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E' il Canada il paese leader a livello mondiale per la copertura sanitaria essenziale, secondo il rapporto World Health Statistics 2024 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’organizzazione ha classificato 194 paesi basandosi su una selezione di indicatori relativi a preoccupazioni chiave per la salute, come la salute riproduttiva, materna, neonatale e infantile, le malattie infettive, le malattie non trasmissibili e la capacità e l'accesso ai servizi.

L’OMS sta monitorando la copertura sanitaria universale tracciando due indicatori principali a livello globale: la copertura dei servizi sanitari essenziali (SDG 3.8.1) e la mancanza di protezione finanziaria (SDG 3.8.2), definita come la “proporzione della popolazione di un paese con spese domestiche elevate per la salute rispetto al totale delle loro spese domestiche.”

Ciò è volto a sostenere l’obiettivo delle Nazioni Unite di raggiungere la copertura sanitaria universale entro il 2030, il quale include la protezione dai rischi finanziari, l’accesso a servizi sanitari essenziali di qualità e l’accesso a medicinali e vaccini essenziali sicuri, efficaci, di qualità e a prezzi accessibili. Come spiega l’OMS, ciò avviene perché “proteggere le persone dalle conseguenze finanziarie del pagamento dei servizi sanitari di tasca propria riduce il rischio che queste possano cadere in povertà poiché il costo dei servizi e dei trattamenti necessari richiede loro di utilizzare i risparmi di una vita, vendere beni o indebitarsi – distruggendo il loro futuro e spesso anche quello dei loro figli.”

Sebbene questo grafico rifletta solo l’elemento della copertura della CSU (Copertura Sanitaria Universale), esso mette comunque in luce l’entità delle disuguaglianze globali in termini di accesso. Mentre il Canada ha ricevuto un punteggio totale di 91 punti indice su 100, seguito da Islanda, Repubblica di Corea e Singapore, ciascuno con 89 punti, questo contrasta nettamente con i paesi all’estremità opposta dello spettro come il Sud Sudan (34), la Repubblica Centrafricana (32), la Papua Nuova Guinea (30), il Ciad (29) e la Somalia (27).

È inoltre importante notare che, poiché questi dati si concentrano su un livello nazionale, essi nascondono le disuguaglianze regionali all’interno dei paesi e delle comunità. Ad esempio, secondo l’OMS, la copertura dei servizi di salute riproduttiva, materna, infantile e adolescenziale tende ad essere più elevata tra coloro che sono più ricchi, più istruiti e che vivono in aree urbane, specialmente nei paesi a basso reddito, mentre le persone che vivono in famiglie più povere, in aree rurali e in famiglie con membri anziani sono più propense a cadere ulteriormente in povertà a causa delle spese sanitarie a carico.

In termini di monitoraggio delle tendenze globali complessive, i ricercatori dell’OMS evidenziano come i miglioramenti nella copertura dei servizi sanitari si siano stagnati dal 2015, aumentando solo di tre punti indice fino a 68 nel 2019 e rimanendo fermi fino al 2021. Questo equivale a circa 4,5 miliardi di persone che nel 2021 vivevano senza una copertura completa dei servizi sanitari essenziali. Nel frattempo, nel 2019, le spese sanitarie a carico hanno spinto 344 milioni di persone ulteriormente in povertà estrema e 1,3 miliardi in povertà relativa.

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