
Il settore del turismo e hospitality è stato tra i più colpiti dalla pandemia, con ripercussioni sull’intera value chain, su domanda e offerta: nel 2020 in Italia è stato registrato un calo del 60% dei visitatori rispetto al 2019. La fotografia di Deloitte.
Secondo Deloitte, nel 2020 ci sono statti circa 70 milioni di visitatori in meno rispetto all’anno precedente, oltre una riduzione dei pernottamenti turistici di circa 224 milioni, per una perdita complessiva di 95 miliardi di euro. I visitatori internazionali sono diminuiti del -71%, mentre quelli domestici sono calati del -46%.
Guardando ai primi dati del 2021, la situazione non è ancora particolarmente migliorata: rispetto a febbraio 2020, quando ancora era consentito viaggiare, le spese dei viaggiatori stranieri in Italia sono diminuite del -79% (357 milioni di euro), mentre la spesa degli italiani all'estero è calata del -69,5% (430 milioni di euro).
Turismo 2021-2024: le previsioni di Deloitte
Al momento si possono formulare varie ipotesi su quando avrà luogo l’effettiva ripresa del settore, con un ritorno a valori comparabili al 2019, ma è verosimile che per il mercato domestico la svolta non avverrà prima del 2023, mentre si parla del 2024 per il mercato internazionale.
“Queste previsioni sono state fatte al termine del 2020, prima dell’avvio della campagna vaccinale, commenta Tommaso Stranieri, Hospitality Leader di Deloitte. - Auspicabilmente l’efficacia della campagna stessa potrà migliorare le performance del settore già a partire dal 2021. La fase di Recovery per il settore Hospitality tout-court sarà comunque più lunga rispetto ad altri settori colpiti dalla pandemia, ed è fondamentale che tutti gli operatori dell’ecosistema turismo utilizzino questo periodo di transizione per prepararsi alla nuova fase di prosperità, approntando investimenti di diversa natura con la finalità di migliorare le proprie performance ed essere pronti ad accogliere e gestire il viaggiatore del futuro”.
Il turismo del futuro: auto a noleggio e case vacanze
Se la voglia di viaggiare è rimasta invariata, ciò che è cambiato sono i desiderata dei turisti. Le preferenze per le destinazioni di villeggiatura si sono modificate, con una ricerca più robusta per le cosiddette secondary destinations a discapito delle mete più tradizionali quali le grandi città d’arte come Roma, Venezia e Firenze. Inoltre, è diversa la modalità di trasporto ricercata, aumentano le richieste di auto a noleggio a discapito del tradizionale volo low cost, ed anche la tipologia di alloggi ricercati è differente: avanza l’interesse per le case vacanza a discapito degli hotel.
Questo cambiamento di approccio è rispecchiato anche dalle intenzioni di viaggio dichiarate dai consumatori italiani a maggio 2021. Come si evince dai dati del Deloitte State of Consumer Tracker, rispetto a qualche mese fa gli italiani sono ora più propensi a programmare viaggi nelle prossime settimane, ma per quanto ci sia sicuramente un miglioramento nel dichiarato, bisogna ricordare che il 38% degli italiani preferisce rimandare la pianificazione di viaggi a quando la situazione pandemica sarà migliorata.
Al momento, infatti, una delle priorità dei turisti, italiani e stranieri, rimane il fattore sicurezza. La preoccupazione per la propria salute rimane un tema rilevante per il 47% degli italiani e il 57% dei consumatori stranieri, e le cifre aumentano se si parla della preoccupazione per la salute dei familiari: 61% per l’Italia e 64% per gli stranieri. Di riflesso, sono ancora numerosi i turisti che non si sentono sicuri ad alloggiare in albergo o prendere un volo, tra gli italiani solo il 43% di dichiara sicuro a soggiornare in hotel, mentre il 32% a volare.
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