Al rientro dalle ferie bisogna riorganizzare lo smart working: come rendere gli ambienti confortevoli e la postazione ergonomica.
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Smart Working al rientro dalle ferie
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Per molti il rientro dalle ferie coincide con il ritorno allo smart working, che dopo la pandemia è diventata una consuetudine molto diffusa. Si tratti di un’occupazione interamente svolta da casa, oppure di un lavoro in ufficio che prevede qualche giorno alla settimana da remoto. Ed è proprio per questo che bisognerebbe approfittare della fine delle ferie per organizzare al meglio le proprie attività lavorative domestiche, rendendo l'ambiente efficiente e confortevole e massimizzando di conseguenza il proprio rendimento. Ma che fare, quali sono le buone abitudini da seguire per uno smart working senza troppi intoppi?

Per ottimizzare al meglio il lavoro da casa, è necessario agire su più fronti. Il primo è quello del rinnovamento degli ambienti, ad esempio con la ristrutturazione di una piccola stanza da dedicare a studio e la ricerca di mobili che siano il più possibile ergonomici. Poi, è necessario anche affrontare l’organizzazione del tempo, per evitare di rimanere in ritardo sulla propria tabella di marcia o, al contrario, di trovarsi con orari di lavoro troppo dilungati. Di seguito, qualche utile consiglio.

Smart working: le buone abitudini

Come già accennato, al rientro dalle ferie è innanzitutto necessario rendere gli spazi di lavoro domestici più confortevoli, privi di distrazioni e dotati di tutti gli strumenti necessari per eseguire i propri compiti al meglio. In alcuni casi potrebbe essere necessario un piccolo investimento, ad esempio per l’acquisto di nuovi mobili, ma si tratta di spese che vengono più che abbondantemente ottimizzate nel tempo.

Organizzazione degli ambienti: ridurre il rumore
 

Smart working e rumore
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Partendo proprio dall’organizzazione degli spazi e degli ambienti da lavoro, l’ideale sarebbe poter disporre di una stanza da trasformare in studio, affinché ci si possa isolare dal trambusto che spesso caratterizza gli ambienti domestici. Tentare di lavorare dal salotto, con i bambini che giocano o con gli amici a quattro zampe che richiedono attenzioni, potrebbe essere tutto fuorché semplice.

Individuata la stanza, il passo successivo è quello di cercare di ridurre il più possibile il rumore di sottofondo, che potrebbe rappresentare una fonte di distrazione. Per farlo ci si può avvalere di:

  • Tappeti: ricoprire il pavimento di tappeti, soprattutto se di buon spessore, aiuta ad assorbire i rumori che potrebbero risultare molesti;
  • Pannelli fonoassorbenti: si applicano direttamente alle pareti, anche con una certa facilità, e riducono sensibilmente il rumore proveniente dalle altre stanze della casa. Spesso li si trovano già rivestiti di stampe e altri design, affinché non siano necessarie opere di tinteggiatura dopo la loro applicazione;
  • Tendaggi fonoassorbenti: se lo studio si affaccia su una strada particolarmente trafficata, il rumore delle auto - tra motori e clacson - potrebbe rendere difficile la concentrazione. Fortunatamente, in commercio esistono delle cosiddette tende fonoassorbenti: presentano uno spessore generoso e tra uno strato di stoffa e l’altro includono materiali high-tech che limitano i suoni molesti. Basterà quindi applicarli su porte e finestre.

Smart working: l’ergonomia della postazione

Ridotto il livello del rumore nel proprio studio domestico, è necessario pensare alla postazione di lavoro. Spesso si sottovaluta l’importanza di mantenere una postura corretta anche a casa e, così, lo smart working si traduce in un’attività poco salutare per il nostro fisico. Mal di schiena, cervicale, torcicollo e tunnel carpale sono tutte manifestazioni tipiche di chi lavora in poltrona o, ancora, sceglie il tavolo della cucina, senza preoccuparsi delle altezze.

È invece indispensabile investire su una scrivania ergonomica - meglio se regolabile in altezza al bisogno, a seconda delle necessità - e soprattutto di una seduta altrettanto economica. Dopodiché, bisogna posizionare eventuali schermi ad altezza degli occhi, affinché non si pieghi il capo per osservare il display. Per evitare dolori e fastidi, schiena e braccia adagiate alla scrivania dovrebbero formare un angolo retto. Ancora, si può pensare di acquistare dei poggiapolsi per rendere la digitazione più confortevole, così come anche mouse ergonomici e attrezzi per mantenere in movimento in piedi e agevolare la circolazione, come i pedali da cyclette da posizionare sotto la scrivania.

Connessioni e smart working

Smart working e connessioni
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Un altro elemento da non ignorare, soprattutto quando si dovrà lavorare in smart working per lunghi periodi, è quello della qualità delle connessioni. D’altronde, lavorare da remoto significa dover rimanere connessi per gran parte della giornata, possibilmente con collegamenti stabili o di alta qualità.

Oltre alle normali connessioni via cavo - si tratti di rame o fibra - è sempre utile sottoscrivere un abbonamento mobile 4G o 5G, da utilizzare come backup in caso di guasti. Si potrà utilizzare poi lo smartphone come hotspot per collegare tutti i dispositivi - come ad esempio computer o tablet - oppure acquistare un router abilitato alle connessioni cellulari.

Se la propria abitazione non fosse coperta da connessioni cablate, vale la pena ricordare come esistano diversi operatori FWA (Fixed Wireless Access) che operano su tutto il territorio nazionale. Tramite l’installazione di una piccola antenna, sul balcone o sul tetto di casa, offrono una connessione del tutto stabile.

Organizzare il lavoro per lo smart working

Superati gli intoppi strutturali e abitativi, è tempo di entrare più nel dettaglio nell’organizzazione stessa del lavoro. Spesso in smart working si tende a lavorare più ore di quanto realmente necessario o, al contrario, lasciarsi prendere dalla pigrizia e trovarsi così con un accumulo eccessivo di compiti arretrati. È quindi necessario adottare un buon planning:

  • seguire il più possibile orari d’ufficio, senza lesinare il tempo da dedicare allo svago o, peggio, al sonno;
  • evitare distrazioni e tentazioni, poiché possono rendere più complessa la giornata lavorativa. Ad esempio, bisognerebbe imporsi di non visitare i social oppure i portali video negli orari di lavoro;
  • concedersi delle pause, con lo stesso ritmo che si seguirebbe in ufficio;
  • evitare di prendere lavori aggiuntivi, per senso di colpa di essere rimasti a casa, poiché influiscono negativamente sul tempo da dedicare al riposo.

Rientro dalle ferie e smart working: i dubbi più comuni

Dopo il rientro dalle ferie, la necessità di riorganizzare lo smart working potrebbe alimentare dubbi e confusione, che potrebbero rendere più gravose le attività lavorative quotidiane. Ma quali sono quelli più frequenti fra i lavoratori?

Come affrontare il rientro al lavoro dopo le ferie?

Similmente al rientro in ufficio, anche il ritorno allo smart working dopo le ferie richiede una certa attenzione e, soprattutto, una buona determinazione. Così come già spiegato, in questo periodo è utile riorganizzare gli spazi, rendere la propria postazione più silenziosa ed ergonomica e controllare la connettività domestica, preferibilmente approfittando anche di un servizio di backup. Ancora, è utile impegnarsi a pianificare le proprie incombenze quotidiane, affinché vi sia sempre un buon bilanciamento tra necessità lavorative, tempo libero e riposo.

Chi è in smart working può uscire di casa?
 

Lavoro da remoto
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A livello normativo, non vi sono particolari limitazioni nell’uscire di casa durante le ore di smart working, poiché si presuppone che la necessità di lavorare da remoto risponda a criteri di progetto e non di presenza oraria. Tuttavia, molto dipende dagli accordi presi con il proprio datore di lavoro. Vi sono alcuni datori che, come già spiegato, si orientano su obiettivi: affidano un task al dipendente da remoto e una scadenza, dopodiché il lavoratore può scegliere come e quando svolgerlo. Altre realtà invece richiedono il rispetto degli orari lavorativi d’ufficio, con specifiche fasce di presenza, e di conseguenza bisogna rimanere disponibili in questo lasso di tempo. Questo non vuol dire automaticamente che non si possa uscire di casa, vuol dire che deve essere assicurata la disponibilità: il luogo da dove si lavora, che si tratti del proprio appartamento, del giardino o di una biblioteca, non è rilevante.

Come cambiare la postazione dello smart working?

Come già spiegato nei paragrafi precedenti, è utile regolare la postazione di casa per rendere lo smart working meno gravoso. Ciò comporta la predisposizione di una scrivania ergonomica e con la possibilità di regolazione in altezza, di una seduta altrettanto economica e dell’installazione di schermi ad altezza occhi. Si possono poi utilizzare dispositivi che migliorano l’esperienza di lavoro da remoto, come tastiere e mouse ergonomici, poggiapolsi, luci LED calde per non affaticare la vista e molto altro ancora.

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