Se ci si trova a vivere in un condominio, è necessario rispettare le regole condominiali sui rumori e sugli schiamazzi, in modo da non disturbare la quiete dei residenti
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Claudia Mastrorilli
Claudia Mastrorilli (Collaboratore di idealista news)

Uno degli aspetti principali in grado di causare controversie tra gli inquilini di un edificio riguarda le immissioni sonore e il mancato rispetto delle regole condominiali sui rumori. Di norma, infatti, ogni edificio con più di dieci residenti deve dotarsi di regolamento condominiale interno ove indicare, a propria discrezione, le disposizioni relative agli obblighi e ai diritti di ciascun condomino, comprese le specifiche regole condominiali sui rumori e gli orari da rispettare per garantire il silenzio.

In linea generale, in tali regolamenti, le restrizioni sul rumore in condominio prevedono specifici intervalli temporali ove è obbligatorio fare silenzio, vale a dire dalle ore 12:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 16:00 nonché, naturalmente, nelle ore notturne, dalle 22:00 alle 8:00 del mattino.

Vediamo, più nello specifico, quali sono le norme da seguire rispetto al regolamento condominiale sui rumori notturni e diurni, cosa accade se gli inquilini non rispettano tali disposizioni e, più in generale, cosa prevede il Codice civile ed il Codice penale sull’argomento.

La normativa di riferimento per i rumori in condominio

Chi risiede all’interno di un edificio si trova spesso a dover affrontare la convivenza con vicini rumorosi, i quali talvolta possono diventare fonte di grande fastidio. Ogni residente del condominio, infatti, ha le proprie necessità e abitudini quotidiane, che potrebbero far nascere dispute e dissensi e, in casi estremi, sfociare in vere e proprie controversie legali.

Per questo motivo risulta necessario essere a conoscenza di quelle che sono le regole condominiali sui rumori e sugli orari da rispettare per garantire pace e tranquillità nell’edificio. Le fonti normative di tali regole possono essere riassunte come segue:

  • norme contenute nel regolamento condominiale;
  • norme contenute nei regolamenti comunali;
  • il Codice civile e più precisamente il dispositivo dell’ 844 c.c.;
  • il Codice penale e più nello specifico il dispositivo dell’ 659 c.p.;
  • le regole del buon senso.

Quanto al primo punto, è bene specificare che, secondo quanto sancito dall’art. 1138 del Codice civile, gli edifici con almeno dieci residenti devono dotarsi di regolamento condominiale, un documento approvato dagli stessi abitanti dell’edificio entro il quale è possibile disciplinare l’utilizzo delle aree comuni, le norme obbligatorie e le specifiche regole condominiali sui rumori nonché la ripartizione delle spese, il mantenimento del decoro del palazzo e le modalità di amministrazione dell’edificio.

Il riferimento del Codice civile dell’art. 844, invece, sancisce che un individuo ha il diritto di richiedere la cessazione di rumori (immissioni sonore) quando tali rumori superano il limite della "normale tollerabilità". Questo principio consente al giudice di valutare ogni situazione in modo discrezionale in caso di dispute tra i membri del condominio, prendendo in considerazione fattori come l'intensità del rumore, la durata, l'orario in cui viene emesso e la necessità di emetterlo.

La discrezionalità conferita al giudice nella valutazione di questi criteri può portare a interpretazioni diverse della legge. Di conseguenza, in alcuni casi, la giurisprudenza ha stabilito che i rumori che superano i 5 decibel rispetto ai rumori di fondo durante il giorno e i rumori che superano i 3 decibel rispetto ai rumori di fondo durante la notte possono essere considerati inaccettabili.

Inoltre, esistono gli appositi regolamenti dei Comuni sulle attività rumorose che regolano la quiete cittadina e individuano le fasce orarie dedicate al silenzio, con riferimento, ad esempio, ai rumori per lavori e le regole condominiali generali in merito. Infine, per una spiegazione più approfondita dei riferimenti del buon senso e del dispositivo del Codice penale, si rimanda al terzo e all’ultimo paragrafo del presente articolo.

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Quali sono gli orari da rispettare per il silenzio?

Come già accennato, è il regolamento adottato dal singolo edificio a dover individuare le specifiche regole condominiali sui rumori notturni e diurni. Tuttavia, in linea generale, le fasce orarie da rispettare per il silenzio includono:

  • dalle ore 12:00 alle 13:00;
  • dalle ore 15:00 alle 16:00;
  • dalle ore 21/22:00 alle 8:00.

Naturalmente, ogni condominio è libero di stabilire specifiche regole condominiali sui rumori di bambini, elettrodomestici ed altre fonti di immissione sonora fastidiosa secondo quanto ritenuto opportuno e in riferimento alle esigenze specifiche dei residenti, compresa l’individuazione di eventuali norme nel regolamento condominiale sui rumori del bagno (ad esempio, scarichi del WC troppo rumorosi). 

Se ci si sta chiedendo quali sono le regole condominiali sui rumori per il sabato e la domenica, è bene sapere che, in genere, non differiscono di molto rispetto a quanto appena visto. Tuttavia, individuando delle apposite regole condominiali per i rumori di domenica e in osservanza delle regole comunali specifiche in merito (soprattutto rispetto ai rumori relativi ai lavori edilizi ed all’inquinamento acustico delle città), è possibile sancire alcune eccezioni e/o stabilire fasce orarie più restrittive, esattamente com’è possibile farlo per i giorni di festa.

Per facilitare ed incentivare il rispetto del vicinato per le fasce di silenzio, si potrebbe pensare di rendere disponibile il regolamento condominiale sui rumori con gli orari in PDF. In questo modo, ogni condomino potrebbe agevolmente consultare le decisioni relative alle fasce orarie scelte.

Quali sono i rumori molesti in condominio?

La soglia di tolleranza per i rumori può variare a seconda di diverse circostanze, in particolare l'orario, che può essere diurno o notturno. Infatti, quello che potrebbe essere un rumore del tutto accettabile al mattino potrebbe diventare estremamente fastidioso in piena notte.

Tra gli esempi di rumori che possono disturbare la convivenza condominiale, è possibile citare:

  • cani che abbaiano;
  • movimento di mobili pesanti;
  • feste in appartamento;
  • utilizzo della lavatrice durante le ore notturne;
  • musica o televisione a volume elevato;
  • rumori in condominio al piano superiore provenienti dall’uso di scarpe col tacco;
  • bambini che giocano a giochi solitamente praticati all'aperto come, ad esempio, il calcio o la pallavolo.

Altri esempi includono condomini che parlano al telefono a voce alta o ridono in modo rumoroso, chi usa il martello o il trapano per appendere quadri in orari improbabili, o chi decide di passare l'aspirapolvere in piena notte.

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Quali sono gli orari per fare rumore?

Alla luce di quanto detto finora sulle regole condominiali, rumori ed orari da seguire, quali sono gli orari in cui si può fare rumore in un condominio? Quali sono i limiti? In genere, le ore di “libertà” relative ai rumori in condominio stabilite dai regolamenti dei singoli edifici sono le seguenti:

  • dalle 8:00 alle 13:00 
  • dalle 16:00 alle 21/22:00.

Essere a conoscenza delle fasce orarie entro le quali è possibile fare rumore, tuttavia, non significa eccedere. Infatti, i condomini, nell’emettere tali rumori non solo devono assicurarsi di non infrangere il principio della normale tollerabilità così come stabilita dal Codice civile, ma devono anche osservare le regole del buon senso e buona condotta, evitando di compiere attività che possano disturbare il vicinato ed il riposo altrui qualora non necessarie.

Regole condominiali, rumori e orari: cosa succede se non vengono rispettati

Se il disturbo derivante dall’immissione rumorosa viene arrecato a un numero indeterminato di persone, si potrebbe incorrere nel reato di disturbo delle occupazioni (manuali o intellettuali) o del riposo delle persone (ad esempio, nelle ore notturne).

Tale reato è desumibile da quanto disposto dall’art. 659 del Codice penale, secondo cui “Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a euro 309.

Secondo quanto evidenziato dalla giurisprudenza, l’elemento fondamentale di tale fattispecie è la sola idoneità del fatto ad arrecare disturbo ad una pluralità di persone e non già l'effettivo disturbo arrecato. Al fine di comprendere quando e in quali modalità si presenta il reato, si rimanda al dispositivo del Codice penale e a quanto maturato dalla giurisprudenza sull’argomento.

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