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Che cos'è l'usufrutto di una casa, cosa dicono le norme
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L'usufrutto è un diritto reale minore ed è regolato dall'articolo 978 e seguenti del Codice civile. Vediamo cosa dicono le disposizioni normative.

Nello specifico, l'articolo 978 del Codice civile recita: "L'usufrutto è stabilito dalla legge, o dalla volontà dell'uomo [587, 785, 1350 n. 2, 2643 n. 2, 2648]. Può anche acquistarsi per usucapione". Secondo l'articolo 979 c.c., "la durata dell'usufrutto non può eccedere la vita dell'usufruttuario. L'usufrutto costituito a favore di una persona giuridica non può durare più di trent'anni".

In base a quanto previsto dall'articolo 980 c.c., "l'usufruttuario può cedere il proprio diritto [965] per un certo tempo o per tutta la sua durata, se ciò non è vietato dal titolo costitutivo [1350 n. 2, 2643 n. 2, 2810]. La cessione deve essere notificata al proprietario; finché non sia stata notificata, l'usufruttuario è solidalmente obbligato con il cessionario verso il proprietario".

L'articolo 981 c.c. sottolinea poi che "l'usufruttuario ha diritto di godere della cosa, ma deve rispettarne la destinazione economica [986, 996, 1015, 2561 2]. Egli può trarre dalla cosa ogni utilità che questa può dare, fermi i limiti stabiliti in questo capo". E l'articolo 982 c.c. recita: "L'usufruttuario ha diritto di conseguire il possesso della cosa di cui ha l'usufrutto, salvo quanto è disposto dall'articolo 1002".

A idealista/news, il notaio Guido De Rosa ha spiegato che "l'usufrutto è un diritto reale e parziario. Reale perché riguarda un bene, in questo caso un bene immobile, parziario perché coesiste con un altro diritto che è quello di nuda proprietà. L'usufruttuario ha diritto di usare il bene e di ricavarne qualsiasi profitto, come ad esempio, affittarlo per riscuoterne un canone o anche decidere di concederlo in comodato. Dal canto suo, il nudo proprietario è titolare di un'intestazione, priva di significato nel momento in cui l'atto viene costituito, ma che diventerà una piena proprietà nel momento in cui l'usufrutto cesserà".

In merito alla durata dell'usufrutto, il notaio De Rosa ha sottolineato: "Se è costituito a favore di una persona fisica può durare al massimo per la durata della vita di questa persona, se è a favore di un ente, ovvero una persona giuridica, non può durare più di trent'anni". Aggiungendo: "Se io sono titolare di un diritto di usufrutto che dura trent'anni e ne ho goduto per cinque anni posso usufruire il mio diritto di usufrutto a titolo oneroso o gratuito". 
 

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