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Contratto affitto canone libero
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La stipula di un contratto di affitto a canone libero permette al locatore e al conduttore di determinare liberamente ed autonomamente l’importo del canone da pagare. Scopriamo insieme di che cosa si tratta.

Tra i contratti di affitto più diffusi c’è il contratto di affitto a canone libero, il quale permette al locatore di mettere a disposizione di un altro soggetto un immobile, dietro pagamento di un corrispettivo in denaro liberamente pattuito dalle parti.

Che cos’è un contratto di affitto a canone libero

Il contratto di affitto a canone libero è un accordo pattuito tra due soggetti, un conduttore e un locatore, per la locazione di un immobile: il locatore, ossia il proprietario, concede al conduttore o inquilino il godimento di un immobile destinato ad abitazione dietro pagamento di una somma in denaro. Tale somma in denaro è il canone, il quale, in questo caso, può essere determinato liberamente dalle parti.

Questa tipologia di contratto di locazione deve essere redatto in forma scritta, pena l’annullamento, e al suo interno deve essere indicato l’importo del canone che è stato determinato di comune accordo dal locatore e dal conduttore dell’immobile. Ciò a cui bisogna prestare attenzione quando si compila il modello del contratto di affitto è la trasparenza: infatti, è fondamentale che non si verifichi alcun aumento del canone rispetto a quanto pattuito in precedenza dalle parti.

Quali immobili possono essere locati a canone libero

Per quanto riguarda il contratto di locazione a canone libero, esso non può essere stipulato per tutte le tipologie di immobili. L’immobile da locare, infatti, deve avere delle caratteristiche precise: deve essere dotato di certificato di agibilità rilasciato dal Comune e dell’attestato di prestazione energetica rilasciato da professionisti abilitati.

Le abitazioni che non possono assolutamente essere locate a canone libero sono gli immobili di pregio, gli immobili dell’edilizia popolare pubblica, ossia le “case popolari”, gli immobili di villeggiatura, per usi transitori oppure destinati a foresteria, e, infine, gli immobili non adibiti ad uso abitativo, come cantine e garage.

Quanto dura un contratto di affitto a canone libero?

La durata minima prevista dalla legge per un contratto di affitto a canone libero è di quattro anni. Allo scadere di questo periodo di tempo, il contratto si rinnova automaticamente per altri quattro anni: per questa ragione, il contratto di affitto libero è chiamato anche “contratto 4+4”. Il rinnovo automatico della locazione avviene sempre, a patto che non si verifichi una di queste due condizioni: il locatore rende noto al conduttore il proprio “diniego di rinnovo”; il conduttore si avvale del diritto di recesso, non previsto per il locatore.

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Che durata in anni è prevista per il contratto di locazione abitativa a canone libero?

La durata in anni minima per un contratto di locazione abitativa a canone libero è di quattro anni.

Che differenza c’è tra contratto libero e contratto concordato?

Un contratto libero prevede libertà nella determinazione del canone e delle clausole da inserire all’interno dell’accordo. Un contratto concordato, invece, prevede che l’importo del canone da pagare venga determinato in base a specifiche tabelle comunali di riferimento.

Qual è il contratto di locazione più conveniente?

Il contratto di locazione più conveniente è quello concordato, in quanto ha il pregio di essere più economico rispetto ad un contratto libero.

Quando conviene il canone libero?

Il contratto a canone libero, essendo quello con la durata più lunga, conviene a chi prevede di abitare un immobile per molto tempo.

Il titolare può registrare presso l’Agenzia delle Entrate un contratto che sia già stato firmato in maniera digitale. Idealista offre ai proprietari e agli agenti immobiliari un servizio gratuito per la creazione di contratti di affitto con firma online.

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