
Sono sempre più numerose le misure adottate per garantire la tutela dei proprietari e dei viaggiatori in tutte le questioni che riguardano gli affitti turistici. Per regolamentare tutti gli aspetti necessari, in Italia è stato introdotto il CIN (Codice Identificativo Nazionale). In molti si chiedono in cosa consiste esattamente e come è possibile ottenerlo? Scopriamo insieme tutto quello che c'è da sapere al riguardo.
Introduzione al Codice Identificativo Nazionale
Il Codice Identificativo Nazionale (CIN), introdotto dalla Legge n. 191/2023, recante “Disposizioni in materia di semplificazione e razionalizzazione delle norme sul turismo“ rappresenta una svolta normativa significativa per il settore degli affitti brevi in Italia.
Questa misura è stata introdotta per affrontare vari problemi che affliggono il settore, come l'evasione fiscale, la mancanza di trasparenza, e le questioni di sicurezza legate agli affitti temporanei, particolarmente quelli gestiti tramite piattaforme online come Airbnb e Booking.
Il CIN serve come uno strumento per garantire che tutte le strutture ricettive siano conformi alle leggi vigenti, facilitando un controllo più efficace e permettendo un ambiente di mercato equo e trasparente.
Il CIN e il contesto del mercato degli affitti brevi
Gli affitti brevi hanno visto una crescita esponenziale in Italia, spesso purtroppo sfuggendo alle maglie della regolamentazione tradizionale.
Ciò ha portato a una serie di sfide, inclusa la difficoltà nell'assicurare che i proprietari di immobili rispettino le normative fiscali e di sicurezza.
L'introduzione del CIN mira a ristabilire l'equilibrio nel mercato degli affitti brevi, offrendo strumenti più efficaci per il monitoraggio e la gestione del settore.

Procedura per ottenere il CIN
Ottenere il CIN richiede ai proprietari e gestori del settore di passare attraverso un processo di registrazione definito, che implica la presentazione di una dichiarazione sostitutiva comprendente tutti i dati catastali dell'immobile.
Tale processo è gestito attraverso una piattaforma telematica del Ministero del Turismo, presso il quale bisognerà fornire i dati richiesti e fare una verifica dei requisiti di sicurezza obbligatori nell'immobile, prima di inviare definitivamente la documentazione in attesa dell'assegnazione del codice.
Requisiti specifici per l'assegnazione del CIN
L'assegnazione del CIN non è automatica ma è subordinata al soddisfacimento di diversi requisiti di sicurezza, ed anche alla forma di gestione imprenditoriale o non imprenditoriale.
Gli immobili gestiti in forma imprenditoriale, devono essere dotati di sistemi di sicurezza aggiornati, come rilevatori di gas combustibile e monossido di carbonio, e devono avere estintori facilmente accessibili.
Gli estintori, in concreto, devono essere posizionati in luoghi ben visibilli, ad esemprio vicino agli accessi o nelle aree di maggior pericolo, e deve essere presente un estintore per ogni 200 mq dell'immobile, nonché è obbligatorio sempre almeno un estintore per piano.
Sanzioni per la mancata conformità
Il mancato ottenimento o esposizione del CIN potrebbe portare a severe sanzioni i proprietari e gestori di affitti turistici.
Le multe variano significativamente, evidenziando la serietà con cui il governo intende trattare le infrazioni, tra gli 800 e i 8.000 euro per i locatori privi di CIN, ed anche tra i 500 e i 5.000 euro per la mancata esposizione del CIN negli annunci online e non.

Implementazione e fase sperimentale
La fase sperimentale del CIN, attuata inizialmente in regioni come la Puglia e il Veneto, ha permesso di valutare l'efficacia del sistema e di apportare le necessarie modifiche prima dell'implementazione su scala nazionale.
Questo periodo di prova ha aiutato a identificare le sfide operative e a garantire che il sistema fosse robusto e adatto allo scopo.
Regolamentazione a livello europeo
Il CIN si inserisce in un contesto più ampio di regolamentazioni a livello europeo, che mira alla creazione di una banca dati unificata per migliorare la tracciabilità delle locazioni brevi e ridurre l'informalità del settore.
Il regolamento europeo serve da complemento alle misure nazionali, offrendo un quadro coerente e integrato per la gestione dei servizi di affitto breve in tutta l'Unione Europea.
Conclusioni riguardo il CIN
L'introduzione del Codice Identificativo Nazionale è un passo fondamentale verso la regolamentazione di un settore precedentemente caratterizzato da una certa opacità.
Mentre il CIN porta con sé nuovi obblighi e procedure, offre anche un'opportunità per migliorare la sicurezza, la trasparenza e l'equità nel mercato degli affitti brevi.
La sua piena implementazione è essenziale per garantire che il settore possa continuare a crescere in modo sostenibile, beneficiando proprietari, turisti e comunità locali.
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