Ospitalità gratuita: una panoramica su diritti, doveri, aspetti fiscali e implicazioni legali di una prassi comune.
Commenti: 0
Un cartello in ferro con la scritta Welcome, benvenuto in. inglese
Pixabay

Il contratto di ospitalità gratuita rappresenta una soluzione piuttosto flessibile e spesso conveniente per chi desidera offrire o ricevere alloggio senza scambio di denaro con una scadenza temporale e l'obbligo della restituzione. Tuttavia, sebbene possa sembrare un accordo semplice, è importante conoscere le implicazioni legali che ne derivano. Questo, infatti, è regolato da alcune norme specifiche che possono essere applicate in diverse occasioni come, ad esempio, ospitalità per scambi culturali o alloggi temporanei. Vediamo, dunque, più nello specifico le varie casistiche e, soprattutto, tutti gli elementi legislativi che regolano il contratto di ospitalità gratuita. 

Cos'è e cosa prevede il contratto di ospitalità gratuita

Per comprendere effettivamente cos’è il contratto di ospitalità gratuita si deve far riferimento all’art. 1803 del Codice Civile. Qui, infatti, viene descritto come un accordo tra due parti, una sorta di contratto di comodato d’uso gratuito in cui il comodante concede a comodatario, per un determinato periodo di tempo, l'uso di un immobile senza nessun tipo di corrispettivo economico. Quello che si evince da questo articolo, dunque, sono le caratteristiche essenziali di un contratto di ospitalità gratuita: 

  • Gratuità: l'uso dell'immobile è concesso senza alcun corrispettivo economico.
  • Temporaneità: il contratto ha una durata determinata o indeterminata, ma è sempre revocabile dal comodante per giusta causa.
  • Destinazione: l'immobile deve essere destinato all'uso concordato tra le parti.

Stabilito questo, però, rimane ancora aperta un’altra questione. Ossia, quando è possibile ricorrere al contratto di ospitalità gratuita? Sicuramente si tratta di un’opzione perfetta e valutabile quando ci si trova a dover (o voler) ospitare persone come parenti e amici in un momento di difficoltà o per un periodo di vacanza. A questo si aggiunge anche la possibilità di accogliere studenti o professionisti stranieri nell'ambito di programmi di scambio e, non per ultimo, decidere di offrire un alloggio a persone in difficoltà sociale come, ad esempio gli extracomunitari. 

Un contratto dove è evidenziata la parole I Agree, in italiano una conferma di accordo
Pixabay

Come si formalizza il contratto di ospitalità gratuita 

Da un punto di vista strettamente legale non esiste alcun obbligo per la stesura e firma di contatti sul comodato d’uso gratuito. L’accordo, infatti, può avere anche natura verbale. Nonostante questo, però, conviene comunque redigere e sottoscrivere un documento che attesti l’accordo tra le due parti.

In questo modo, infatti, si crea una base chiara e incontrovertibile per delle future o eventuali problematiche tra le persone interessate. In caso, poi, si arrivi ad una vera e propria controversia, rappresenta una documentazione scritta determinante. Stabilita la sua utilità, dunque, ecco gli elementi che il contratto di ospitalità gratuita deve assolutamente contenere per essere formalizzato:

  • Parti contraenti: nome, cognome e dati anagrafici di entrambe le parti.
  • Oggetto del contratto: descrizione dettagliata dell'immobile concesso in comodato con indirizzo e numero dei vani.
  • Durata del comodato: periodo di validità del contratto.
  • Destinazione d'uso: specificare l’uso cui è destinato l'immobile, ossia abitazione, studio o ufficio.
  • Diritti e doveri del comodante: ossia obbligo di consegnare l'immobile in buono stato di manutenzione e il diritto di revocare il comodato per giusta causa.
  • Doveri del comodatario: obbligo di utilizzare l'immobile secondo la destinazione d'uso concordata, di restituirlo nelle stesse condizioni in cui l'ha ricevuto e di pagare le utenze a proprio carico.
  • Spese: la parte in questione è molto importante e deve essere trattata con evidente chiarezza propri evitare incomprensioni future. Per questo motivo è essenziale evidenziare chi sostiene determinate spese come, ad esempio, quelle condominiali e le eventuali di manutenzione straordinaria.
  • Clausola risolutiva espressa: anche in questo caso si tratta di una sezione importante visto che deve evidenziare le condizioni che possono portare alla risoluzione anticipata del contratto come, ad esempio, mancato pagamento delle utenze o deterioramento grave dell'immobile.
  • Foro competente: indicazione del tribunale competente in caso di controversie.
  • Firma delle parti: entrambe le parti devono firmare il contratto.

Comunque sia, prima di firmare un contratto di ospitalità gratuita è sempre consigliabile attestare alcuni particolari come le effettive condizioni dell’immobile e, in modo particolare, dell’efficienza degli elettrodomestici e degli impianti. Non si tratta certo di sfiducia ma di un modo intelligente e pratico per evitare eventuali discussioni tra le parti. 

I documenti necessari per registrare il contratto

Al momento della registrazione è sempre opportuno presentare copia di alcuni documenti che vanno a legittimare ulteriormente l’azione di ospitalità gratuita. Nello specifico si tratta di: 

  • Documenti d'identità: carta d'identità o passaporto di entrambe le parti.
  • Codice fiscale: copia del codice fiscale di comodante e comodatario.
  • Titolo di proprietà: copia dell'atto di proprietà dell'immobile
  • Descrizione dettagliata dell'immobile: indirizzo, numero di vani, planimetria (se disponibile).
  • Inventario dei beni: elenco dei beni presenti nell'immobile al momento della consegna (mobili, elettrodomestici, ecc.).
  • Dichiarazione di conformità degli impianti: certificazione che attesti la conformità degli impianti elettrici e a gas.

Nel caso, poi, una delle parti, in modo particolare il beneficiario del contratto di ospitalità gratuita sia uno straniero potrebbero essere richieste anche il permesso di soggiorno o il visto d’ingresso. 

La grafica mostra una serie di case stilizzate su sfondo blu acceso ed una mano con la lente d'ingrandimento
Pixabay

Come si registra il contratto di ospitalità gratuita?

Per registrare un contratto di comodato d'uso gratuito o ospitalità gratuita ci si deve rivolgere all'Agenzia delle Entrate e, nello specifico, è obbligatorio usare il modello di Registrazione Atti Privati (RAP). Per quanto riguarda le tempistiche, poi, queste variano a seconda del tipo di contratto. Se, ad esempio, questo è stato redatto in forma scritta, si ha tempo fino a trenta giorni dalla stipula. Per quanto riguarda, invece, un accordo verbale, la registrazione è obbligatoria solo se viene menzionato un altro atto che richiede la richiede. In caso contrario si può tranquillamente evitare la procedura.

Quanto costa registrare un contratto di ospitalità?

Ovviamente la registrazione di un contratto di ospitalità gratuita ha un costo o, per meglio dire, è sottoposta ad una imposta di registro sulla locazione fissa. Questa nello specifico ammonta a 200 euro cui si aggiunge un bollo di 16 euro per ogni 4 facciate scritte o ogni 100 righe. Un costo, dunque, assolutamente affrontabile che offre delle garanzie future ad entrambe le parti nel caso in cui ci si trovi coinvolti in un contenzioso. 

Per quanto tempo posso ospitare una persona a casa mia? 

La Corte di Cassazione ha decretato una differenza netta tra ciò che può essere definita come ospitalità e il comodato gratuito. Ospitare una o più persone nella propria abitazione, infatti, è sostanzialmente un atto privato e legale. Per questo motivo non è richiesta alcuna registrazione ufficiale all’Agenzia delle Entrate. 

Nonostante questo, però, è comunque soggetta a degli obblighi di legge. Superati i 30 giorni, infatti, il proprietario deve notificare la presenza dell’ospite alle autorità di Pubblica Sicurezza entro 2 giorni, attraverso una dichiarazione di ospitalità o cessione di fabbricato. Diversa, invece, la gestione per degli ospiti extracomunitari. In questo caso, infatti, la segnalazione è obbligatoria anche per periodi inferiori ai trenta giorni. 

Se, poi, la permanenza si prolunga, diventando abituale, allora l’ospite è tenuto a registrare un cambio di residenza o domicilio presso gli uffici dell’Anagrafe del comune di appartenenza. 

Cosa succede se non si fa la dichiarazione di ospitalità?

La dichiarazione di ospitalità, una volta superati i 30 giorni, è un vero e proprio obbligo legale imposto regolamentato dall’art. 7 della legge d. Igs 286/98. Questo vuol dire, in sostanza, che, in caso di mancato adempimento, è prevista l’applicazione di una sanzione amministrativa di una somma che va da un minimo di 160 euro ad un massimo di 1.100,00. Ricordiamo che la multa viene applicata esattamente dopo 48 ore dallo scadere dei limite dei 30 giorni. 

Il titolare può registrare presso l’Agenzia delle Entrate un contratto che sia già stato firmato in maniera digitale. Idealista offre ai proprietari e agli agenti immobiliari un servizio gratuito per la creazione di contratti di affitto con firma online.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account