Affitto e fitto: due parole che sembrano uguali, ma che nascondono delle sottili differenze. Proviamo a fare chiarezza.
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Cinque case in miniatura dai tetti colorati poste su altrettante pile di monete
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Nel linguaggio comune, i termini "affitto" e "fitto" sono spesso utilizzati entrambi per indicare la concessione temporanea di un bene dietro pagamento di un corrispettivo (prezzo fissato, stabilito). Nello specifico, entrambi i sostantivi sono definiti come un contratto di locazione con cui si cede l’uso di un bene ad altri tramite pagamento di un canone; oltre a questo, poi, sono considerati sinonimo dell’altro. Tuttavia, andando oltre gli aspetti puramente linguistici, esistono alcune distinzioni sia di carattere normativo che di uso comune che li differenziano. Vediamo, dunque, nel dettaglio se si dice affitto o fitto e in quali casi, le eventuali differenze e, soprattutto, come vanno impiegati correttamente nella lingua italiana.

Quale è il significato di affitto?

Per conoscere il significato attribuito al termine affitto è necessario prendere in considerazione una fonte autorevole come, ad esempio, un buon vocabolario. Secondo la definizione, l'affitto è un contratto attraverso il quale il proprietario di un bene, ossia il locatore, lo concede a un'altra persona, detto giuridicamente conduttore o affittuario, per un periodo determinato, in cambio di un pagamento periodico. L’affitto, dunque, è regolato dall’art. 1615 del Codice Civile, e stabilisce che "l’affittuario ha diritto di godere del bene produttivo e di trarne utilità, obbligandosi a corrispondere il canone pattuito".

La caratteristica fondamentale di questa situazione giuridica, infatti, è proprio quella relativa alla produttività, ovvero la capacità di generare reddito o frutti. L'affittuario, oltre a utilizzare il bene, ha anche la responsabile e il dovere di occuparsi della gestione e manutenzione, nel rispetto della destinazione economica e dell'interesse della produzione.

Quali beni possono essere affittati? Stando sempre al Codice Civile e alle norme che regolano l’affitto, si tratta principalmente di beni produttivi, come terreni agricoli, aziende o attività commerciali. Nel linguaggio comune, poi, il termine affitto è spesso usato anche per indicare la locazione di immobili ad uso abitativo, sebbene, tecnicamente, un contratto di locazione sia il termine giuridico corretto per gli immobili residenziali.

affitto di immobile
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Qual è il significato di fitto e i sinonimi?

Con il termine fitto si entra in quella che può essere definita come la categoria di espressioni comuni. Pur entrato di diritto nel vocabolario della lingua italiana, infatti, il termine fitto è usato principalmente come sinonimo di affitto, soprattutto in alcune regioni del Centro-Sud Italia ed in modo colloquiale. In sostanza va a comporre il così detto linguaggio popolare, in cui dire "sto cercando un fitto" equivale a "sto cercando un affitto".

Se, invece, si entra in un campo definito come quello economico, la situazione varia. In questo caso, infatti, il significato di fitto in economia è decisamente più tecnico e riconosciuto dalle normative. Punto di riferimento è l’articolo 1639 del Codice Civile che appunto disciplina il concetto di "fitto”, interpretato come la controprestazione in denaro che un eventuale affittuario deve versare per usufruire del bene produttivo. Quindi, nel contesto giuridico, con fitto si intendono i pagamenti periodici previsti da un contratto di affitto.

Ovviamente, come qualsiasi termine entrato nella lingua italiana, parlata e scritta, si avvale di sinonimi in grado di sostituire il sostantivo nel pieno rispetto del suo significato. Questi, nello specifico sono locazione, noleggio, se riferito a beni mobili, canone d'affitto o, nel caso di terreni agricoli, conduzione a fitto. Tra i meno utilizzati, poi, c’è anche pigione. Questo termine è andato lentamente comparendo nell’utilizzo quotidiano della lingua, ma rimane ammantato di un certo fascino, visto che risuona delle consuetudini di un tempo lontano. 

Contratto di affitto posato su di un tavolo marrone con accanto una casa in miniatura dalla porta rossa
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Come si dice: affitto o fitto?

Considerato quanto detto fino a questo punto, dunque qual è l’espressione giusta da usare tra i due termini? Fitto o affitto? Partendo dal presupposto che entrambi sono giusti, molto dipende dalle occasioni d’uso. Nello specifico è possibile semplificare e categorizzare in questo modo:

  • affitto: è il termine più diffuso a livello nazionale ed è quello corretto da un punto di vista normativo quando si parla di beni produttivi
  • fitto: è più comune nel linguaggio comune e può essere utilizzato come sinonimo colloquiale di "affitto", ma è meno usato nei testi giuridici e formali.

Per concludere, poi, è bene fare una precisazione che riguarda il linguaggio burocratico e legale. In questo caso specifico, infatti, è sempre preferibile utilizzare affitto per i beni produttivi e locazione per gli immobili residenziali.

Quindi, come si dice in italiano: affittasi o fittasi?

Nonostante i vocabolari riportino entrambi i termini, la versione migliore tra affittasi e fittasi, da un punto di vista strettamente linguistica, è la prima. La parola, infatti deriva dal verbo "affittare" e viene impiegata in contesti ufficiali e commerciali per indicare che un immobile è disponibile per la locazione.

D'altra parte, fittasi è una variante più comune e colloquiale, soprattutto in alcune zone specifiche. Sebbene non sia scorretto in senso assoluto, è considerato un termine legato al linguaggio popolare e territoriale evidenziando una minore formalità. Pertanto, in un contesto professionale o in annunci ufficiali, è consigliabile usare "affittasi".

Il titolare può registrare presso l’Agenzia delle Entrate un contratto che sia già stato firmato in maniera digitale. Idealista offre ai proprietari e agli agenti immobiliari un servizio gratuito per la creazione di contratti di affitto con firma online.

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