Quando si desidera procedere con la separazione, è necessario sapere cos’è e come funziona l’assegno di mantenimento alla moglie, all’altro coniuge od ai figli.
Commenti: 0
assegno mantenimento moglie
canva.com
Claudia Mastrorilli
Claudia Mastrorilli (Collaboratore di idealista news)

La separazione, sia essa consensuale o pronunciata dal giudice, comporta una sospensione temporanea del vincolo matrimoniale, in attesa di una successiva decisione di divorzio. Fino a quando la pronuncia di divorzio non viene emessa, persiste l'obbligo di fornire assistenza al coniuge. Ed è proprio questa situazione che porta alla determinazione dell'assegno di mantenimento alla moglie, all’altro coniuge o ai figli.

Sebbene capiti spesso che l’avente diritto sia la moglie, tale contributo rappresenta una forma di sostegno finanziario erogata generalmente al coniuge che dispone di risorse economiche insufficienti per soddisfare le proprie esigenze e, in questo contesto, il coniuge con maggiori capacità finanziarie è chiamato a sostenere la parte in difficoltà. Scendiamo dunque nei particolari e cerchiamo di capire quando tale assegno è dovuto, chi può beneficiarne, come calcolare gli importi e la tassazione relativa.

Assegno di mantenimento coniuge: cos’è?

L'assegno di mantenimento trova il suo riferimento normativo nell’art. 156 c.c. e rappresenta un importo deciso durante la separazione di due coniugi da erogare alla parte che si trova in una posizione economica più debole, priva di fonti di reddito sufficienti.

Nella maggior parte dei casi, questo assegno è previsto a favore della moglie che non lavora (si parla dunque di assegno di mantenimento alla moglie disoccupata) o che guadagna notevolmente meno del marito. Tuttavia, il supporto finanziario può essere erogato in senso opposto, verso il marito, a condizione che la parte interessata ne abbia fatto richiestaal giudice. L’istanza per ottenere l’assegno, dunque, deve essere presentata da una delle parti coinvolte e non può essere stabilita d’ufficio dal giudice.

Quando si tratta di assegno di mantenimento, dunque, vi è un coniuge beneficiario (o avente diritto) ed un coniuge obbligato all’erogazione dell’importo stabilito. L’assegno di mantenimento alla moglie o all’avente diritto, mira a bilanciare le disparità economiche tra i due coniugi e non già a risarcire il coniuge per le conseguenze negative della separazione.

Prima di entrare nel merito, è necessario fare alcune premesse.

La separazione di una coppia sposata non comporta la dissoluzione del legame matrimoniale e, infatti, il termine "ex coniuge" può essere usato solo dopo il divorzio ufficiale. La separazione implica piuttosto la sospensione dei reciproci doveri coniugali, con l'eccezione del dovere di assistenza e di rispetto reciproco, che rimangono tali. L'assegno di mantenimento si basa direttamente sul dovere di assistenza.

Pertanto, è bene specificare la distinzione tra:

  • assegno di mantenimento, è un importo che viene stabilito durante una procedura di separazione, in cui il legame matrimoniale è solo attenuato ma è ancora presente;
  • assegno di divorzio o, nel caso in cui l’avente diritto sia la donna, noto come assegno per “ex moglie”, viene stabilito durante una procedura mirata a sciogliere definitivamente il vincolo matrimoniale e la sua validità decorre dal momento della sentenza di divorzio.

Inoltre, sebbene vengano utilizzati, erroneamente, come sinonimi, è cruciale sottolineare la distinzione tra il diritto agli alimenti e il diritto al mantenimento. Il primo rappresenta un obbligo di natura finanziaria basato sul principio di solidarietà familiare (art. 2 Cost.). Il diritto al mantenimento, invece, consiste in un insieme di prestazioni che permettano all’avente diritto (moglie o marito) di raggiungere un reddito adeguato in relazione al suo contributo nella gestione della vita familiare.

Quando spetta l’assegno di mantenimento alla moglie?

Come già accennato, nonostante si parli molto spesso di assegno di mantenimento alla moglie, è fondamentale notare che il supporto economico in questione può essere concesso anche in senso opposto. Affinché uno dei coniugi diventi un avente diritto all’assegno di mantenimento per separazione, ciò che conta, secondo la legge italiana, è che siano soddisfatte alcune condizioni.

Più nello specifico, l’assegno di mantenimento spetta alla moglie o all’altro coniuge se:

  • è stata presentata una richiesta esplicita al giudice per ottenere l'assegno di mantenimento;
  • la separazione non è stata addebitata al coniuge richiedente;
  • il coniuge richiedente non dispone di redditi adeguati o non è in grado di guadagnarseli per ragioni oggettive;
  • il coniuge cui è stata addebitata la separazione dispone dei mezzi necessari per pagare l'assegno.

Alla luce di quanto detto, si può affermare che l’assegno di mantenimento al coniuge senza reddito o in condizioni economiche precarie, è concesso quando esiste una disparità economica tra le due parti e il coniuge con il reddito più basso non è in grado di sostenersi autonomamente.

Per capire quando non spetta il mantenimento alla moglie o all’altro coniuge, il giudice deve verificare che il potenziale beneficiario disponga effettivamente delle risorse necessarie o della capacità di mantenersi da solo. Ad esempio, se la moglie percepisce un reddito da lavoro, idealmente del valore di 1.500 euro al mese, anche se l'ex coniuge risulta essere più abbiente, non è possibile erogare l’assegno di mantenimento alla moglie che lavora.

Tuttavia, è anche necessario affermare che la differenza di reddito tra gli ex coniugi da sola non giustifica l’idoneità alla percezione dell'assegno. Il giudice, infatti, deve anche esaminare se questa differenza economica sia il risultato di scelte condivise fatte dai coniugi nell’ambito della distribuzione dei ruoli nonché prendere in considerazione la durata del matrimonio, l’età del richiedente e le potenzialità reddituali.

Inoltre, è necessario che non vi sia l’addebito della separazione in capo alla moglie all’altro coniuge per poter essere considerati beneficiari. L'addebito, in questo contesto, rappresenta la responsabilità attribuita a uno dei coniugi per la fine del matrimonio. Quando si verifica l'intollerabilità della convivenza o si arreca danno alla prole, come stabilito dall'articolo 151 del Codice civile, è possibile richiedere l'addebito al coniuge considerato "colpevole". Per far valere l'addebito, è necessario dimostrare la condotta dell'altro coniuge e il suo ruolo nella crisi del matrimonio e, tale condizione, può comportare la perdita del diritto all’assegno di mantenimento.

In sintesi, quando uno dei coniugi ha una situazione finanziaria più debole rispetto all'altro, non per sua colpa ma a causa del suo contributo alla formazione del patrimonio familiare, ha il diritto di ricevere un assegno di mantenimento.

Come funzionano gli assegni di mantenimento

L'assegno di mantenimento è, in genere, erogato periodicamente e può assumere diverse forme, ad esempio una somma fissa o suddivisa in varie categorie di spesa. Se ci si sta chiedendo quando cessa l’assegno di mantenimento al coniuge, è importante notare che la durata del pagamento dell'assegno di mantenimento varia: potrebbe essere stabilita per tutta la vita o cessare dopo un breve periodo.

Naturalmente, se i presupposti per l’assegnazione del mantenimento cessano, è possibile che l’obbligo di erogazione dell’assegno venga revocato. Ad esempio, se la moglie disoccupata al momento dell'assegnazione iniziale del mantenimento trova successivamente un lavoro adeguato, il coniuge obbligato all’erogazione potrebbe richiedere al giudice di interrompere il proprio obbligo di pagamento.

Una volta stabilito, dunque, l'assegno di mantenimento non è immutabile o irrevocabile. Infatti, in determinate circostanze, il suo importo può essere modificato, aumentato o diminuito, oppure può essere revocato. La modifica o la revoca dell’assegno di mantenimento alla moglie o all’altro coniuge può avvenire su accordo dei coniugi o attraverso una procedura giudiziale. In quest’ultimo caso, la modifica o la revoca può essere decisa da un giudice qualora vi siano “giustificati motivi”, ovvero eventi nuovi e sopravvenuti rispetto alla sentenza che ha originariamente stabilito l'assegno di mantenimento.

Assegno di mantenimento in favore del coniuge

Come già affermato, la determinazione del beneficiario dell'assegno si basa sull'analisi accurata delle situazioni finanziarie e dei redditi di entrambi i coniugi. In questo contesto, non è automatico che sia il marito a dover versare l'assegno di mantenimento alla moglie. La decisione dipende dalle circostanze finanziarie specifiche e dalle capacità economiche di entrambi.

Quanto alle modalità di erogazione, solitamente, quando le parti non riescono a raggiungere un accordo in anticipo e si rivolgono a un giudice, possono verificarsi due diverse situazioni:

  • il giudice stabilisce un assegno mensile da parte del coniuge più abbiente in favore di quello economicamente svantaggiato;
  • il giudice stabilisce un unico pagamento, cioè una somma unica erogata dal coniuge più abbiente a favore di quello con minori risorse.

Potrebbe anche accadere che, a seguito della richiesta, il giudice stabilisca che nessuno dei due coniugi rispetta le condizioni necessarie per poter beneficiare del mantenimento o che l’assegno venga concesso solo per i figli della coppia.

assegno mantenimento moglie
canva.com

Assegno di mantenimento per i figli

L'assegno di mantenimento per i figli rappresenta una misura economica di carattere patrimoniale che il genitore con il quale i figli non risiedono stabilmente (non collocatario), a seguito di una separazione o un divorzio, è tenuto a corrispondere. Questo pagamento può avvenire in due modalità:

  • direttamente all'altro genitore;
  • direttamente al figlio maggiorenne, al fine di contribuire in modo proporzionale alle sue esigenze di sussistenza.

Questo obbligo, regolato dalla legge in base all'articolo 315 bis del Codice civile, sorge automaticamente con la nascita del figlio e perdura fino a quando il figlio stesso raggiunge l'indipendenza economica.

In base alle condizioni finanziarie di entrambi i genitori, il giudice può decidere che uno dei due versi l'assegno all'altro, soprattutto se si occupa del sostentamento del figlio. In linea generale, se i figli vanno a vivere con il coniuge che ha meno risorse finanziarie, l'altro genitore più avvantaggiato economicamente deve garantire il pagamento dell'assegno mensile per il mantenimento dei figli.

Dal momento che l’assegno di mantenimento per i figli dev’essere corrisposto al coniuge fino al raggiungimento della maggiore età (e in alcuni casi anche dopo), è normale chiedersi se l’assegno mantenimento ai figli va dichiarato nel 730. A tal riguardo, si rimanda all’ultimo paragrafo del presente articolo.

Come viene calcolato l’assegno di mantenimento?

Non esiste una procedura matematica rigida ed univoca per il calcolo dell’assegno di mantenimento alla moglie o all’altro coniuge. Piuttosto, i diversi tribunali e in considerazione del caso specifico, si avvalgono di protocolli e prassi che delineano specifiche modalità di calcolo.

In generale, uno dei metodi più comuni potrebbe essere il seguente:

  • si determina il reddito medio mensile netto del coniuge obbligato all’erogazione da cui vengono sottratte le spese relative ad eventuali mutui;
  • si calcola il valore mensile dell'affitto delle eventuali proprietà immobiliari di cui il coniuge obbligato è proprietario, escludendo la casa coniugale se questa è stata assegnata all'altro coniuge;
  • si calcola il valore mensile dell'affitto delle eventuali proprietà immobiliari di cui è proprietario il coniuge beneficiario, inclusa la casa coniugale se assegnata a quest’ultimo.

Considerando, inoltre, il numero di figli a carico del marito o della moglie e gli elementi appena indicati, è possibile individuare il livello di disparità economica tra i due coniugi e calcolare complessivamente il valore dell’assegno di mantenimento.

In questo contesto, è bene sapere che, per fornire aiuto ai genitori ed ai padri separati che a causa delle conseguenze della pandemia hanno incontrato difficoltà nell'adempimento dei propri obblighi legati all’assegno di mantenimento, è stato individuato il bonus genitori separati.

Tabella assegno di mantenimento: aiuto al calcolo

Per offrire una guida alla determinazione del calcolo dell'assegno di mantenimento, sono state individuate quattro tabelle differenti.

Per la realizzazione della tabella n. 1 è stata ipotizzata la situazione di separazione tra un marito, impiegato con uno stipendio di 1600 euro al mese su tredici mensilità, ed una moglie casalinga senza alcun reddito proprio. In questo caso, se la casa familiare viene assegnata alla moglie, l'assegno di mantenimento sarà circa il 25% del reddito netto del marito, tenendo conto dell'ipotetico canone di locazione della casa (del valore, ad esempio, di 400 euro).

Tabella n.1 - Moglie casalinga senza reddito proprio

Situazione dei coniugi

Assegnazione casa familiare alla moglie (senza figli)

Assegnazione casa familiare al marito (senza figli)

Assegnazione casa familiare alla moglie e un figlio

Marito: 1.600 euro, impiegato.

Reddito netto del marito - ipotetico canone di locazione (400 euro) = 1.200 euro

1.600 euro

Reddito netto del marito - ipotetico canone di locazione (400 euro) = 1.200

Moglie: 0 euro, casalinga.

Assegno di mantenimento alla moglie = 1.200/4 = 300 euro

Assegno di mantenimento alla moglie = 1.600 euro/3 = 530 euro

Assegno di mantenimento alla moglie 300 euro + assegno di mantenimento al figlio 250 euro = 550 euro

Nella medesima situazione finanziaria dei coniugi della prima tabella, se la casa non viene assegnata alla moglie, l'assegno mensile di mantenimento a lei spettante sarà pari a circa un terzo del reddito del marito e, dunque, pari ad un terzo dello stipendio mensile di 1600 euro. È importante notare che la percezione di mensilità aggiuntive oltre la tredicesima e di eventuali premi fissi annuali può essere utilizzata per integrare l'assegno in proporzione.

Tabella n.2 - Moglie casalinga senza reddito proprio con due o tre figli

Situazione dei coniugi

Assegnazione casa familiare alla moglie e due figli

Assegnazione casa familiare alla moglie e tre o più figli

Marito: 1.600 euro, impiegato.

Reddito netto del marito - ipotetico canone di locazione (400 euro) = 1.200 euro

Reddito netto del marito - ipotetico canone di locazione (400 euro) = 1.200 euro

Moglie: 0 euro, casalinga.

Assegno di mantenimento alla moglie 250 euro + assegno di mantenimento ai figli 400 euro = 650 euro

Assegno di mantenimento alla moglie 230 euro + assegno di mantenimento ai tre figli 500 euro = 730 euro

Se invece si considera un esempio di separazione dei coniugi simile alla tabella n.1 ove, tuttavia, la moglie percepisce un reddito da lavoro operaio part-time di 450 euro per tredici mensilità, le linee da seguire per il calcolo dell’assegno di mantenimento per la moglie che lavora sono le seguenti.

Tabella n.3 - Moglie con reddito non adeguato

Situazione dei coniugi

Assegnazione casa familiare alla moglie (senza figli)

Assegnazione casa familiare al marito (senza figli)

Assegnazione casa familiare alla moglie e un figlio

Marito: 1.600 euro, impiegato.

Reddito netto del marito - ipotetico canone di locazione (400 euro) e al netto dello stipendio della moglie = 750 euro

Reddito del marito al netto dello stipendio della moglie = 1150 euro

Reddito netto del marito - ipotetico canone di locazione (400 euro) e al netto dello stipendio della moglie = 750 euro

Moglie: 450 euro, operaia a tempo parziale.

Assegno di mantenimento alla moglie = 190 euro

Assegno di mantenimento alla moglie = 385 euro

Assegno di mantenimento alla moglie 190 euro + assegno di mantenimento al figlio 160 euro = 350 euro

Tabella n.4 - Moglie con reddito non adeguato con due o tre figli

Situazione dei coniugi

Assegnazione casa familiare alla moglie e due figli

Assegnazione casa familiare alla moglie e tre o più figli

Marito: 1.600 euro, impiegato.

Reddito netto del marito - ipotetico canone di locazione (400 euro) e al netto dello stipendio della moglie = 750 euro

Reddito netto del marito - ipotetico canone di locazione (400 euro) e al netto dello stipendio della moglie = 750 euro

Moglie: 450 euro, operaia a tempo parziale.

Assegno di mantenimento alla moglie 190 euro + assegno di mantenimento ai figli 256 euro = 446 euro

Assegno di mantenimento alla moglie 175 euro + assegno di mantenimento ai tre figli 345 euro = 520 euro

Queste tabelle sono uno strumento utile, una sintesi preziosa basata sulle linee guida utilizzate generalmente dai tribunali civili per calcolare l'assegno di mantenimento mensile per i coniugi separati. Tuttavia, si tratta di semplici esempi realizzati sulla base di una situazione ipotetica.

Tassazione dell’assegno di mantenimento ricevuto dal coniuge

L'assegno di mantenimento fa reddito? L’assegno di mantenimento erogato al coniuge è detraibile dal reddito di chi lo versa. Il coniuge beneficiario, invece, deve tassare gli importi percepiti a titolo di assegno di mantenimento poiché vengono considerati in modo analogo ai redditi derivanti da lavoro dipendente. L’assegno di mantenimento dei figli erogato a favore del coniuge è invece esentasse.

Dunque, il pagamento periodico dell'assegno assume rilevanza dal punto di vista fiscale per entrambi i coniugi e, nello specifico:

  • per il coniuge che è obbligato a versare l'assegno: la somma pagata all'altro coniuge a titolo di assegno di mantenimento è deducibile dal reddito soggetto a IRPEF in accordo con l'articolo 10 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 917/1986;
  • per il coniuge che riceve l'assegno di mantenimento: il coniuge beneficiario deve indicare l’importo dell’assegno in sede di dichiarazione dei redditi. La somma ricevuta dà diritto a una detrazione fiscale variabile in base al reddito del beneficiario. Questo è stabilito dall'articolo 50, del Decreto del Presidente della Repubblica n. 917/1986.

Al fine di effettuare il calcolo della deduzione dell’assegno di mantenimento al coniuge, spettante a colui che eroga la somma, è necessario prendere in considerazione il principio “di cassa”. Ovvero, per ottenere la deduzione vengono individuate le somme erogate per l’assegno per ciascun anno solare.

Come già accennato, è bene notare che le somme versate dall'ex coniuge per supportare i figli non possono essere detratte nell'ambito dell'IRPEF. Questo dettaglio è di notevole rilevanza ed è spesso causa di errori nella compilazione della dichiarazione dei redditi. Pertanto, è fondamentale prestare la massima attenzione nel distinguere l'importo dell'assegno destinato al coniuge da quello destinato al mantenimento dei figli.

Nella Circolare del 12/05/2000 n.95/E dell’Agenzia delle Entrate viene dunque sancito che, l'importo dell'assegno di mantenimento alla moglie o all’altro coniuge, come previsto dal primo comma dell'articolo 10 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), può essere dedotto solo nella misura attribuita al coniuge. A meno che non sia specificato diversamente, si presume che questa quota sia del 50% dell'importo complessivo.

In caso di dubbi sulla residenza fiscale all’estero di uno dei due coniugi, è possibile visionare la risposta n.93 sul trattamento fiscale applicabile all'assegno di mantenimento erogato all'ex coniuge da una persona fiscalmente residente all’estero. In quest'ultima, si afferma che la residenza fiscale all’estero non elimina la possibilità di ottenere una deduzione degli importi erogati dal coniuge obbligato.

assegno mantenimento moglie
canva.com

Potrebbe anche interessarti

Sei in cerca di ulteriori informazioni sull’assegno di mantenimento per la moglie, il coniuge o i figli? Qui troverai ciò di cui hai bisogno.

Cosa spetta alla moglie in caso di separazione?

Se la moglie non dispone di un reddito adeguato, è in una situazione economica notevolmente inferiore rispetto al coniuge e ne fa richiesta, può diventare beneficiaria dell’assegno di mantenimento. A tal riguardo, spetta al giudice individuare la presenza delle condizioni d’idoneità della coniuge al fine di qualificarla come beneficiaria del sostegno economico in questione, tra cui l’assenza dell’addebito della separazione, nonché valutare se la situazione economica del marito gli consente di corrispondere effettivamente gli importi dovuti.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account