
All’alba della nuova stagione estiva, il tema degli appartamenti in affitto breve per le vacanze torna sotto i riflettori. Dall’inizio dell’anno sono in vigore nuove norme sul tema, sia a livello europeo che italiano, e iniziano le sperimentazioni per una banca dati completa degli appartamenti in locazione temporanea, ma ancora molto c’è da fare per l’emersione del “nero” e di varie situazioni irregolari da sanare. L’Associazione Italiana Affitti Brevi (Aigab) fa il punto sul settore, fornendo alcuni dati interessanti e puntualizzando la situazione delle norme in materia.
Le nuove norme sugli affitti brevi
Il 29 febbraio 2024 il Parlamento Europeo ha adottato in via definitiva i nuovi requisiti sulle modalità di raccolta e condivisione dei dati relativi ai servizi di locazione a breve termine. Questo regolamento entrerà in vigore dopo due anni dalla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Parallelamente, la Legge 30 dicembre 2023, n. 213, in vigore dal 1 gennaio 2024, ha introdotto modifiche normative significative per le locazioni brevi a scopo turistico e il regime fiscale applicabile.
Se il nuovo regolamento UE mira a promuovere un’economia delle piattaforme online trasparente e responsabile, proteggendo i consumatori dalle offerte fraudolente, la legge di bilancio italiana ha introdotto nuovi obblighi fiscali per gli operatori negli affitti brevi in forma imprenditoriale. Nonostante queste normative, la regolamentazione dei Property Manager rimane un punto critico.
Al via il test sul database degli affitti brevi
Dalle ore 9 del 3 giugno 2024 parte inoltre il test per l’implementazione di un database completo degli appartamenti in locazione turistica breve. La sperimentazione avrà luogo in Puglia, seguita da Abruzzo e Lombardia.
“Come Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi- AIGAB, che rappresenta gli operatori professionali con le loro aziende protagoniste del mercato delle locazioni turistiche gestite imprenditorialmente, valutiamo con favore l'avvio di una fase di test graduale sull'implementazione della Banca Dati Nazionale delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve e per finalità turistica (BDSR)”, commentano i professionisti del settore. “Vediamo con particolare favore il fatto che i Comuni potranno avere la possibilità di verificare le liste del Ministero in modo da comminare sanzioni ai soggetti che promuoveranno immobili sprovvisti di un CIN. Riteniamo che per combattere l'abusivismo sia fondamentale avere regole omogenee a livello nazionale, semplicità di utilizzo dei software della PA ed evitare il proliferare di regole a livello comunale che risultano spesso essere arbitrarie e lesive del diritto alla proprietà privata e alla concorrenza.”
Il mercato degli affitti brevi in Italia
In Italia, il mercato degli affitti brevi è molto attivo, con il paese che si colloca al terzo posto dopo Stati Uniti e Francia per numero di unità immobiliari proposte in affitto breve su Airbnb. Il Centro studi Aigab (Associazione italiana affitti brevi) ha rilevato che su 35 milioni di appartamenti residenziali nel nostro Paese, sono 9,6 milioni le seconde case non utilizzate, che pesano per il 29 per cento del totale. Di queste solo 640 mila sono poste in affitto breve tramite annunci online: l’1,8 per cento delle case esistenti e il 6,6 per cento delle seconde case non utilizzate.
Si tratta di un potenziale di 2,5 milioni di posti letto, circa la metà dei posti letto nazionali, di cui la stragran parte si trova nelle località di mare, campagna o nei borghi, mentre nelle grandi città il 15 % circa degli immobili risulta vuoto. Questo patrimonio immobiliare si trova per il 96 per cento in mano a proprietari singoli mentre il 25 per cento è gestito da operatori professionali.