Quella della malattia non retribuita in busta paga può essere un’evenienza abbastanza frequente fra i lavoratori dipendenti. In base alle leggi vigenti e al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di appartenenza, vi possono infatti essere dei casi specifici in cui l’assenza per malattia non viene indennizzata, né dal datore di lavoro né dall’istituto di previdenza. Scopriamo cosa c'è da sapere
Chi paga la malattia: l’INPS o il datore di lavoro? In linea generale, è il datore di lavoro ad anticipare la malattia, ricevendo poi un rimborso da parte dell’INPS. Di norma, l’istituto previdenziale si occupa di erogare un’indennità per le giornate feriali comprese nel periodo di malattia, escluse però le domeniche e le festività nazionali. Tuttavia, una porzione dell’indennità potrebbe rimanere a carico del datore, a seconda degli accordi sottoscritti dal contratto collettivo
Come funzionano i permessi per malattia del figlio? È possibile assentarsi dal lavoro per assistere i piccoli? Tendenzialmente, i genitori possono disporre di permessi specifici per fronteggiare situazioni in cui i propri figli necessitano di cure a causa di malattie.
Dall’analisi dei dati dell’Inps, l’Ufficio studi della Cgia ha riscontrato che le assenze per motivi di salute nel pubblico impiego registrate nel 2015 hanno interessato il 57 per cento di tutti gli occupati (poco più di 1 dipendente su 2); nel settore privato, invece, la quota si è fermata al 38 per cento (più di 1 dipendente su 3). La durata media annua dell’assenza per malattia dal luogo di lavoro è leggermente superiore nel privato (18,4 giorni) che nel pubblico (17,6 giorni)
263 milioni di euro. Tanto hanno bruciato le imprese da ottobre a maggio causa assenza per malattia. Anche con l'aiuto della gripe a, il 2010 pare sia iniziato male. Le assenze sono state maggiori e prolungate rispetto agli anni passati.
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