Il governo vuole colpire chi fa attività d'impresa mascherata da locazione tramite Airbnb
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Tassazione sugli affitti brevi, cosa cambia nel 2020?
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Cambiare le regole per gli affitti brevi. È questo l’obiettivo del governo per il 2020, a dirlo è stato il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini, che ha annunciato l’intenzione di portare la tassazione per chi affitta più di tre case ai livelli che spettano alle imprese.

L’intenzione è proprio quella di “smascherare” chi fa passare come affitti brevi di Airbnb vere e proprie attività di impresa, ma non di penalizzare chi affitta “nello spirito originario di Airbnb”, ovvero mette a disposizione esclusivamente il proprio appartamento.

Nello specifico, il ministro Franceschini ha dichiarato: “Il tema Airbnb va governato in modo intelligente. Il turismo vuole sempre di più diventare ‘esperenziale’ e questo fa sì che le persone apprezzino sempre di più l’idea di essere ospitati in una casa in cui si può capire come vivere all’italiana. Sono forme di turismo interessanti. Ma va regolato”.

La sostanza è chiara, ben vengano gli “host”, purché siano autentici e non imprese sotto mentite spoglie per accedere alle agevolazioni fiscali. Le nuove misure del governo, come ha specificato lo stesso Franceschini, sono lungi dal voler colpire il singolo cittadino che “arrotonda” le sue entrate tramite una casa sfitta.

Discorso diverso, invece, è per chi mette in affitto più case e accede al trattamento fiscale agevolato. Per evitare il proliferare della concorrenza sleale nei confronti degli alberghi, dovrebbe arrivare una norma (contenuta nel disegno di legge collegato sul turismo) che preveda la soglia massima di tre appartamenti in affitto su cui fruire dei vantaggi fiscali. Potrebbe diventate legge da giugno 2020.

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