
Tra i momenti più difficili da affrontare troviamo la mancanza di un sostentamento economico. Perdere il lavoro è una delle maggiori cause di problemi finanziari. Per questo motivo è stata istituita la NASPI, che offre l’opportunità al lavoratore licenziato di avere un sostegno economico nell’attesa di trovare una nuova posizione lavorativa e poter prendere nuovamente in mano la propria indipendenza. La NASPI, infatti, è un’agevolazione che permette di continuare a percepire una somma di denaro mensile. Questa indennità di disoccupazione viene in soccorso di tutti quei lavoratori che sono rimasti senza lavoro certo a seguito di un licenziamento. Esistono una nuova procedura per fare la domanda NASPI e dei requisiti per beneficiare di tale contributo, in particolar modo quando parliamo di NASPI e Partita IVA, per questo è sempre meglio consultare un commercialista prima di fare domanda per ricevere l’agevolazione. Ma scopriamo qui nel dettaglio cosa è la NASPI e come fare per accedervi.
Cos’è la NASPI?
NASPI è l’acronimo di Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego, ma viene anche più semplicemente chiamata “indennità per la disoccupazione” o direttamente “disoccupazione”. In sostanza, parliamo dei soldi che vengono dati a coloro che hanno subito un licenziamento o che si sono licenziati per giusta causa, ora in attesa di trovare un’altra occupazione. Questo denaro può essere corrisposto mensilmente fino a un massimo di due anni oppure in un’unica formula anticipata (NASPI anticipata). Nel secondo caso, qualora si perdesse il diritto di disoccupazione sarà necessario restituire l’importo non spettante.
Come viene rilasciata la NASPI?
La NASPI viene rilasciata a seguito di una domanda di disoccupazione NASPI all’INPS, emessa in via telematica direttamente dal sito dell’Ente a cui si potrà accedere tramite credenziali o SPID. La richiesta deve avvenire entro un massimo di 68 giorni dall’interruzione del contratto di lavoro.
Importo e durata della NASPI
Gli importi e la durata dell’indennità di disoccupazione sono molto variabili e fanno diretto riferimento alla storia contributiva del lavoratore beneficiario.
In riferimento all’importo si calcola il 75% della retribuzione media mensile imponibile, ovvero la retribuzione da cui si calcolano i contributi nel caso di un valore pari o inferiore a 1352,19 euro mensili. Se si supera tale cifra, oltre al 75% di 1352,19 euro si aggiunge un altro 25% sulla differenza di retribuzione che si percepiva con il lavoro dipendente.
Parlando invece della durata della NASPI, questa viene percepita per un numero di settimane pari alla metà di quelle percepite negli ultimi 4 anni, quindi fino a un totale di 2 anni.

Requisiti per accedere alla NASPI
Non tutti possono accedere alla NASPI, per questo va fatta molta attenzione a quali sono i requisiti per l’emissione legittima della disoccupazione:
- Disoccupazione involontaria: la NASPI viene emessa solo se il lavoratore ha perso il lavoro da dipendente, ma in modo involontario. Viene considerato infatti il licenziamento avvenuto da parte del datore o dal dipendente nel caso di giusta causa, dove il dipendente è costretto a licenziarsi.
- Requisiti contributivi: è necessario aver accumulato almeno 13 settimane di contribuiti, il cui versamento è a carico del datore, nell’arco di un massimo di 4 anni prima del licenziamento.
- Requisiti lavorativi: possono richiedere la disoccupazione i lavoratori dipendenti di aziende private, di cooperative, gli apprendisti e tutti coloro abbiano un contratto a tempo determinato con la Pubblica Amministrazione. È requisito necessario aver lavorato almeno 30 giorni nell’anno precedente alla richiesta di disoccupazione.
Si può accedere alla NASPI se si ha la Partita IVA?
Sì, è possibile accedere alla NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego) anche se si ha una Partita IVA. Si può dunque generare reddito da un'attività imprenditoriale e allo stesso tempo percepire l'indennità di disoccupazione. Anche in caso di regime forfettario NASPI e Partita Iva risultano compatibili, ma esistono comunque dei requisiti economici da rispettare.
Limiti di reddito con Partita IVA
Nel caso di Partita IVA già aperta bisognerà riferire all’INPS il reddito percepito nell’anno precedente e questo potrebbe comportare delle variazioni sulla somma attribuita con la NASPI:
- Reddito 0 euro: è percepibile il 100% della NASPI
- Reddito tra 1 e 4800 euro: emesso solo il 20% dell’indennità che spetterebbe dal calcolo NASPI
- Reddito superiore a 4800 euro: non spetta alcun importo.

Chi percepisce la NASPI può aprire una Partita IVA?
La risposta è ancora sì. Nell’atto di apertura di Partita IVA sarà tuttavia necessario specificare la stima del reddito presunto che si pensa di ricavare dalla nuova attività. Anche in questo caso, come indicato sopra, l’importo della NASPI varierà a seconda della stima proiettata.
Nel caso dell’apertura di Partita IVA spesso si ricorre alla NASPI anticipata, in modo da avere liquidità in un momento di tensione a livello economico. Ma attenzione: se il reddito percepito sarà superiore alla stima comunicata allora si correrà il rischio di dover restituire l’importo non spettante.
Quando si perde la NASPI?
Sono diversi i casi in cui si perde il diritto di ricevere la NASPI, che vengono elencati qui:
- Scadenza temporale di 2 anni (in qualsiasi caso)
- Sottoscrizione di un nuovo contratto di lavoro subordinato
- Presenza di una fonte di reddito da lavoratore autonomo superiore ai limiti
- Esclusione dalle liste di disoccupazione
- Il raggiungimento dell’età contributiva per il percepimento della pensione.
Nel caso in cui si continuasse a recepire la NASPI senza averne diritto, quindi ai danni dell’ente previdenziale, sono previste una serie di sanzioni. Per evitare tale disagio è necessario comunicare all’INPS ogni variazione della propria situazione lavorativa.
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