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Una recente sentenza della Cassazione ha condannato l’agenzia del Demanio a pagare l’Imu a un piccolo Comune, un precedente che potrebbe essere un salasso alle casse dello Stato.

Nel dettaglio, si tratta dell’ordinanza 3275/2019, con la quale la Suprema Corte ha stabilito che l’agenzia del Demanio debba pagare l’Imu per quattro case e altrettante opere idrauliche a Concordia sulla Secchia, piccolo Comune del modenese al confine con la Lombardia.

Nella fattispecie del contenzioso in questione si tratta di poche migliaia di euro, ma la portata delle conseguenze che potrebbero conseguirne è potenzialmente eclatante. Secondo alcune stime, infatti, se tutti i Comuni dovessero chiedere allo Stato l’Imu non pagata negli ultimi cinque anni le casse statali dovrebbero sborsare una cifra tra i quattro e i cinque miliardi di euro.

Tra l’altro, il solo Comune di Roma avrebbe diritto a richiedere un miliardo di euro. Anche se al momento attuale è da escludere che Virginia Raggi faccia recapitare una cartella esattoriale al premier Conte.

Il punto centrale della sentenza della Cassazione è il seguente: “L’agenzia del Demanio ha natura di ente pubblico economico del ministero dell’Economia, dotato di autonomia economica e gestionale, e in quanto tale non rientra tra i soggetti che hanno diritto all’esenzione da Ici e Imu”.

Tradotto, non è tenuta a versare l’imposta solo per gli immobili utilizzati come abitazioni per esigenze amministrative e domestiche. E quindi tutti gli altri immobili concessi a ministeri, Carabinieri, Esercito e Agenzia delle Entrate dovrebbero pagare l’Imu compreso, tra l’altro, anche Palazzo Chigi.

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