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Manovra di Bilancio in dirittura d’arrivo, e con essa arriva anche l’accordo definitivo su una questione spinosa, su cui non sono mancate le polemiche gli scorsi giorni. Parliamo della cedolare secca sugli appartamenti in affitto breve, definita un errore da molti punti di vista sia da Confedilizia che dall’associazione degli operatori extralberghieri Aigab. Oggi l’accordo è stato confermato, ma con alcune modifiche. Vediamo quali.

Cedolare secca al 26% solo dal secondo appartamento in affitto breve

Secondo quanto ha comunicato il vicepremier Antonio Tajani al termine dell’incontro della maggioranza, la cedolare secca per gli affitti brevi resta al 21 per cento. Sale al 26 per cento solo a partire dal secondo appartamento concesso in locazione breve. In questo modo si “media” la posizione, dando la possibilità a chi ha un solo appartamento da affittare d farlo senza aggravi fiscali ulteriori, anche se, per chi ne ha più di uno, il discorso resta il medesimo.

Cedolare secca al 26%, rischio di evasione fiscale

«Il governo ha deciso di accontentare gli albergatori che, in preda a una sorta di ossessione, premono ogni giorno sulla politica affinché introduca misure per ostacolare i proprietari che utilizzano i loro appartamenti per locazioni brevi», ha commentato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia. «Si tratta di una scelta sbagliata e che non porterà un affitto di lunga durata in più (oltre a non garantire maggior gettito). Ciò che accadrà è che aumenteranno ulteriormente i prezzi delle camere d’albergo (già alle stelle), vi sarà qualche casa sfitta in più, si alimenterà il sommerso e i borghi delle nostre aree interne avranno qualche speranza in meno di tornare a vivere».

Cin per le locazioni brevi contro le evasioni fiscali

Tuttavia, per combattere il rischio di evasione, una tra le conseguenze paventate anche da Aigab, viene confermata l’introduzione del Cin, il numero identificativo per le attività di locazione breve da utilizzare anche da parte di chi propone offerte locative su piattaforme on line. Chi ne sarà sprovvisto sarà sanzionato. Si quantifica in un miliardi di euro il possibile provento dell’emersione del sommerso; fondi che saranno utilizzati, dice il Governo, per tagliare le tasse sulla casa.

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