Il murale realizzato da Banksy a Venezia verrà temporaneamente rimosso dalla parete per essere restaurato.
Commenti: 0
Migrant Child, il murale di Banksy a Venezia
Wikimedia Commons - Gorup de Besanez Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0
Gabriella Dabbene (Collaboratore di idealista news)

Non è raro che Banksy e le sue opere siano oggetto di accese polemiche tra amanti e detrattori dell’artista. A volte esse vertono sul possibile significato della sua street art, provocatoria e dissacrante, che si ispira a tematiche attuali a loro volta assai discusse dal pubblico: sfruttamento dei minori, violenza domestica, maltrattamento degli animali, repressione violenta da parte della polizia, la brutalità della guerra e molto altro ancora. 

Ultimamente, a suscitare una nuova controversia è stata la notizia dell’imminente rimozione e restauro del murale di Banksy che si trova a Venezia, e intitolato Migrant Child: i lavori, annunciati nel marzo del 2024, sono iniziati proprio in queste settimane.

Dove si trova il murale di Banksy a Venezia

Sono solo 3 in Italia le opere dello street artist britannico che porta il nome di Banksy: due si trovano a Napoli - la Madonna con la pistola e la Madonna con Coca Cola e patatine - e uno a Venezia, ossia Migrant Child (“Il bambino migrante”): quest’ultimo murale è stato realizzato nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2019 su una facciata dello storico Palazzo San Pantalon; il palazzo è situato a Venezia nel sestiere di Dorsoduro, non lontano dall’Università Ca’ Foscari, e si affaccia direttamente sul Rio Novo. 

Palazzo San Pantalon con il murale di Banksy
Wikimedia Commons - SteveLoughran Creative Commons Attribution 4.0

Perché il Migrant Child sarà rimosso e restaurato?

Poiché Migrant Child è stato realizzato praticamente a pelo d’acqua, esso non è esposto solo all’umidità e alle intemperie ma anche alla salsedine e alle onde del Rio Novo: di conseguenza il suo degrado è stato rapidissimo, e non è trascorso molto tempo prima che turisti e passanti cominciassero a notarne le crepe e i colori sbiaditi

Alcune figure politiche di spicco, tra cui il Sindaco di Venezia e l’ex Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, si sono mobilitate per la sua messa in sicurezza, nonostante l’opera non potesse rientrare di diritto tra i beni culturali tutelati dallo Stato.

Nel marzo del 2024, Banca Ifis ha effettuato l’acquisto di Palazzo San Pantalon e annunciato l’intenzione di rimuovere temporaneamente il murale di Banksy dalla facciata, nel contesto di un imponente intervento di riqualificazione che riguarderà l’intero edificio: Palazzo San Pantalon diventerà la sede veneziana della banca e ospiterà al suo interno uno speciale spazio espositivo aperto al pubblico e dedicato alla street art, come parte del progetto Ifis Art. Quanto a Migrant Child, esso sarà oggetto di una meticolosa opera di restauro, per garantirne il ripristino e la preservazione nel tempo.

Come verrà tolto il murale di Bansky dalla parete

Riesce difficile immaginare l’idea di staccare un murale dalla parete in cui è stato realizzato senza provocare ulteriore danni alla sua già fragile struttura: eppure questa possibilità esiste, grazie alla cosiddetta “tecnica dello strappo” sviluppata da artigiani e restauratori specializzati sin dal XVIII secolo. La tecnica consiste nel ricoprire il murale e parte della relativa parete con una tela di stoffa, staccandola poi lentamente e attentamente con uno speciale scalpello; alla tela viene fatto aderire anche lo strato più superficiale della parete, compresa l’opera stessa, che viene così rimossa dal muro e salvaguardata per il restauro. 

Sarà lo studio Zaha Hadid Architects a curare la rimozione e il restauro dell’opera, ma sempre sotto la vigilanza della Sovrintendenza alla Cultura. Non è stato ancora confermato se Migrant Child verrà ricollocato nella sua posizione originaria o no ovvero sistemato nel futuro spazio espositivo all’interno del palazzo.

murale di Banksy con acqua alta a Venezia
Wikimedia Commons - Marconatolli Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0

I dibattiti sulla conservazione del murale di Banksy

L’annuncio della rimozione del murale ha scatenato numerosi dibattiti tra chi supporta il progetto di restauro e chi ne mette in discussione la legittimità, in assenza di autorizzazione da parte dell’autore. Vittorio Sgarbi, tra i principali promotori della messa in sicurezza, non ha dubbi sull’argomento, come riporta una nota ufficiale del Ministero della Cultura sull’argomento:

Non ci interessa se l’opera abbia o no più di settant’anni, né se l’autore sia vivo e neppure se ci dia il consenso al restauro, dal momento che, tra l’altro, il murales è stato realizzato "illegalmente": mi assumo io la responsabilità dell’intervento avendo la delega sull’arte contemporanea, ed è mio compito tutelarla.

Non sono mancati tuttavia coloro che hanno provato a sottolineare la natura volutamente effimera delle opere di Banksy, giudicando “forzato” il restauro di un’opera destinata al deterioramento in quanto metafora della fragile vita umana. Citiamo a questo proposito l’intervento dello street artist Evyrein: “Banksy non era uno sciocco; era pienamente consapevole che la sua creazione in riva al mare non era destinata a durare. Restaurarla va contro la tendenza”.

Com’è fatto il murale di Banksy a tema immigrazione

Migrant Child, o Il Bambino Migrante, è un murale che sembra invitare a riflettere sia sulla crisi migratoria che su quella climatica, temi attualissimi e molto sentiti anche nella città di Venezia. Il soggetto è un bambino che indossa un giubbotto salvagente e tiene in mano un razzo segnaletico: la speranza è che il fumo rosa che si diffonde attorno a lui attiri l’attenzione dei soccorritori, e che essi riescano a trarlo in salvo prima che le acque del canale, che già gli arrivano alle gambe, lo sommergano del tutto.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account

Etichette