La Commissione Europea, dopo settimane di lavori, ha presentato il piano da 750 miliardi per il “recovery fund”. Vediamo come funzionerà e quali quote sono previste per i diversi Paesi.
Recovery Fund, quanto spetta all'Italia
Le finalità del fondo saranno sostanzialmente tre: sostegno dei Paesi membri, rilancio dell’economia e rafforzamento dei programmi di sviluppo già in essere. La proposta di Ursula Von Der Leyen riprende e amplifica la discussa ipotesi concordata nei giorni scorsi da Merkel e Macron, che si limitava a 500 miliardi di sovvenzioni da finanziare tramite Eurobond.
Stando a quanto si apprende, il fondo sarà invece composto da 500 miliardi di sovvenzioni e 250 miliardi di prestiti; all’Italia dovrebbe spettarne una larga fetta. Destinati al nostro Paese sono infatti 82 miliardi di sovvenzioni e 91 miliardi in prestiti. Alla Spagna spetterebbero invece 77 miliardi di sovvenzioni e 63 miliardi di prestiti.
Per garantire la disponibilità di liquidi ai Paesi che ne faranno richiesta già da quest’anno, Bruxelles dovrà correggere il bilancio 2014-2020 e garantire criteri di ripartizione il più possibili dipendenti dalle reali necessità.
Finanziamento del recovery fund
Il finanziamento del fondo sarà garantito da obbligazioni della Commissione Europea, emessi con scadenze diverse tra il 2028 e il 2058. Il rimborso del debito, invece, potrebbe essere demandato ad una migliore gestione (ed aumento) delle finanze interne, ad esempio tramite tassazioni appositamente istituite.
Recovery Fund, a cosa servirà
Quanto al funzionamento del fondo, questo dovrà essere destinato non solo al tamponamento temporaneo della situazione post-Covid ma a piani di sviluppo a lungo termine, con un occhio di riguardo alla spesa per il digitale e per l’attenzione all’ambiente. Ogni Paese ogni anno dovrà presentare un piano soggetto all’approvazione della Commissione e del Parlamento europeo.
Maggiori dettagli si avranno dopo il 18-19 giugno, quando è previsto il primo vertice europeo sul tema del Recovery Fund.
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