La situazione a livello di educazione e occupazione dei circa 90 milioni di giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che fanno parte dell’Unione europea è molto differente. Secondo i dati Eurostat, pubblicati in occasione della Giornata Internazionale della Gioventù, nel 2015 la maggior parte dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni studiava, tra i 20 e i 24 anni si divideva tra istruzione e occupazione e tra i 25 e i 29 anni lavorava. Ma c’è anche un’altra realtà, quella dei Neet, coloro che non studiano e non lavorano. Una fetta di popolazione sempre più consistente, soprattutto in Italia.
La percentuale dei cosiddetti Neet aumenta con l’età: nella fascia 15-19 anni si attesta al 6,3%, in quella 20-24 anni è pari al 17,3% e nella fascia 25-29 anni si attesta al 19,7%. In questo quadro emerge un dato significativo per il nostro Paese.
L’Italia, insieme alla Grecia, registra infatti il maggior numero di Neet tra i 20 e i 24 anni. Nel 2015 nel Belpaese la percentuale è stata del 31,1% e nel Paese ellenico del 26,1%. Dal lato opposto l’Olanda, con il 7,2%, e il Lussemburgo, con l’8,8%. A livello europeo, oltre 5 milioni di giovani tra i 20 e i 24 anni (17,3%) nel 2015 non studiavano e non erano neppure in cerca di un’occupazione.
Un altro dato interessante rivela che nell’ultimo decennio in Italia, in particolare, la percentuale dei cosiddetti Neet è notevolmente cresciuta, passando dal 21,6% al 31,1%, si tratta di 9,5 punti percentuali in più.

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