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Inizia l’anno accademico e, dopo due anni di pandemia, il  mercato delle residenze per studenti non è mai stato così attivo. I posti letto sono esauriti fin dall’estate e torna evidente l’annoso problema della carenza di offerta di alloggi gestiti da professionisti, in un mercato conteso da chi professionista non è. Maurizio Carvelli, Ceo di Camplus, ha fatto il punto con idealista/news sulle problematiche  legate al mercato delle case per studenti.

“Il mercato universitario nel 2022 è ripartito alla grande, - spiega Carvelli; - già da luglio i posti letto che Camplus poteva  offrire erano tutti esauriti. Quest’anno abbiamo rimesso sul mercato 4500 dei 9 mila posti a nostra disposizione ed erano esauriti già in estate, non abbiamo potuto riservarne nessuno per settembre”.

Come mai questo boom di richieste di alloggi per studenti?

“Il fenomeno è legato al mercato immobiliare in sé, più che ad un aumento delle richieste da parte degli studenti, - risponde Carvelli, - Molte delle abitazioni in precedenza messe a disposizione per il mercato universitario infatti ora sono state riservate ad altri usi, sottraendole alla disponibilità degli studenti e creando maggior tensione sul mercato, con conseguente aumento dei prezzi e della spesa per le famiglie. Non si tratta di inflazione, ma di aumento del turismo, che quest’anno è stato fortissimo e ha sbilanciato l’offerta verso un altro tipo di investimento, creando uno squilibrio sui prezzi”.

Di cosa c’è bisogno per ritrovare l’equilibrio sul mercato delle residenze studentesche?

“Servono da un lato più residenze specificamente create per studenti, e su questo si sta muovendo il Pnrr nazionale, ma dall’altro serve una riflessione da parte dei proprietari immobiliari, che devono capire su cosa vogliono investire. Governo e amministrazioni devono fare distinzione tra turismo, università e coliving, occorre definire chi fa che cosa”.

Quale soluzione proporre?

“Parigi e Berlino hanno preso le loro decisioni in questo senso (limitando gli affitti turistici, ndr); anche l’Italia deve decidere cosa fare perché questo elemento crea tensione nelle città turistiche. Il modello italiano è legato alla legge sulla locazione per gli studenti universitari, ma non c’è una legge sugli affitti turistici, cosa che ci vorrebbe per ricondurre le locazioni turistiche a una prestazione imprenditoriale e non locativa. In questo modo si potrebbe distinguere il mestiere di chi fa coliving da quello di chi fa affitto turistico da quello di chi fa affitti studenteschi, senza confondere i ruoli, le offerte e i servizi”.

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