Il rumore degli impianti condominiali, un problema di forte attualità. Come difendersi e ottenere un risarcimento: guida pratica
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rumore impianti condominiali
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Le immissioni acustiche, ovvero rumori molesti provenienti da fonti esterne, rappresentano una problematica di rilievo all'interno dei condomini, tanto da costituire una delle principali cause di contenzioso nei tribunali italiani. Sebbene la maggior parte delle controversie riguardi rumori prodotti da altri condomini, non è raro che le immissioni acustiche intollerabili derivino dai beni o dai servizi del condominio stesso, quali ascensori, pompe idriche, gruppi termici o climatizzatori. In tali circostanze, sorge la seguente questione: come agire con il rumore degli impianti condominiali? In questo articolo verrà condotta un'analisi completa di questo argomento, presentando anche delle soluzioni pertinenti.

A chi rivolgersi nel caso di rumori degli impianti condominiali?

In presenza di immissioni acustiche intollerabili originate da una parte condominiale, come ascensori, caldaie centralizzate, tetti o altri elementi comuni, il primo passo da compiere è quello di rivolgersi all'amministratore. A quest'ultimo, in qualità di soggetto incaricato della gestione delle cose comuni, compete l'attivazione delle procedure necessarie per risolvere il problema.

Nella maggior parte dei casi, i rumori condominiali derivano da una carente manutenzione dei beni e dei servizi comuni. L'amministratore, in virtù dei poteri conferitigli dall'assemblea, è tenuto ad affrontare tale problematica con la dovuta diligenza.

La comunicazione all'amministratore può essere effettuata in qualsiasi forma, senza necessità di formalità. Tuttavia, al fine di costituire una prova utile in caso di eventuale giudizio, è consigliabile inviare una richiesta d'intervento formale mediante raccomandata con ricevuta di ritorno o posta elettronica certificata (PEC).

Allo stesso tempo, è opportuno precisare che, l'amministratore non ha alcuna competenza nel caso in cui i rumori provengano dalla proprietà privata di un vicino. In tale ipotesi, si configurerebbe una lite tra privati che non coinvolge il condominio. Difatti, una disputa del genere può essere risolta solo in sede civile.

Cosa fare se l'amministratore non interviene

Il rumore eccessivo proveniente da diverse parti comuni del condominio può compromettere significativamente la quiete e la convivenza pacifica dei residenti. Dato l'impatto negativo del rumore eccessivo sulla vivibilità all'interno del condominio, come già detto precedentemente, è imprescindibile affrontare la questione prontamente contattando l'amministratore per garantirne una risoluzione tempestiva. Qualora però l'amministratore non ottemperi ai propri obblighi o agisca in modo superficiale, è indispensabile informare tempestivamente l'assemblea affinché possa deliberare sulle opportune misure da adottare.

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Come dimostrare il danno causato dai rumori?

La determinazione del superamento della normale tollerabilità di un rumore in ambito condominiale si basa su un criterio tecnico specifico: la differenza, nota come "differenziale", tra i decibel generati dall'impianto in questione e il rumore di fondo proveniente dall'esterno dell'edificio.

In linea generale, si considera intollerabile un rumore che superi:

  • 5 decibel: il rumore di fondo nella fascia diurna (dalle ore 06:00 alle ore 22:00);
  • 3 decibel: il rumore di fondo nella fascia notturna (dalle ore 22:00 alle ore 06:00).

Per una valutazione precisa e oggettiva dell'impatto acustico, è consigliabile avvalersi di una perizia fonometrica condotta da un tecnico abilitato in materia. Tale perizia consente di ottenere una quantificazione precisa del rumore e del suo superamento dei limiti di tollerabilità.

Tuttavia, la dimostrazione del danno concreto subito a causa di rumori eccessivi in condominio può risultare particolarmente complessa per il soggetto danneggiato. La giurisprudenza, al fine di tutelare i diritti dei soggetti esposti a tali disturbi, ha elaborato il criterio del "danno presunto".

In virtù di questo criterio, il danneggiato non è onerato dalla prova di un'alterazione specifica delle proprie abitudini di vita a causa del rumore eccessivo. Elementi probatori quali la misurazione dei decibel all'interno dell'abitazione e la dimostrazione del superamento dei limiti di tollerabilità previsti dalla normativa vigente sono sufficienti per presumere il verificarsi del danno.

L'introduzione del criterio del danno presunto facilita notevolmente l'ottenimento del risarcimento per i soggetti danneggiati da rumori condominiali, alleggerendo l'onere probatorio e rendendo più accessibile la tutela dei propri diritti.

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Rumori impianti condominiali: come ottenere il risarcimento

Il risarcimento del danno da rumori condominiali è rimesso all'equa determinazione del giudice, il quale dovrà valutare, con prudente apprezzamento, una serie di fattori rilevanti, tra cui:

  • gravità e durata del disturbo: si tratta di elementi imprescindibili per la quantificazione del danno, in quanto incidono direttamente sulla misura della sofferenza e del disagio subiti dal condomino danneggiato;
  • danno patrimoniale e non patrimoniale: il risarcimento deve ristorare sia i danni patrimoniali concretamente subiti (ad esempio, spese mediche o riparazioni), sia i danni non patrimoniali, quali il pregiudizio morale derivante dalla limitazione del godimento del proprio immobile e dalla lesione della serenità psicofisica;
  • eventuali prove testimoniali o documentali: La produzione di elementi probatori solidi, come testimonianze di altri condomini, registrazioni audio o video dei rumori molesti e misurazioni fonometriche, assume un ruolo fondamentale per il rafforzamento della posizione del soggetto danneggiato e per l'ottenimento di un risarcimento adeguato.

Nella prassi, i risarcimenti concessi dai giudici variano considerevolmente, potendo oscillare da alcune centinaia di euro a diverse migliaia, in ragione delle specifiche circostanze del caso concreto.

La tutela giuridica del condomino danneggiato da rumori eccessivi segue un percorso ben definito:

  • informazione all'amministratore: informare l'amministratore del condominio del problema, fornendo una dettagliata descrizione della situazione e allegando, se disponibili, prove a supporto delle proprie rivendicazioni;
  • convocazione dell'assemblea condominiale: l'amministratore, ricevuta la segnalazione, è tenuto a convocare l'assemblea condominiale per sottoporre all'attenzione dei condomini la questione del rumore eccessivo e per deliberare gli interventi necessari per risolvere il problema alla radice;
  • azione giudiziaria: se l'assemblea condominiale non interviene o se i provvedimenti adottati risultano inefficaci, il condomino danneggiato ha la facoltà di intraprendere un'azione giudiziaria contro il condominio per ottenere il risarcimento del danno subito.

Al fine di tutelare al meglio i propri diritti e di ottenere un giusto risarcimento, è consigliabile avvalersi dell'assistenza di un legale esperto in diritto condominiale. Il professionista saprà guidare il condomino danneggiato attraverso le complesse maglie del contenzioso legale, garantendo una rappresentanza adeguata in sede giudiziaria.

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