
Il 2021 del mercato dei mutui è stato segnato da vari trend, dalle agevolazioni per i mutui casa degli under 36 ai tassi di interesse che iniziano a salire. Come si evolveranno questi scenari e quali sono le previsioni possibili sui mutui 2022? idealista/ news lo ha chiesto agli esperti del settore.
I mutui prima casa under 36 hanno spinto la domanda nel 2021?
“Quello dei mutui under 36 è stato senza dubbio uno dei trend più importanti del 2021, - nota Ivano Cresto, responsabile mutui di Facile.it. - Grazie alle agevolazioni governative e alle proposte lanciate sul mercato da numerosi istituti di credito, i giovani sono diventati una colonna portante per quanto riguarda le richieste di mutuo nel 2021, soprattutto online. Basti pensare che, dal nostro osservatorio, a novembre 2021 la richiesta di finanziamenti per la casa provenienti dai ragazzi con meno di 36 anni era pari al 55% del totale.
“Le novità introdotte dal Decreto Sostegni Bis hanno portato ad un significativo aumento di richieste da parte degli under 36, - aggiunge Nicoletta Papucci, Marketing Manager MutuiOnline.it. – Abbiamo rilevato in generale un passaggio dal 34% del totale delle richieste nel secondo semestre al 45% nell’ultima rilevazione di novembre, con una spinta significativa per i mutui acquisto di prima casa, aumentate del 20% sul totale del mix nello stesso periodo”.
Quali sono stati gli altri trend principali del mercato dei mutui nel 2021?
“Fra i trend del 2021 il mercato immobiliare e, parallelamente, quello creditizio hanno registrato un incremento dei volumi, sicuramente rispetto al 2020 e, molto probabilmente, anche al 2019, - risponde Riccardo Bernardi, CDO di 24MAX. - I tassi si sono mantenuti per tutto l’anno su valori sempre vicini ai minimi storici e con pochissime variazioni grazie all’orientamento espansivo della politica monetaria, con condizioni di finanziamento molto favorevoli. Ciò ha permesso a molti italiani di acquistare un immobile accendendo un mutuo. In generale, si rileva una crescita della domanda di mutui, favorita dalla maggiore fiducia dei consumatori, da migliori prospettive del mercato immobiliare e, come detto, da tassi ai minimi storici”.
Un incremento di domanda che, secondo Ivano Cresto, non è più dovuto alle surroghe. “Se sul fronte dei tassi, le condizioni offerte dalle banche sono state favorevoli, con indici al rialzo solo negli ultimi mesi a causa dell’andamento dell’economia internazionale e dell’inflazione, è stata invece registrata una significativa e fisiologica battuta d’arresto per le richieste di surroga, - spiega. - La gran parte di coloro che potevano ridurre il peso degli interessi lo ha già fatto negli ultimi anni e oggi i tassi, seppur ancora competitivi, non consentono ai mutuatari di abbassare significativamente la rata”.
Il calo delle surroghe, secondo l’Osservatorio MutuiOnline.it, ha visto un passaggio dal 43,4 per cento del totale delle richieste di fine 2020 al 18,4 per cento dello stesso periodo del 2021. “I tassi hanno mostrato una sostanziale tenuta, - evidenzia Papucci, - con il tasso variabile reale registrato su MutuiOnline.it rimasto stabile sotto lo 0,8% e il tasso fisso in leggero aumento (dallo 0,9% di gennaio al 1,1% di novembre) ma sempre a livelli molto più bassi del pre-pandemia”.
Tassi dei mutui, cosa aspettarsi nel 2022?
I tassi dei mutui si sono mostrati in lieve aumento sul finire del 2021; secondo Crif, dallo scorso agosto l’aumento è stato di circa lo 0,30 per cento. Tuttavia , spiega Simone Capecchi, Executive Director di Crif, le ultime rilevazioni della Bussola Crif-MutuiSupermarket evidenziano come la media dei migliori spread di offerta delle banche nel secondo e terzo trimestre 2021 sia rimasta prossima ai livelli minimi di sempre: 0,9% per i mutui a tasso variabile e 0,2% per i mutui a tasso fisso.
“Risulta quindi chiaro, - conclude Capecchi, - che alla luce di un probabile miglioramento delle prospettive economiche e nuovo aumento degli indici IRS, i tassi fissi dei mutui dovranno necessariamente subire un rialzo nel corso dei prossimi mesi. La tempistica e l’entità di tale incremento dipenderanno ad ogni modo da diversi fattori, fra cui l’andamento dei mercati finanziari e i tempi tecnici di adeguamento delle offerte da parte del sistema bancario”.
“Nonostante i rialzi dei tassi fissi le condizioni per chi vuole acquistare casa sono rimaste estremamente favorevoli, - aggiunge però Ivano Cresto di Facile.it. - Anche perché gli istituti di credito hanno spesso controbilanciato gli aumenti dell’IRS andando a ridurre i propri spread. Per capire se il trend al rialzo continuerà anche nei prossimi mesi bisognerà tenere d’occhio l’andamento dell’inflazione anche se, dalla BCE, sono arrivate recentemente rassicurazioni in questo senso. La scelta della Banca Centrale Europea di non annunciare rialzi nei tassi – come invece fatto dalla Federal Reserve negli USA – è segno che le politiche monetarie – e di riflesso gli indici dei mutui – rimarranno favorevoli anche il prossimo anno”.
Resta più cauta Nicoletta Papucci di MutuiOnline.it, per la quale fare previsioni certe non è ancora possibile data la situazione dell’inflazione e della crescita economica, nonché dello sviluppo pandemico. “Se il prossimo anno non presentasse eventi imprevedibili, quali un’accelerazione dell’inflazione, - spiega, - si potrebbe ipotizzare un incremento contenuto dei tassi. Questo aumento vedrà una progressiva riapertura dello spread tra offerte a tasso fisso e variabile, e ci potrebbe riportare a un livello più vicino a quello del pre-COVID (nel 2019 i tassi medi dei mutui a 20 e 30 anni registrati su MutuiOnline.it erano al 1,5% per il tasso fisso e allo 0,9% per il tasso variabile)”.
“Un possibile aumento dei tassi sul mutui nel 2022 è possibile ma probabilmente, date le dichiarazioni di Bce e Fed più recenti, non imminente, - fa eco Stefano Grassi, presidente di Affida. - Un aumento dei costi potrebbe essere legato alla crescita dell’inflazione e da fattori che, data la situazione particolare ed estemporanea che stiamo vivendo, dipendono da molte variabili imprevedibili. Probabilmente tra diversi mesi vedremo una stabilizzazione dei prezzi sostenuta dalla crescita economica; un incremento eccessivo dei tassi in questo senso sarebbe deleterio, perché se l’obbiettivo è appunto la crescita, un ritocco al rialzo dei tassi non è certo d’aiuto. Alle banche un aumento dei tassi farebbe anche comodo, dati i maggiori rendimenti che ne deriverebbero; al momento molte di esse aumentano gli spread. Ma parliamo in ogni caso di tassi che, rispetto a poco più di dieci anni fa, sono davvero bassi. Dopo la crisi del 2008 i mutui toccarono il picco con l’Euribor al 5 per cento e spread dell’1,70 per cento; oggi siamo lontanissimi da quella situazione.
Mutui a tasso fisso o variabile: quale conviene scegliere nel 2022?
“Con l’ aspettativa dell’aumento dell’Irs nei prossimi anni certo la domanda è lecita, - risponde Stefano Grassi. - Al momento il tasso fisso è però ancora molto conveniente, mentre per quanto riguarda il tasso variabile è un punto di domanda. Al momento il mutuo tasso variabile è superconveniente, con tassi sotto zero, ma avanti nel tempo potrebbe non essere pià così. Quindi potrebbe avere senso cercare soluzioni miste con cap, che le banche stanno già proponendo in modo da poter arginare la situazione quando i tassi inizieranno a salire”.
“In generale, - aggiunge Riccardo Bernardi, - prevediamo una preferenza per il tasso fisso, scelta che riflette il clima di fiducia ancora prudenziale che caratterizza lo scenario economico italiano. Per chi si trova di fronte all’accensione di un mutuo della durata media di 20-25 anni, la scelta del fisso assicura un tasso estremamente conveniente per tutta la durata del finanziamento. Il possibile risparmio sul lungo periodo dato dalla scelta del variabile non vale dunque per molti il rischio legato a un possibile futuro innalzamento dei tassi”.
Qual è l’outlook per il mercato dei mutui 2022?
“Tra le previsioni che si possono fare per i mutui nel 2022, sicuramente i giovani continueranno a rappresentare una fetta fondamentale della domanda grazie alle agevolazioni fiscali che rimarranno in vigore ancora per parte del prossimo anno, - risponde Ivano Cresto di Facile.it. - L’inflazione, invece, sarà il sorvegliato speciale del 2022, non solo per le possibili influenze sui tassi dei mutui, ma anche rispetto al potere d’acquisto delle famiglie”.
“Il mondo delle banche è sicuramente propenso a proseguire anche nel 2022 con l’erogazione di mutui su volumi simili al 2021, - aggiunge Riccardo Bernardi di 24MAX. - Siamo fiduciosi in quanto tutte le banche convenzionate con 24MAX hanno confermato i budget per il prossimo anno. Resta comunque alta l’attenzione alla qualità del credito. Altro elemento di criticità potrebbe essere rappresentato dai mutui che sono stati sospesi durante la pandemia e che potrebbero rappresentare un fattore di rischio”.
“Ci aspettiamo che la domanda di mutui e di compravendita di immobili continuerà a crescere nel 2022, - è il parere di Nicoletta Papucci di MutuiOnline,- sostenuta sia dalla convenienza dei tassi a tasso fisso sia dai prezzi medi delle abitazioni in Italia ancora inferiori ai valori medi del 2014 secondo Istat, entrambi effetti che invogliano i consumatori ad acquistare immobili (e quindi sottoscrivere mutui) sia come prima casa, sia come investimento, anche in assenza di alternative interessanti”.
“In attesa dei dati definitivi, ci si aspetta una chiusura di 2021 con una crescita delle erogazioni e una contrazione della domanda di nuovi mutui, l’incremento della domanda di mutui acquisto della prima casa e una decisa frenata delle richieste di mutui surroga, - segnala Guido Bertolino, responsabile Business Development di Mutuisupermarket.it. - Nel prossimo anno, lato erogazioni, potremo aspettarci una lieve contrazione nel primo trimestre, diretta conseguenza del calo della domanda di mutui nella seconda metà del 2021. Lato domanda, i primi mesi del 2021 saranno ancora trainati dalle richieste dei più giovani cui rimangono solo 12 mesi per approfittare dei benefici e delle agevolazioni sui mutui prorogati dalla legge di bilancio. Infine, per il prossimo anno è plausibile aspettarsi tassi sui mutui stabili per almeno tutto il primo semestre grazie alle rassicurazioni della presidente della BCE, la quale non prevede un aumento del costo del denaro per l’intero 2022. Lato offerte, già a gennaio dovrebbe aumentare il panel di gruppi bancari che offriranno mutui a condizioni agevolate per i giovani under 36”.
Nel complesso lo scenario macroeconomico considerato da Crif rimane cautamente ottimistico, ma Simone Capecchi sottolinea un elemento cruciale sarà rappresentato dalla capacità delle istituzioni di attuare nei tempi e nei modi concordati con la Commissione europea gli interventi previsti dal PNRR, con rischi potenziali legati da un lato all’evoluzione della pandemia, dall’altro alle spinte inflazionistiche che potrebbero indurre le famiglie a basso reddito ad avere un atteggiamento cauto.
“In assenza di ulteriori shock, - aggiunge poi il direttore esecutivo di Crif, - la domanda di credito da parte delle famiglie sarà favorita dal consolidamento della ripresa in un quadro di minore incertezza, oltre che da tassi d’interesse ancora contenuti. Sul fronte delle politiche di offerta, la solvibilità della clientela resterà un elemento decisivo, soprattutto nel 2022 quando, in un quadro di generale normalizzazione dell’attività economica, il termine delle moratorie e la riduzione degli interventi di sostegno porterà a un peggioramento della rischiosità rispetto ai minimi rilevati alla fine di settembre, quando per i mutui immobiliari il tasso di default a 90 giorni si attestava allo 0,7%”.
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