
Il valore del commercio mondiale si è moltiplicato di quasi cinque volte dal 1995, rimanendo appena al di sotto del picco osservato nel 2022. Se qualche giorno abbiamo analizzato i maggiori esportatori di beni di consumo del pianeta, questo grafico mostra i 30 maggiori importatori del mondo, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Oggi, 10 Paesi rappresentano più della metà delle importazioni totali mondiali, per un valore di 12,4 trilioni di dollari. Dagli Stati Uniti all’India, i principali importatori mondiali sono caratterizzati da economie robuste e ampi mercati di consumo. Anche fattori quali gli investimenti delle imprese, il reddito disponibile e i tassi di cambio svolgono un ruolo importante nel modellare le dinamiche delle importazioni.
Gli Stati Uniti sono il più grande importatore di beni al mondo
Nel 2023, gli Stati Uniti hanno importato beni per 3,2 trilioni di dollari, diventando il più grande importatore a livello globale, grazie alla sua ampia base di consumatori e all’economia avanzata. Spiccano le importazioni di automobili, prodotti elettronici, macchinari industriali e prodotti farmaceutici.
Il Messico è il principale partner commerciale degli Stati Uniti e fornisce molti di questi beni, mentre il Canada è un importante esportatore di petrolio greggio, gas naturale e altre risorse, in attesa dell'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, con la sua promessa di imporre dazi del 25% sui prodotti messicani e canadesi.
La Cina è al secondo posto, importando più petrolio di qualsiasi altra nazione al mondo, principalmente da Arabia Saudita, Russia e Iraq, con oltre 2,5 trilioni di dollari
Tuttavia, a differenza degli Stati Uniti, la Cina ha un significativo surplus commerciale di beni, con le esportazioni che superano le importazioni di oltre 1,3 trilioni di dollari a causa, tra gli altri fattori, di minori costi di produzione e di manodopera e di maggiori risparmi interni. Al terzo posto c'è la Germania, con 1.460 miliardi di dollari, davanti alle altre grandi economie europee.
27 dei primi 30 Paesi hanno visto diminuire i valori delle importazioni annuali, tra cui spiccano i cali di Taiwan (-18%) e Brasile (-14%). Inoltre, se Trump dovesse aumentare le tariffe da lui proposte, il commercio globale potrebbe contrarsi ulteriormente poiché le relazioni economiche saranno sempre più tese.
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