di conquilini?
R. Una volta che un pensionato si rivolge a noi perché è disposto a offrire alloggio, realizziamo un primo questionario telefonico, a cui fa seguito un colloquio dal vivo, dove spesso sono presenti anche i suoi parenti. Utilizziamo tutta una serie di strumenti, anche di tipo psicologico, per assicurarci di trovare un ragazzo che sia compatibile con la padrona di casa. Il criterio di compatibilità per noi è più importante di una possibile vicinanza all'ateneo di appartenenza o al luogo di lavoro
Una volta che le coppie si sono formate, portiamo avanti un monitoraggio continuo attraverso telefonate periodiche alla signora ed e-mail ai ragazzi
D. È previsto un rimborso per l'alloggio?
R. I ragazzi corrispondono mensilmente a chi fornisce alloggio un rimborso spese di 250-280 euro per le spese di luce, gas o acqua
D. Un bilancio del progetto
R. È sicuramente molto positivo. Dal 2004, solo 12 coppie su 600 si sono sciolte. I motivi riguardano soprattutto abitudini inconciliabili dei due coinquilini. Per questo è estremamente importante essere il più sinceri possibili durante i colloqui conoscitivi
In alcuni casi si è instaurato un rapporto di amicizia e di affetto tra i ragazzi e gli over 60. È il caso, ad esempio, di una mediatrice culturale di 50 anni che recentemente ha cambiato alloggio per questioni di vicinanza al luogo di lavoro, ma che una volta alla settimana visita la signora che vive nella casa dove si alloggiava in precedenza
1 Commenti:
Ottimo provvedimento. Nel 1964 quando mi recavo a Milano, quasi ogni 3 mesi, io abitavo in casa di una famiglia. Oggi sarebbe veramente straordinario perchè si allacciano nuovi rapporti di fiducia e aiuto alla crisi.
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