idealista/news ha incontrato Marcello Ciccaglioni, ideatore di questo spazio culturale
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Nel settore librario a Roma e nel Lazio sono a rischio 450 librerie che occupano oltre 1.500 addetti a vario titolo. A renderlo noto lo scorso maggio sono stati il presidente del Sil Confesercenti di Roma e del Lazio e il vice presidente nazionale, Guido Ciarla. In un settore che risulta in crisi, c’è chi ha deciso di non arrendersi e di dedicare uno spazio di 750 mq ai libri (ma non solo), con l’obiettivo di fare cultura e creare una comunità. Una sfida non di poco conto, ma che Marcello Ciccaglioni, libraio da sessantadue anni, ha deciso di raccogliere e, perché no, vincere. Come? Lo ha spiegato a idealista/news che lo ha incontrato nella sua Libreria Eli, in viale Somalia, 50/A, a Roma.

Libreria Eli, Roma
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Quando nasce questo spazio e perché?

“Questo spazio, che occupa 750 mq, nasce sei anni fa. Io sono qui da circa venticinque anni perché in precedenza questo ambiente, che oggi è una libreria, era il magazzino e l’amministrazione delle librerie Arion, che in parte sono state chiuse e in parte sono state cedute.

Così sei anni fa questo spazio si è liberato e io, che svolgo questo mestiere da sempre con grande passione, in funzione dell’esperienza maturata, ho riflettuto su come potevo reinventarmi una libreria che però potesse continuare a vivere.

Bisogna infatti considerare che nel tempo sono cambiate le abitudini ed è cambiato il rapporto delle persone con i libri, tanto che in Italia hanno chiuso circa 3.500 librerie. Noi però non vogliamo arrenderci al fatto che i libri cartacei non si vendono più”.

Libreria Eli, Roma
idealista/news

Come è strutturato questo spazio?

“C’è una sala dove abbiamo soltanto mille titoli, però i mille titoli dei libri nuovi sono scelti da noi. La sala centrale, invece, che può contenere fino a 110 persone, nasce proprio per far incontrare le persone. Qui organizziamo presentazioni, conferenze, corsi di lingue, di yoga, e tanti altri eventi.

Libreria Eli, Roma
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Un’altra cosa importante è la Galleria d’Arte: da un anno infatti ospitiamo la Galleria della Tartaruga, una galleria d’arte importantissima che per settant’anni è stata in via Sistina e che ogni quindici giorni organizza qui da noi delle mostre.

Libreria Eli, Roma
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Poi qui risiede la più antica casa editrice romana, la Palombi, che fino a tre anni fa si trovava in via dei Gracchi. Abbiamo infine una sala di circa 200 mq dove ospitiamo un’azienda di Orvieto che ha 150 anni di storia e che produce vino, perché i nostri incontri, soprattutto le presentazioni, si concludono sempre con un brindisi. I libri e i vini, se sono di qualità, non possono che far piacere a tutti”.

Libreria Eli, Roma
idealista/news

Come si è partiti dai libri e si è arrivati all’offerta di così tanti servizi?

“Se negli ultimi anni hanno chiuso oltre 3.000 librerie evidentemente un’attività commerciale che si regge solo sulla vendita di libri non ce la può fare. In Italia ormai esistono o piccole librerie gestite a livello personale o librerie editoriali.

Uno spazio come questo, così grande, non poteva essere riempito solo di libri e vivere soltanto di essi, allora ci siamo inventati queste situazioni che tutte sostengono i libri. Questo sistema ci dà la possibilità di scegliere i libri, avendo un supporto economico da parte di tutte le altre attività che svolgiamo. Io sono sempre stato un indipendente, per me è sempre stato importante avere la libertà di fare delle scelte.

Direi che questa libreria rappresenta uno spazio culturale, dove si fa cultura a 360 gradi.

Libreria Eli, Roma
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Diamo anche la possibilità di pubblicare un proprio manoscritto conservando i diritti d’autore. In sostanza, pubblichiamo cento copie, chiediamo di presentare il libro da noi e dopo sessanta giorni se sono rimaste delle copie queste ultime devono essere acquistate al prezzo di costo dall’autrice o dall’autore, i diritti d’autore però rimangono in capo all’autrice o all’autore stessi”.

Libreria Eli, Roma
idealista/news

Una delle iniziative si intitola “Libri che pesano”, che cosa vuol dire?

“L’iniziativa i ‘Libri che pesano’ nasce dall’esigenza di essere creativi. Abbiamo 20mila titoli che in linea generale ci vengono donati. Adesso stanno nascendo molte librerie vintage, dove però i testi, soprattutto se si tratta di prime edizioni o di edizioni particolari, cominciano ad avere dei costi piuttosto importanti. A noi è sembrato invece giusto far rivivere questi libri. ‘Libri che pesano’ vuol dire che vendiamo questi libri a peso.

Libreria Eli, Roma
idealista/news

Ma voglio spiegare molto bene questa iniziativa, perché vendendo questi testi al chilo può sembrare che andiamo a denigrarli. Non è così. Un libro può pesare anche 200 grammi ed essere un libro davvero importante, però ci deve essere un parametro, che in questo caso è 1 chilo 10 euro, ma non bisogna per forza acquistare un chilo di libri, si può acquistare anche un libro soltanto da 200 grammi. C’è una bilancia, lo si pesa e si paga in funzione del peso. È una cosa che diverte molto e a volte si trovano prime edizioni, libri molto importanti”.

Libreria Eli, Roma
idealista/news

Aprire uno spazio del genere, concentrarsi sui libri, è una scommessa al giorno d’oggi. Una scommessa vincente?

“Scommessa vincente significa anche fare molta attenzione. Stiamo ad esempio molto attenti a creare un ambiente accogliente, che possa far sentire a proprio agio le persone. Nei vari salotti che abbiamo all'interno del nostro spazio spesso vengono persone che si siedono, che si danno appuntamento, ed è una cosa che ci fa molto piacere”.

In una città come Roma che significa portare avanti un progetto di questo tipo?

“Non lo so. Con questo spazio io mi sono inventato questa situazione. Quello che posso dire è che si possono trovare dei locali dove poter fare queste cose, però

quello che è importante è che per fare questo lavoro bisogna avere passione, abnegazione.

Io lo faccio ancora con moltissima passione. Tra l’altro lo prendo come un regalo, perché alla mia età avere ancora l’emozione di fare qualcosa di nuovo è molto importante. Ma al di là della mia persona, qui ci sono ragazzi – Diego, Carlotta, Francesco – bravissimi. Bisogna creare un team capace di accogliere e di far stare bene le persone. Non è soltanto un fatto di locali, è importante anche avere questa passione.

Libreria Eli, Roma
idealista/news

Qui generalmente arrivano dalle 800 alle 1.000 persone. Escono tutte soddisfatte, anzi meravigliate, perché scendendo a viale Somalia una rampa che sembra condurre a un magazzino, poi trovano uno spazio che imita una libreria del Village di New York. Si trovano in un ambiente che fa rimanere tutti sorpresi”.

Ha un sogno?

“Sì, mi piace sognare.

Il mio sogno è proprio quello di creare una comunità, qualcosa di unico.

La libreria più famosa al mondo è la Shakespeare and Company che si trova a Parigi e che è nata nel 1914. Nel tempo ha cominciato ad essere frequentata da personaggi come Joyce ed Hemingway, diventando quindi mitica.

Mi piacerebbe realizzare proprio qualcosa di questo tipo, uno spazio frequentato sempre di più dalle persone che hanno il piacere di incontrarsi. Venire in un posto del genere e ascoltare delle persone può soltanto arricchire”.

Libreria Eli, Roma
idealista/news

Nella sua vita professionale cosa le ha dato più soddisfazione?

“Io vendo libri da sessantadue anni. Per me è stato un viaggio straordinario. Vendere libri è stato un percorso molto importante perché mi ha fatto crescere. Ho conosciuto un po’ tutti i grandi personaggi che ruotano attorno a questo mondo, i vecchi editori, da Giulio Einaudi a Bompiani.

Libreria Eli, Roma
idealista/news

Negli Anni ’80 sono stato tra i quindici librai più importanti d’Italia premiati e portati negli Stati Uniti per conoscere la realtà americana. Un'esperienza che è stata molto importante per me, perché lì ho creato i presupposti di Arion, ispirandomi alla catena di librerie 'Barnes & Noble'. Posso dire che il libraio è un lavoro fantastico”.

Libreria Eli, Roma
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