
Per tutti i lavoratori le festività sono delle giornate di riposo assai ambite. Sapere, quindi, che alcuni giorni di festività sono stati soppressi e che ora vengono considerati come normali giornate lavorative non è sicuramente piacevole. Con l’aggiornamento del calendario lavorativo queste ricorrenze civili e religiose non danno più diritto a una giornata di riposo. Ma esiste ancora una possibilità per i lavoratori per essere risarciti di queste mancate festività. Le ex festività soppresse non godute possono essere trasformate in permessi pagati o in effettivo denaro. Di seguito i dettagli su questo diritto appartenente a tutti i lavoratori dipendenti e le informazioni sulle date da segnare.
Cosa si intende per festività soppresse?
Parliamo di festività soppresse o ex festività soppresse facendo riferimento a tutte quelle ricorrenze civili e religiose che non sono più riconosciute come festività nazionali, quindi non dando più diritto a un giorno di riposo. Tuttavia, nel cancellare le ex festività, il legislatore ha stabilito che nelle giornate interessate, se lavorative, il dipendente può maturare un permesso retribuito da utilizzare secondo le modalità concordate dai contratti collettivi nazionali.
Quindi, pur non essendo più riconosciute come giorni in cui si può non andare al lavoro, le ex festività soppresse hanno comunque un peso in busta paga dal momento che possono essere trasformate in permessi retribuiti.

Quali sono le festività soppresse in busta paga?
Quando vengono riconosciute come ex festività soppresse, queste giornate sono convertite in permessi di lavoro retribuiti. Si può, quindi, spendere questi permessi in altre occasioni avendo la stessa validità di una giornata di ferie pagata.
Ad ogni giornata di festività soppressa corrispondono 8 ore di lavoro da concedere come permesso di lavoro retribuito. Quindi, se le ex festività soppresse sono 4, allora il lavoratore avrà diritto a 32 ore di permesso retribuito da poter prendere nell’arco dell’anno lavorativo. I permessi ex festività non fruiti entro l’anno di maturazione decadranno e saranno pagati con la retribuzione di fatto, solitamente in corrispondenza della mensilità di dicembre o gennaio dell’anno successivo.
Quali sono i 4 giorni di festività soppresse?
- 19 marzo, giorno di san Giuseppe;
- giorno dell'Ascensione, che cade 40 giorni dopo la Pasqua;
- celebrazione del Corpus Domini, che cade il giovedì successivo alla festa della Santissima Trinità, a sua volta festeggiata la domenica successiva alla Pentecoste, che cade 49 giorni dopo la Pasqua;
- 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo.
Esistono comunque alcune eccezioni che possono cadere nei giorni di San Giuseppe e dei santi Pietro e Paolo. Infatti, nel caso questi siano i Santi Patroni delle città in cui sono situate le aziende, è possibile che siano allo stesso modo considerate giornate festive.
Quando si possono prendere i giorni di festività soppresse?
Le giornate di riposo relative alle ex festività soppresse pagate possono essere fruite, in tutto o in parte, insieme alle ferie, oppure, anche se disgiuntamente dalle ferie, in tre o più giornate consecutive, segnalandone la fruizione al momento della predisposizione del piano ferie.
Possono essere fruite a giornate singole e in alcune prassi aziendali è possibile anche l’utilizzo a ore, o al massimo in due giornate consecutive, facendone richiesta con congruo preavviso e senza l’obbligo di inserimento nel piano ferie. Queste sono le disposizioni generali che possono modificarsi in caso di accordi migliorativi con la propria azienda.
In aggiunta alle giornate che spettano a titolo di recupero per le ex festività soppresse, viene riconosciuta una giornata di permesso retribuito qualora la ricorrenza delle festività civili (25 aprile, 1° maggio e 2 giugno) cada di domenica. Questo determinerebbe il diritto ad un ulteriore giorno di permesso o al corrispondente compenso economico.

Differenze tra dipendenti pubblici e privati
Sebbene le ex festività soppresse spettino sia a dipendenti pubblici che privati, troviamo una grande differenza. Quando parliamo di dipendenti pubblici l’unico modo per fruire delle ex festività soppresse è tramite le giornate o le ore di permesso retribuito. Questo perché risulta stabilito il divieto della monetizzazione delle ferie non godute dei pubblici dipendenti.
Discorso diverso per i dipendenti privati che possono sia sfruttare le festività soppresse in giornate o ore di permesso retribuite che di tramutare le eventuali ore non fruite in retribuzione di fatto.
Calendario delle festività nel 2024
Infine, come da calendario, le prossime giornate di festa da tenere in conto per l’anno 2024 sono le seguenti:
1 gennaio 2024 | primo giorno dell'anno |
6 gennaio 2024 | giorno dell'Epifania |
1 aprile 2024 | lunedì dopo la domenica di Pasqua |
25 aprile 2024 | Festa della Liberazione |
1 maggio 2024 | Festa dei Lavoratori |
2 giugno 2024 | Festa della Repubblica |
15 agosto 2024 | giorno dell'Assunzione di Maria al cielo |
1 novembre 2024 | giorno di Ognissanti |
8 dicembre 2024 | festa dell'Immacolata Concezione |
25 dicembre 2024 | giorno di Natale |
26 dicembre 2024 | giorno di Santo Stefano |
Quanto riportato circa le festività del 2024 vale sia per i dipendenti privati che pubblici.
per commentare devi effettuare il login con il tuo account