
Per la conservazione degli scontrini fiscali cartacei non esiste una tempistica comune a tutti i tipi di documenti. Oltretutto, il mondo digitale sta mandando in pensione la carta. In alcuni casi, conservare gli scontrini fiscali cartacei è sicuramente utile per evitare di pagare due volte oppure per scampare possibili sanzioni, in altri invece è semplicemente uno spreco di tempo e di spazio perché molte informazioni sulle nostre spese (in particolare quelle mediche) vanno direttamente nel cassetto fiscale. Bisogna sapere cosa conservare e cosa no.
Quanto tempo vanno tenuti gli scontrini fiscali?
È sempre bene conservare gli scontrini fiscali per almeno 2 anni: in questo modo possono fungere anche da garanzia per il prodotto acquistato. Va detto anche però che le spese quotidiane non sono sottoposte a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Bisogna tenere gli scontrini della spesa? La stessa Agenzia delle Entrate in passato ha infatti chiarito che, per quanto riguarda le spese ordinarie non è richiesto il mantenimento dello scontrino fiscale. A tale proposito, parliamo di acquisti che facciamo ogni giorno come vestiario, libri oppure accessori casa: semplicemente non fanno parte del redditometro e per questo motivo, non sono previsti controlli.
I controlli sui documenti di acquisto possono invece arrivare puntuali nel momento in cui sia richiesta una giustificazione delle spese quando queste superano il 20% del reddito dichiarato dal contribuente.
Fondamentalmente la richiesta al consumatore potrebbe essere quella di esibire le ricevute del mutuo (che vanno conservate per almeno 5 anni dalla scadenza della rata di riferimento) per le assicurazioni (da conservare 5 anni se sono state detratte dalla dichiarazione dei redditi, altrimenti uno) o le ricevute di pagamento dei contratti d’affitto (da conservare cinque anni).
L’occhio del Fisco guarda inoltre con attenzione soprattutto le ricevute di viaggi, hotel, biglietti acquistati per spostarsi (in treno o aereo) elettrodomestici ed arredi.
Ma queste comunque sono ricevute e non più scontrini.

Come conservare gli scontrini fiscali?
Anche nell’era dello scontrino elettronico è sempre bene sapere che la ricevuta stampata su carta termica, se conservata nella maniera corretta, può durare fino a 10 anni. Viceversa, se messa e dimenticata nel portafoglio, potrebbe iniziare subito a sbiadire e questo potrebbe essere un problema per chi vuole conservarla. Il calore infatti causa un deterioramento della stampa.
Ci sono casi in cui sia importante conservare documenti per un periodo più lungo: in questo caso per sicurezza è sempre consigliato fotocopiarli su carta normale.
Senz’altro poi è consigliabile mettere sempre da parte questi documenti:
- Attestati spese sanitarie
- Spese di viaggio (hotel, biglietti aerei)
- Spese veterinarie
- Spese per l’istruzione
- Abbonamenti a trasporti pubblici
- Acquisto di mobili oppure elettrodomestici

Quanti anni conservare scontrini tra quelli del proprio 730?
Il caso degli scontrini nel proprio 730 riguarda specialmente le spese sanitarie: in questo caso, se si presenta la dichiarazione precompilata il centro di assistenza fiscale o il commercialista è tenuto alla conservazione di tutta la documentazione. Ma questo è un aspetto importante solo in caso di discrepanze tra le cifre presenti nella dichiarazione precompilata e quelle effettivamente sostenute e dichiarate.
Il contribuente però potrebbe anche inviare autonomamente il documento precompilato: se lo fa senza apportare modifiche rispetto a quanto scritto dall'Agenzia sulle spese sanitarie la conservazione non è d'obbligo. Se ci sono invece modifiche il contribuente è tenuto alla conservazione degli scontrini per 5 anni.
Almeno per le spese sanitarie, non è più obbligatorio conservare gli scontrini cartacei per il 730: l'esborso per le prestazioni sanitarie viene direttamente registrato nel cassetto fiscale dell'Agenzia delle Entrate ed il contribuente potrà esibire il prospetto dettagliato delle spese sanitarie riportate nella dichiarazione precompilata. Si tratta di un documento scaricabile tramite il portale “Tessera Sanitaria”.
Tutto ruota quindi intorno alla dichiarazione dei redditi precompilata, dove ci sono alcuni voci già inserite: tra queste gli scontrini relativi alle spese sanitarie.
Le detrazioni possibili riguardano un’ampio spettro di prodotti e prestazioni sanitarie. Rientrano nell’elenco tutti i farmaci, anche quelli acquistati senza prescrizione medica, i dispositivi medici, i prodotti omeopatici, galenici e fitoterapici. Fanno parte della lista quelli a uso veterinario.
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