Approvata la proroga dello smart working per lavoratori privati fino al 31 marzo 2024, stop invece per i dipendenti pubblici
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Smart working, proroga del 2024
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Come funziona la proroga dello smart working nel 2024 e, soprattutto, quali lavoratori possono beneficiarne? Sono questi i principali interrogativi che, nelle ultime settimane, coinvolgono sia i dipendenti privati che quelli pubblici, soprattutto fra coloro che si trovano ad accudire figli minori o sono considerati soggetti fragili.

Per effetto del Decreto Anticipi e del Decreto Milleproroghe approvati lo scorso dicembre, lavoratori privati e pubblici si trovano in due differenti situazioni. I primi potranno infatti approfittare della proroga dello smart working fino al 31 marzo 2024, i secondi dovranno invece concordare singolarmente eventuali estensioni con la loro organizzazione di riferimento. Di seguito, tutti i dettagli utili.

La proroga dello smart working per i lavoratori privati

Con la conversione del Decreto Anticipi nella Legge 145/2023, pubblicata lo scorso 16 settembre sulla Gazzetta Ufficiale, è stata ufficializzata un’ulteriore proroga dello smart working - detto anche “lavoro agile” - per i dipendenti privati, dopo l’estensione già approvata lo scorso anno.

Smart working, videoconferenza
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Così come già accennato in apertura, il nuovo termine è fissato al 31 marzo 2024, determinando così un prolungamento di tre mesi rispetto alla precedente scadenza del 31 dicembre 2023. A motivare la scelta dei legislatori, la necessità di proteggere alcune categorie di cittadini - perlopiù minori e fragili - dai rischi che tutt’oggi presenta il Covid.

Non tutti ne potranno però approfittare, poiché per poter accedere alla proroga del lavoro remoto sarà necessario essere in possesso di alcuni requisiti, come si vedrà nel prossimo paragrafo. Ancora, è utile specificare che la legge di recente approvazione non si riferisce ai cosiddetti lavoratori “superfragili”, cioè affetti da patologie che garantiscono speciali esenzioni così come definito dal Ministero della Salute, per i quali si attendono eventuali disposizioni specifiche.

Chi può continuare a lavorare in smart working?

Secondo quanto stabilito dalla legge 145/2023, possono accedere alla proroga dello smart working al 31 marzo 2024 due specifiche categorie di lavoratori privati:

  • il genitore con almeno un figlio di 14 anni, purché l’altro genitore sia lavoratore e non sia beneficiario di misure di sostegno al reddito;
  • i lavoratori considerati fragili, ovvero coloro che potrebbero essere soggetti a gravi rischi se esposti al contagio da Covid. All’interno di questo gruppo vi rientrano varie categorie di cittadini, come i pazienti immunodepressi, affetti da malattie oncologiche o coloro che seguono gravose terapie salvavita.

Vale la pena specificare che lo status di lavoratore fragile deve essere certificato dal personale medico competente all’interno della sorveglianza sanitaria, producendo l’opportuna documentazione.

Tutte le altre categorie di lavoratori privati non sono incluse nella proroga, tuttavia rimane possibile concordare il lavoro da remoto con il proprio datore di lavoro, se questa possibilità è prevista dalle politiche interne dell’azienda.

I dubbi sull’applicabilità della proroga per i soggetti fragili

Dopo la conversione del Decreto Anticipi, alcuni dubbi sono emersi fra gli addetti ai lavori, in merito all’applicabilità della proroga per i soggetti fragili. Per questi ultimi, così come già spiegato, la verifica dello status di fragili - e quindi la possibilità di accedere allo smart working fino al 31 marzo 2024 - è delegata alle attività di sorveglianza sanitaria relative all’emergenza Covid.

La sorveglianza in questione si riferisce alle attività approvate dal Decreto Legge 34/2020, per la gestione dell’emergenza pandemica. Tuttavia, i termini della sorveglianza sono scaduti con la fine dello stato di emergenza e, di conseguenza, mancherebbero le condizioni di verifica per i soggetti fragili. La questione non è stata al momento completamente chiarita, tuttavia gli esperti ritengono che i fragili potranno comunque approfittare dell’estensione prevista fino a marzo.

La mancata proroga dello smart working per i lavoratori pubblici

A differenza dei lavoratori privati con figli minori o fragili, i quali potranno approfittare dello smart working fino al prossimo 31 marzo, per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, lo scenario è diverso. 

Negli ultimi giorni di dicembre, con l’approvazione del Decreto Milleproroghe, è infatti stata stralciata l’estensione a marzo del lavoro remoto per fragili e dipendenti con figli minori di 14 anni, garantita invece ai lavoratori del settore privato.

Dipendente della pubblica amministrazione
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Per i dipendenti della Pubblica Amministrazione rimane, tuttavia, la possibilità di concordare individualmente estensioni dello smart working con la propria organizzazione di riferimento, in base al PIAO - il Piano Integrato di Attività e Organizzazione - in vigore. La situazione potrebbe però cambiare nelle prossime settimane, considerando anche come alcuni sindacati abbiano annunciato di volere un confronto con il Governo, per la disparità venutasi a creare tra lavoratori privati e pubblici.

Quando finisce lo smart working nella pubblica amministrazione?

Data la scelta di due strade diverse per dipendenti pubblici e privati, negli ultimi giorni in molti si stanno chiedendo quando finirà lo smart working all’interno della pubblica amministrazione.

Fatta eccezione per eventuali modifiche nelle prossime settimane, il periodo di smart working agevolato per i lavoratori pubblici si è ufficialmente concluso lo scorso 31 dicembre.

Per chi è obbligatorio lo smart working?

Con la proroga del lavoro agile fino alla fine di marzo 2024, molti dipendenti del settore privato si stanno chiedendo per quali lavoratori lo smart working sia obbligatorio. In realtà, la legge di recente approvazione stabilisce quali categorie possano approfittare di questa agevolazione lavorativa, senza però fissare un obbligo.

Sul fronte dei datori di lavoro, la legge prevede che la possibilità di accordare l’estensione dello smart working sia legata alle caratteristiche intrinseche della prestazione. In altre parole, il lavoro agile può essere approvato in tutto o in parte a seconda delle mansioni dello stesso lavoratore, quando la sua presenza non è indispensabile in azienda. Il dipendente, a sua volta, non ha l’obbligo di usufruire dello smart working, se desidera continuare a lavorare in presenza.

In ogni caso, il consiglio è sempre quello di confrontarsi preventivamente con la propria azienda per verificare se sussistano effettivamente le condizioni per usufruire del lavoro remoto. Ancora, in presenza di situazioni intricate o di un mancato accordo, può essere utile rivolgersi a un consulente per il lavoro.

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