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pastore

In quale modo il mercato immobiliare riuscirà ad uscire dalle secche in cui si è venuto a trovare e perché la situazione peggiora? sebbene la voglia di casa resti alta per gli italiani, qualcosa si è inceppato. Ne abbiamo parlato con Antonio c.g. Pastore, presidente di Osmi borsa immobiliare , Al termine del meca, il primo salone per la casa rivolto direttamente alle famiglie

Domanda. Qual è in questo momento il problema del mercato?

Risposta. Il mercato immobiliare è in una situazione critica perché manca il credito. Non è venuta meno la domanda, che resta alta, né l'offerta, che è abbondante e varia. Manca il catalizzatore, ossia i mutui. E soprattutto mancano i mutui che permettono davvero di comprare. Una volta la casa si comprava attorno ai 45 anni, con 15 anni di mutuo. Oggi servono 30 anni di mutuo, perché la propensione al risparmio è diversa, le circostanze lavorative si sono modificate e gli stipendi non sono cresciuti molto. Se non si può risparmiare un mutuo solido è l'unico modo per farcela

D. Gli italiani hanno ancora voglia di una casa di proprietà?

R. Abbiamo tanti guai, ma siamo un paese fortunato, perché la maggior parte di noi vive in una casa di proprietà. La voglia di casa resta del resto è comprensibile: pane e case si venderanno sempre, perché coprono due funzioni primarie della vita. Prendiamo una città come Milano. Da un lato abbiamo le nuove famiglie che si formano, quelle che crescono, per l'arrivo di un figlio, o i nuovi arrivi. Una domanda potenziale molto alta. Dall'altro lato abbiamo gli oltre 70mila studenti fuori sede, i city users, i trasfertisti, i manager di passaggio: una domanda di affitti molto alta. Quindi, sia per viverci, che per investimento, la domanda sarebbe alta. Ma torniamo al credito

D. È sempre una buona idea comprare casa?

R. Una casa oggi costa un po' di più, domani un po' di meno, sono i cicli. Ma alla fine ci vivi. Prendiamo la sofferenza del mercato dei titoli azionari: oltre ai soldi persi, che ci fai? il mattone resta una sicurezza, sia come abitazione, che come investimento

D. Il ritorno dell'ici e le nuove tasse non scoraggeranno ulteriormente i nuovi acquirenti?

R. L'ici è stata tolta nel 2008 e dal 2009 il mercato immobiliare è in crisi. Questo dimostra che non c'è nessuna relazione, dato che in fondo si tratta di una piccola patrimoniale di fatto, ma blanda, che poi ha come ritorno un corretto funzionamento dei comuni, e quindi migliori servizi per tutti. Quindi il vero problema resta uno: il credito

D. Cosa potrebbe fare il governo di utile per il settore?

R. Quello che ancora  manca è un piano generale per la crescita e lo sviluppo. Una patrimoniale sui grandi patrimoni, per esempio, non sarebbe nessuno scandalo, ma bisogna subito risolvere il problema della riattivazione dell'economia e ricordarsi che la filiera immobiliare rappresenta una parte fondamentale del pil italiano

D. Parliamo adesso del meca, il primo salone immobiliare dedicato alle famiglie. Qual è il bilancio?

R. Decisamente positivo. Quando abbiamo inventato questo modello non sapevamo come sarebbe andata, ma siamo più che soddisfatti. La partecipazione degli operatori e del pubblico è stata buona e la presenza di due grandi banche (bnl e intesa sanpaolo) dà speranza, perché significa che non vogliono mollare il settore

D. Qual è stato l'aspetto più significativo del meca?

R. Sono stati molti. Per prima cosa l'aspetto educativo, per aiutare gli acquirenti a capire come funziona il mercato, grazie alla presenza di consulenti ed esperti. In secndo luogo, certamente la qualità. Sui 7.400 appartamenti presentati la maggior parte avevano la classe a. Il risparmio energetico è la vera svolta che ridefinisce tutti i criteri di qualità di un immobile. I prezzi d'ora in poi dovranno riorientarsi tenendo conto delle caratteristiche energetiche degli immobili. Infine lo scenario in cui si è svolto il meca (palazzo dei giureconsulti, accanto al duomo, ha aggiunto un tocco di grande eleganza

D. Si ripeterà, quindi?

R. Assolutamente sí. Quando una fiera parte bene, poi cammina da sola

 

 

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4 Commenti:

1 Dicembre 2011, 18:44

R. Una casa oggi costa un po' di più, domani un po' di meno, sono i cicli. Ma alla fine ci vivi. Una casa costava di più, oggi costa meno, domani costerà ancora meno... ci vivi? e se devi vendere vai a dirglielo tu al proprietario che la sua casa non la vende al prezzo che l'ha pagata, vediamo cosa ne pensa. Il problema è che questi personaggi parlano tutti con il portafogli e i sacrifici degli altri

MASSIMILIANO PODESTà
2 Dicembre 2011, 9:36

Mi scuso, ma sono personalmente stupito dalla moltidudine di banalità lette nell'intervista.

Tutto vero, fino a prova contraria.

I mutui sono un problema perchè la gente avrebbe bisogno di finanziare l'80% del proprio acquisto.
Si è arrivati a queste percentuali perchè tutti vorrebbero vivere al di sopra delle proprie possibilità e, per farlo, stanno rodendo all'osso i risparmi in attesa di una ripresa dura a venire.

Ecco perchè è molto probabile che i prezzi scendano, altrimenti continuerà ad aumentare lo stock di invenduto con una ripercussione micidiale anche sulle aziende edili, sull'indotto, sul personale impiegato, ecc.

Mi chiedo poi cosa ci si possa fare con un'immobile a reddito quando il tasso di morosità in Italia è tra i più alti d'europa e la legge tutela sempre l'inquilino anche se abusivo o insolvente.

Experto avalado por idealista
2 Dicembre 2011, 17:46

Avere un tetto sopra la testa non è un optional

4 Dicembre 2011, 21:54

"Pane e case si venderanno sempre"

...e proprio per questo morboso attaccamento alla proprietà del mattone i nostri politici sapranno sempre e con estrema certezza dove andare a riscuotere soldi.
In Italia avrà un futuro chi capirà che la casa è un pesantissimo investimento da non fare, e sempre più gente se ne sta rendendo conto, o chi decide di emigrare... sempre più giovani.
Le case facciamole comprare ad Antonio pastore e a tutti coloro che si ostinano a minimizzare le madornali ripercussioni di un investimento immobiliare oggi e si arrogano il diritto di dire cosa deve fare la gente con i propri soldi e a proprio rischio e pericolo, mentre loro guadagnano fior di quattrini

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