
Siena è una della città più visitate della Toscana e dell’Italia: è infatti un rarissimo esempio di città medievale ottimamente conservata. Passeggiare per il centro significa godere della bellezza di palazzi antichi, musei e opere d’arte, senza poi tralasciare le sue sentite tradizioni. Se vuoi vedere la città con un occhio diverso e scoprire alcuni piccoli segreti del centro, ecco alcune curiosità su Siena davvero interessanti.
Perché si chiama Torre del Mangia?
La Torre del Mangia è uno dei monumenti più iconici della città e si erge maestosa accanto al Palazzo Pubblico in Piazza del Campo, la celebre piazza di Siena che sembra in discesa. Ma perché questo nome curioso? La torre prende il suo nome da Giovanni di Balduccio, detto "Mangiaguadagni".
Si raccontava che il primo campanaro che lavorò lì usava dilapidare i suoi guadagni, e da qui il soprannome particolare. Il nome Mangia, però, rimase fisso nella memoria dei senesi, tanto da resistere anche quando il meccanismo della campana fu meccanizzato.

Le teste mozzate in giro per la città
Una delle curiosità su Siena meno note riguarda la presenza di "teste mozzate" sparse per la città. Queste sculture, che adornano alcuni edifici senesi, rappresentano figure umane con il capo mozzato. Un esempio è in Via dei Rossi, dove si trova il palazzo della testa mozzata e del Diavolo Rosso. Si dice che la persona sulla peculiare scultura fosse proprio il proprietario del palazzo.
Le 17 contrade di Siena
Le contrade di Siena sono il cuore pulsante della città e rappresentano una delle divisioni in zone antiche e radicate. Ogni contrada è un piccolo mondo a sé stante, con la propria identità, i propri colori e simboli. Sono 17 in totale e ognuna di esse partecipa al famoso Palio di Siena, una corsa di cavalli che si svolge due volte l'anno in Piazza del Campo.
Oggi i cosiddetti “terzi di Siena” e le relative contrade sono tutte comprese nel centro storico, uno dei luoghi più belli dove vivere in città e cercare, pertanto, case in vendita o in affitto.

Il quadrato magico
Si tratta di uno degli enigmi classici del mondo latino e anche a Siena ce n’è uno. Questo quadrato è composto da parole disposte in modo tale da poter essere lette in tutte le direzioni, formando sempre la stessa sequenza. Al centro, invece, una croce riporta sempre la stessa combinazione di lettere, la parola palindromica TENET. Potrai vedere il quadrato sul fianco nord del Duomo di Siena, tra i bellissimi marmi policromi.

La "dama ignuda" alla finestra
Molto curiosa anche la storia della "dama ignuda", ovvero una particolare scultura in Vicolo degli Orbachi. Questa statua, situata in una posizione insolita, si affaccia da una finestra di un antico edificio nel centro storico della città. In realtà la statua esiste dal 1995 ed è stata realizzata dall’artista Pier Luigi Olla su commissione della Contrada del Bruco che, non a caso, compare nella composizione.
Il simbolo della città: la Lupa senese
Sapevi che il simbolo indiscusso della città è la Lupa senese? Questo emblema rappresenta una lupa che allatta due gemelli, un'immagine che richiama immediatamente alla mente la leggenda di Romolo e Remo, i fondatori di Roma.
Secondo la tradizione, Siena fu fondata dai figli di Remo, Senio e Ascanio, che fuggirono da Roma portando con sé la statua della Lupa come simbolo di protezione e legame con le loro origini.

Le curiosità sul Palio di Siena
Sono molte le curiosità e le ritualità sul Palio di Siena da scoprire e da conoscere. La corsa risale infatti almeno al XII secolo ed è legata alle celebrazioni in onore della Vergine Assunta. Interessantissima, per esempio, la benedizione del cavallo, che si conclude sempre con la formula “Vai e torna vincitore”.
Tra le curiosità sui fantini e sulle contrade, ci sono alcuni record difficilmente eguagliabili. Per esempio, la contrata dell’Oca ha vinto più Palii in assoluto, ben 63. Mentre ben due fantini hanno vinto ben 15 volte, anche se in contrade differenti. Infine, i fantini non sono stati solo uomini: due donne hanno corso il Palio di Siena, si tratta infatti di Virginia Tacci nel 1581 e Rosanna Bonelli nel 1957.

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