Cos'è e perché scegliere un canone di affitto calmierato, che non può superare un tetto massimo in base agli accordi
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Gabriella Dabbene (Collaboratore di idealista news)

In un contesto in cui l'accesso a un alloggio dignitoso e a prezzi accessibili è sempre più difficile, soprattutto nelle zone in cui vediamo un mercato immobiliare in forte crescita, il contratto di affitto calmierato può rappresentare per diverse persone un'opportunità vantaggiosa per stipulare un rapporto di locazione equilibrato e, comunque, sicuro. Infatti, questo tipo di contratto offre una soluzione sostenibile per famiglie e singoli con redditi medio-bassi, riducendo il peso economico dell'affitto e garantendo una maggiore equità. Ma quali sono le norme che lo regolano e i benefici che può offrire sia agli inquilini che ai proprietari?

Cosa vuol dire canone calmierato?

Il canone calmierato è un tipo di affitto regolamentato, pensato per contenere i costi di locazione e favorire l’accesso alla casa. A differenza del mercato libero, dove i prezzi sono determinati unicamente dall’offerta e dalla domanda, l’affitto calmierato è stabilito secondo parametri fissati da accordi territoriali. Questi criteri considerano fattori come la zona dell’immobile, la sua metratura e le condizioni economiche dell’inquilino, garantendo tipi di contratti di affitto più accessibili per chi ha un reddito medio-basso.

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Perché accettare un canone calmierato?

Accettare un contratto con canone calmierato può offrire benefici rilevanti per entrambe le parti coinvolte. Gli inquilini possono usufruire di un affitto inferiore rispetto ai prezzi di mercato e, in alcuni casi, accedere a detrazioni fiscali per l’abitazione principale. Per i proprietari, i vantaggi includono significative agevolazioni fiscali, come una riduzione dell'imposta di registro dal 2% all'1,4% e, nel caso di redditi dichiarati, una detrazione del 30% sulla base imponibile. Chi opta per il regime della cedolare secca può inoltre beneficiare di un’aliquota ridotta al 10%. A questi incentivi si aggiunge una maggiore stabilità contrattuale, grazie alle norme che regolano i contratti, riducendo così il rischio di morosità e contenziosi legali.

Quindi, per gli inquilini il vantaggio principale è il risparmio economico: i canoni calmierati sono significativamente più bassi rispetto agli affitti standard del mercato libero. Questo consente di destinare una parte minore del reddito familiare alle spese di locazione. Inoltre, gli inquilini possono beneficiare di detrazioni fiscali specifiche, previste per le abitazioni principali locate a canone agevolato. Tali incentivi fiscali rendono il calmierato una scelta particolarmente conveniente per chi ha redditi medio-bassi o per giovani coppie in cerca della loro prima casa.

Per i proprietari i vantaggi si traducono in importanti agevolazioni fiscali. Il reddito derivante dall’affitto è soggetto a un’imposizione fiscale ridotta, grazie alla possibilità di applicare una cedolare secca con aliquota agevolata, generalmente pari al 10%. Questo sistema fiscale semplificato riduce il carico fiscale complessivo rispetto agli affitti a mercato libero. Molti comuni, inoltre, offrono sconti significativi sull’IMU per gli immobili locati a canone calmierato, incentivando ulteriormente i proprietari a optare per questa formula. La stabilità contrattuale, garantita dalla regolamentazione normativa, rappresenta un ulteriore beneficio, minimizzando il rischio di morosità o contenziosi legali.

La differenza tra canone concordato e canone calmierato

Spesso si confondono i termini "canone calmierato" e "canone concordato", ma esistono differenze sostanziali. Se ci si chiede come funziona l'affitto a canone concordato bisogna sapere infatti che è stabilito da accordi territoriali tra le associazioni dei proprietari e degli inquilini, mentre il canone calmierato è una versione ancora più vantaggiosa che applica ulteriori limitazioni al prezzo massimo del canone. In entrambi i casi, l’obiettivo è rendere gli affitti più sostenibili, ma il calmierato tende a essere più vincolante per il locatore.

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Si può recedere anticipatamente dal contratto di affitto calmierato?

È possibile recedere anticipatamente da un contratto di affitto calmierato, ma le condizioni variano a seconda che si tratti di inquilino o proprietario. L'inquilino può recedere senza necessità di giusta causa, rispettando i termini di preavviso stabiliti dal contratto. Per i proprietari, invece, il recesso è più rigido e ammesso solo in casi specifici, come:

  • necessità personale dell'immobile;
  • vendita dell'immobile;
  • esecuzione di lavori di ristrutturazione indispensabili.

Il rispetto delle norme di preavviso è fondamentale per evitare contenziosi legali.

Canone d’affitto: quanto dura?

La durata del contratto di affitto calmierato dipende dalla formula scelta:

  • 3+2 anni: tre anni iniziali, con possibilità di rinnovo per altri due anni.
  • 4+4 anni: quattro anni iniziali, con rinnovo automatico per ulteriori quattro anni.

Queste opzioni garantiscono una stabilità contrattuale a lungo termine, tutelando sia gli inquilini che i proprietari.

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