
Le nuove norme e la nuova piattaforma per gli affitti brevi potrebbero essere inutili se non affiancate da una seria politica di controlli mirati a far emergere il sommerso. Questa in sintesi l’opinione di Aigab, l’Associazione degli operatori professionali di affitti brevi, a commento dell’introduzione, dal 1 settembre, della Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR). La tutela dei proprietari e dei gestori professionali non va mai dimenticata, sottolinea Aigab.
“Perché le nuove complessità introdotte con la BDSR siano efficaci nella lotta al sommerso, - si legge nella nota di Aigab, -
è necessario che i Comuni a cui sono demandati i controlli si attivino per scovare coloro che promuovono online immobili senza CIN e li sanzionino.
Per fare questo i controlli devono partire dallo screening dei codici sui portali, incrociando i CIN con quelli presenti nella BDSR. Diversamente, vorrebbe dire continuare a controllare chi è già in regola, rendendo inutile la burocrazia e i costi aggiuntivi delle nuove norme”.
Questo il parere dei gestori professionali di alloggi in locazione breve, che del resto ritengono la BDSR un passo avanti per consentire allo Stato di misurare il numero di attività produttive nel mondo ospitalità. Una misura positiva, anche se in qualche modo aggrava la già contorta burocrazia che circonda il settore.
“Non ci dispiace che ci siano un Codice nazionale e un database unico a cui fare riferimento, anche se avremmo preferito che questo sostituisse e non si affiancasse a quelli regionali, - è il parere dei gestori. “In Italia abbiamo 20 normative regionali che continuano a definire nei dettagli (financo nel numero delle forchette consentite in un appartamento) le caratteristiche per poter mettere online una casa. E mentre i Sindaci continuano ad invocare più poteri per limitare il mercato e imputano agli affitti brevi, oltre allo spopolamento dei centri storici anche il cosiddetto overtourism e l’aumento delle tariffe, noi ribadiamo che per il bene di tutti sarebbe meglio fare sistema anziché cercare capri espiatori rispetto a criticità strutturali cristallizzate da decenni”.
Non dispiacciono nemmeno gli alti standard di sicurezza richiesti agli appartamenti in locazione breve, con l’appunto però che in alcuni casi, come per la presenza di estintori e rilevatori di monossido di carbonio, si tratti di standard più onerosi che per le stesse strutture alberghiere che caricano di ulteriori doveri e obblighi un settore per lo più in mano alle famiglie italiane. “Perché queste complessità, che comportano un nuovo costo da sostenere per i proprietari ed un ulteriore carico di burocrazia da smarcare per i property manager, siano efficaci nella lotta al sommerso, sono necessari controlli da parte dei Comuni," osserva Aigab. “Per fare questo
i controlli devono partire dallo screening dei codici sui portali, incrociando i CIN con quelli presenti nella BDSR. Diversamente, vorrebbe dire continuare a controllare chi è già in regola,
rendendo inutile la burocrazia e i costi aggiuntivi delle nuove norme”.
Sarà anche possibile verificare il fatturato dichiarato da ogni proprietario e da ogni imprenditore, incrociando i dati rilevati dall'Agenzia delle Entrate attraverso i flussi ricevuti grazie alla DAC7 entrata in vigore a gennaio. “Crediamo che l’ulteriore passo avanti necessario sia quello di fare in modo che i portali online ricevano il CIN direttamente dalla BDSR per evitare che accada, come oggi con i codici regionali, che i furbi possano inserire nei portali dei codici fittizi potendo promuovere indisturbati i loro immobil”, aggiunge Aigab. “Le sanzioni sono estremamente importanti ma non bastano in assenza di controlli su chi ha sempre lavorato in modo sommerso”.
La sfida per il futuro è quella di mediare tra le diverse esigenze abitative che si configurano in un centro abitato
e vanno dagli affitti residenziali, 4+4 o canone concordato che siano, agli affitti per studenti e lavoratori alle locazioni turistiche, il che, secondo i gestori professionali, richiederebbe un aggiornamento dei contratti tradizionali e una politica organica per la casa per giovani e fuori sede che tuteli tanto gli inquilini quanto i proprietari, senza limitarsi ad indicare turismo e locazioni brevi come il solo fenomeno responsabile di ogni problema.
“Diciamo no a regolamenti comunali arbitrari e lesivi del diritto alla proprietà privata e alla concorrenza”, affermano i gestori.
“Dalle nostre analisi emerge che lo spopolamento dei centri storici dipende dal declino demografico del Paese e che anzi gli affitti brevi abbiano un impatto positivo sulla crescita del numero dei residenti dei centri storici nelle poche città a crescita demografica e in quelle in calo offrono la possibilità di affittare anche ai turisti oltre che con gli strumenti tradizionali. Gli affitti brevi danno anche un ottimo contributo al veloce riallineamento delle tariffe perché si muovono più velocemente (sia verso l'alto che verso il basso) degli affitti 4+4, ovviamente anticipando i trend che dipendono sempre e comunque da dinamiche demografiche e di capacità di attrazione delle città”.
Infine, Aigab auspica una cura da parte del Governo per preservare e valorizzare il patrimonio immobiliare italiano, sollecitando
“un utilizzo efficace degli oltre 800mila immobili in mano pubblica, spesso mal gestiti proprio dai Comuni
ostili agli affitti brevi: in ambito PNRR l'Italia ha l'obiettivo, e i fondi, per costruire circa 60mila posti letto in studentati pubblici che contribuiranno ad affrontare il tema degli studenti fuori sede in costante aumento”.
Tra le altre proposte di Aigab per il rilancio del patrimonio immobiliare italiano,
- l'istituzione di un registro di immobili di proprietà pubblica nazionale, finalizzato a capire se il patrimonio è gestito in modo efficiente, stimolando le autorità locali a mettere a reddito il patrimonio sfitto;
- modifica del contratto di locazione 4+4, accorciando le tempistiche di locazione prevedendo periodi più brevi, garantendo ai proprietari tempi di sgombero in caso di morosità più veloci oppure finanziando un fondo di garanzia per supportare le famiglie bisognose;
- stanziamento di fondi pubblici a sostegno degli affitti di categorie professionali fondamentali (medici, infermieri, insegnanti, forze di polizia) i cui stipendi non sono adeguati al tenore di vita delle città ad alta tensione abitativa (Milano, Firenze, Bologna). Questo fondo potrebbe essere finanziato dalla stessa imposta di soggiorno;
- cessione di credito d'imposta in caso di morosità ai proprietari di immobili a condizione che dimostrino che si sono attivati per sfrattare gli inquilini morosi, tenendo conto che oggi i proprietari in questa situazione pagano imposte su redditi che non percepiscono.
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