Commenti: 0
canoneaffittolocalicommercialicomefunziona
canva.com

Il canone d'affitto per i locali commerciali si differenzia dall'importo concordato nei contratti di locazione per immobili ad uso abitativo. 

Infatti, rispetto ai contratti di locazione per uso abitativo, le parti contraenti godono di maggiore libertà nella determinazione del canone per i locali commerciali, senza limiti imposti dalla legge.

Scopriamo insieme come viene stabilito il canone di affitto per locali commerciali, come aggiornarlo e come procedere in caso di mancato adempimento.

Come stabilire il canone affitto locali commerciali

L’importo del canone affitto per locali commerciali non è soggetto a limiti di legge ed è, per questo, lasciato all’autonomia contrattuale di conduttore e locatario. Quest’ultimo, infatti, ha piena facoltà nel chiedere un canone corrispondente al valore di mercato dell’immobile al momento della stipulazione. Se il conduttore accetta la proposta, viene raggiunto un accordo sul canone iniziale.

Tuttavia, se l’importo pattuito può apparire corrispondente al valore di mercato al momento della stipula, con il tempo questo potrebbe non essere più vero. Ecco perché è necessario un aggiornamento del canone di affitto per i locali commerciali che, però, non può essere effettuato tramite clausole di adeguamento del canone di affitto per i locali commerciali, ovvero non può consistere in una rinegoziazione.

Dunque, una volta pattuito l’importo iniziale, le parti possono convenire ad una riduzione del canone di affitto dei locali commerciali per un determinato periodo e per determinate ragioni da specificare nel contratto.

Come si calcona il canone di affitto di un locale commerciale?

Il valore minimo del canone di affitto per un locale commerciale è dato dal 10% del valore catastale dell’immobile.

Generalmente, il canone di locazione viene ridotto del 15% ed è bene che non sia maggiore del 10% del valore dell’immobile rivalutato.

Cosa fare in caso di inadempienza

Secondo la Corte di Cassazione, vige il principio della libera determinazione del canone di affitto dei locali commerciali. In virtù di tale principio, sono legittimi tanto il contratto tramite cui le parti predeterminano il canone, quanto il patto successivo con il quale i contraenti provvedono a stabilire un importo del canone diverso da quello inizialmente pattuito.

Perciò, ne consegue che, in caso di mancato pagamento da parte del conduttore nei confronti del locatario, il conduttore può essere considerato inadempiente e quindi moroso. Il locatore può, di conseguenza, richiedere lo sfratto del locale adibito ad uso commerciale rivolgendosi ad un avvocato che attiverà una procedura specifica.

Dunque, il conduttore moroso dovrà presentarsi in Tribunale per l’udienza in una data fissata almeno 20 giorni dopo la notificazione dell’atto. Spetterà al giudice valutare la gravità dell’inadempimento e decidere se procedere con lo sfratto.

Quanto si paga di tasse e che tasse si pagano per un locale commerciale?

L’aliquota ammonta al 21% e le tasse che si pagano per un locale commerciale sono: Imu, l’imposta sui rifiuti Tari e le imposte sul contratto d’affitto relative al canone di locazione pattuito dalle parti contraenti.

Il titolare può registrare presso l’Agenzia delle Entrate un contratto che sia già stato firmato in maniera digitale. Idealista offre ai proprietari e agli agenti immobiliari un servizio gratuito per la creazione di contratti di affitto con firma online.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account