
L'accesso all'alloggio da parte dei giovani è una delle principali sfide immobiliari, politiche e sociali in Europa e in Italia in particolare. Nel corso degli anni, la percentuale di persone di età inferiore ai 35 anni che non riescono a mettere su casa a causa della mancanza di risorse economiche sta aumentando. Secondo l'ufficio di statistica Eurostat, nel 2021 in Italia il 53,7 per cento dei giovani tra i 25 e i 34 anni viveva con i propri genitori, rispetto al 46% registrato 10 anni prima.
Il problema è che l'età dell'emancipazione in ambito domestico è tra le più tardive e ha registrato una delle peggiori evoluzioni nell'ultimo decennio. In generale, i paesi nordici sono quelli con meno giovani lavoratori che vivono con i propri genitori, mentre le potenze dell'Europa centrale si trovano a metà della classifica. Nel sud dell'Europa, la situazione è più critica.
Nel 2021, secondo i dati di Eurostat, la Grecia è il paese che guida la classifica con il 60,7% della popolazione tra i 25 ei 34 anni che vive ancora in famiglia. Seguono il Portogallo con il 56,4% e l'Italia con il 53,7%. Il quarto dato peggiore della lista è quello della Spagna, con il 46% (equivalente a 1,047 milioni di giovani). Tutti superano di gran lunga la media dell'Unione Europea, che è del 30,5%.
Gli altri paesi analizzati hanno tassi molto più bassi. In Belgio, ad esempio, si limita al 20,9%, mentre in Francia i giovani che vivono con i propri genitori rappresentano il 15,3% del totale, e in Germania il 12,1%. Danimarca, Svezia e Finlandia registrano i migliori dati tra i principali paesi dell'UE, con una percentuale inferiore al 5%.
Se guardiamo all'evoluzione degli ultimi dieci anni, la lettura è la stessa: il sud dell'Europa è dove la percentuale di giovani che non si sono emancipati è aumentata di più. In questo caso, tuttavia, il Portogallo è il paese con l'aumento più evidente, quasi 12 punti percentuali tra il 2012 e il 2021, seguito dalla Grecia (9,1 punti), Spagna (8,8 punti) e Italia (7,7 punti).
Nel complesso dell'Unione Europea, il tasso è aumentato appena dello 0,4%, mentre in Svezia e in Germania è addirittura diminuito. La prima potenza continentale è stata quella con l'evoluzione più favorevole, con una riduzione del 5,2%.
Alloggi per i giovani, un problema nazionale
Il problema diffuso dell'accesso all'abitazione ha molteplici fattori dietro di sé. Tra di essi, la mancanza di risorse pubbliche destinate all'edilizia abitativa, la scarsa produzione di abitazioni dedicate negli ultimi anni o la precarietà lavorativa dei giovani, inclusa un'elevata disoccupazione.
Le proteste degli ultimi giorni da parte dei giovani studenti, condivise anche dai lavoratori, contro il caro affitti pone l'accento sulla necessità di fornire un gran numero di abitazioni in edilizia convenzionata che venga incontro alle esigenze di chi ha appena iniziato ad affacciarsi al mondo del lavoro, o sta ancora studiando. Il problema non riguarda infatti solo i gruppi più vulnerabili, per i quali la soluzione è l'edilizia abitativa pubblica.
Tra le misure considerate "necessarie e indispensabili" vi è l'accelerazione dello sviluppo di terreni destinati alla costruzione di nuove promozioni attraverso politiche urbanistiche più flessibili, la riduzione della gestione burocratica delle costruzioni per accelerare il rilascio delle licenze e la riduzione della fiscalità legata allo sviluppo di abitazioni accessibili.
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