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Sanzione per ritardata comunicazione della risoluzione del contratto di locazione con cedolare secca, i chiarimenti

La risoluzione anticipata del contratto di locazione con cedolare secca deve essere comunicata presentando all’ufficio dove è stato registrato il contratto il modello Rli debitamente compilato. Ma cosa accade se la comunicazione non viene fatta? Si incorre in una sanzione? E, in tal caso, di quale entità? Il chiarimento l’ha fornito il Fisco, rispondendo a un quesito presentato da una contribuente. Ecco quanto precisato
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Proroga della cedolare secca, un chiarimento sull’imposta di registro

Quando si opta per la cedolare secca si paga un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali. Ma nel caso in cui si debba prorogare un contratto di locazione soggetto a questo regime facoltativo, bisogna versare l‘imposta di registro? Una domanda alla quale ha risposto il Fisco, ricordando quanto stabilito in materia
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Codice tributo 1841: cosa si paga, quando e come

Il codice tributo 1841 è uno dei tanti da utilizzare per il versamento, tramite il modello F24, delle somme dovute al fisco a vario titolo. Nel dettaglio, il codice tributo 1841 è adoperato da chi aderisce al regime della cedolare secca, vale a dire la soluzione fiscale che rende più semplice la tassazione sui redditi da locazione
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Risoluzione del contratto di locazione con cedolare secca, i chiarimenti del Fisco sull’imposta di registro

Cosa comporta la risoluzione del contratto di locazione con cedolare secca? È necessario pagare l’imposta di registro? Sul punto è intervenuto il Fisco, che ha fornito specifici chiarimenti e ha precisato cosa accade nel caso in cui si sia scelto il regime opzionale che prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva di Irpef e addizionali per il reddito derivante dall’affitto dell’immobile e l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro e dall’imposta di bollo per registrazioni, risoluzioni e proroghe del contratto
Sanzioni per cedolare secca

Sanzioni per cedolare secca: quanto si paga se si omette nel 730

Quanto si paga per le sanzioni sulla cedolare secca omessa in dichiarazione dei redditi? La cedolare secca è sempre più gettonata anche in ambito immobiliare, ad esempio per gli affitti, perché permette di approfittare di un’imposta sostitutiva all’IRPEF e ottenere altre agevolazioni, come ad esempio l’esenzione dall’imposta di registro e di bollo sulla registrazione, la proroga e la risoluzione del contratto d’affitto. Si tratta di uno strumento nato per contrastare il fenomeno degli affitti in nero, con la loro mancata registrazione e comunicazione nella dichiarazione dei redditi
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Imposta sostitutiva per la cedolare secca, quando si paga

Quando si paga l’imposta sostitutiva per la cedolare secca? Una domanda che può interessare molti contribuenti. A fornire la risposta è il Fisco. Secondo quanto chiarito, per il pagamento dell’imposta sostituiva si devono osservare le stesse scadenze e modalità (saldo e acconto per l’anno successivo) previste per l’Irpef. Vediamo nel dettaglio quanto precisato e le informazioni necessarie per non commettere errori
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Cedolare secca 2024, tutte le informazioni e le ultime novità

La cedolare secca è un regime facoltativo, che consiste nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali. Per fare chiarezza sul tema, l’Agenzia delle Entrate ha realizzato un’infografica dove ha descritto vantaggi e caratteristiche. Uno strumento grazie al quale è possibile capire con facilità per quali immobili è possibile scegliere tale opzione, come registrare l’atto di locazione per fruire di questo regime, quali sono le aliquote previste per le locazioni a seconda che siano ordinarie, a canone concordato o locazioni brevi
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Cedolare secca per le locazioni brevi 2024, da quando considerare l’aliquota al 26%

La legge di Bilancio 2024 ha introdotto alcune importanti novità in tema di cedolare secca per le locazioni brevi. In particolare, secondo quanto disposto, dallo scorso primo gennaio l’aliquota è passata dal 21 al 26 per cento. Attenzione però: la tassazione più elevata riguarda solo la seconda, terza e quarta casa locata. In caso di quinto immobile affittato è invece necessario aprire la partita Iva. Ma da quando bisogna tener conto dell’aumento dell’aliquota? La risposta l’ha fornita il Fisco. Si ricorda, inoltre, che per locazione breve si intende un contratto di locazione per un immobile a uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni
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Affitti brevi e cedolare secca nel 2024, i chiarimenti del Fisco

In tema di affitti brevi e cedolare secca il 2024 ha portato alcune importanti novità. In base a quanto previsto dalla legge di Bilancio, infatti, per le locazioni abitative di durata non superiore a 30 giorni di più appartamenti si applica un’aliquota al 26% a partire dalla seconda abitazione. Nello specifico, la misura riguarda il contratto di affitto della seconda, terza e quarta casa, dalla quinta abitazione bisogna aprire la partita Iva. Per un solo appartamento affittato l’aliquota è ferma al 21%. A fornire ora ulteriori chiarimenti è il Fisco
Cedolare secca 2024

Cedolare secca, cosa cambia nel 2024 e quando si paga

La cedolare secca è un particolare regime di tassazione facoltativo per le locazioni che consente di pagare un'imposta unica che sostituisce Irpef e addizionali locali. Possono aderire a questa agevolazione i cittadini che percepiscano redditi dalla locazione di immobili  e che stiano godendo di diritti reali su questi. L'importante è non affittare l’immobile nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni. Nel 2024 questo particolare regime cambia, con una serie di novità che riguardano soprattutto gli affitti brevi.
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Comunicazione della cedolare secca in caso di subentro degli eredi, alcuni chiarimenti

La Cgt di primo grado di Firenze è intervenuta in merito alla comunicazione della cedolare secca in caso di subentro degli eredi. A partire da quando è possibile esercitare l’opzione per il regime agevolativo? È su questo punto che si è concentrata la sentenza 459/1/2023, trattando il caso di una contribuente che aveva ricevuto per eredità testamentaria un immobile, condotto in locazione. Vediamo quanto precisato
Arredare casa vacanze

Affitti brevi, la cedolare secca aumenta. Ma non per tutti

Manovra di Bilancio in dirittura d’arrivo, e con essa arriva anche l’accordo definitivo su una questione spinosa, su cui non sono mancate le polemiche gli scorsi giorni. Parliamo della cedolare secca sugli appartamenti in affitto breve, definita un errore da molti punti di vista sia da Confedilizia che dall’associazione degli operatori extralberghieri Aigab. Oggi l’accordo è stato confermato, ma con alcune modifiche. Vediamo quali
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Quanto peserà la cedolare secca al 26% per affitti brevi? Le stime di Aigab

Non accenna a diminuire il coro di critiche contro la decisione misura del governo, contenuta in Manovra 2024, di innalzare dal 21 al 26% la cedolare secca per gli affitti brevi. A questo proposito, Aigab (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi) rilancia la sua ferma opposizione contro un intervento che, a suo dire, “impoverisce la classe media per accontentare gli albergatori”. A sostegno di questa tesi ha diffuso delle stime secondo le quali la cedolare al 26% si tradurrebbe in 850 euro di tasse in più per 600mila famiglie
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Nuda proprietà e cedolare secca, i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

In caso di nuda proprietà, se si ha l’intenzione di locare a terzi, si può optare per il regime della cedolare secca? Una domanda ricorrente alla quale il Fisco ha risposto in più occasioni, fornendo importanti chiarimenti. La questione è stata affrontata dall’Agenzia delle Entrate replicando prima a un’istanza e poi alla domanda di un contribuente. Si ricorda che la nuda proprietà è un diritto reale su una casa che non comprende però il diritto di usufrutto; mentre la cedolare secca è un regime facoltativo, che si sostanzia nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali e che può essere scelto dalle persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento
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Cedolare secca per i negozi, le ultime novità 2023 portano alla ribalta i piccoli centri

Si torna a parlare di cedolare secca per i negozi e le ultime novità del 2023 menzionano un’aliquota al 15% per i piccoli centri, ossia i Comuni con meno di 5mila abitanti. L’obiettivo è contrastare lo spopolamento dei borghi. Ad avanzare questa ipotesi è stata la commissione degli esperti sull’Irpef nominata dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, il quale lo scorso marzo, nel corso dell’audizione sulla riforma fiscale nelle commissioni Finanze congiunte di Camera e Senato, aveva detto: “Vorremmo introdurre la cedolare secca sugli immobili commerciali”
Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia

Dall’aumento dei tassi di interesse alla direttiva Ue sulle case green, gli effetti sull'immobiliare

La presidente della Bce ha fatto sapere che, “escludendo un mutamento sostanziale delle prospettive di inflazione”, la Banca centrale europea continuerà ad alzare i tassi a luglio. Parole che hanno di fatto confermato la politica seguita dall’istituto centrale, ma che hanno anche destato preoccupazione. Secondo le previsioni degli analisti, l’aumento dei tassi di interesse proseguirà ancora, traducendosi in un aumento dei mutui a tasso variabile per le situazioni in essere e di quelli a tasso fisso per quelle nuove. Questo cosa comporterà? idealista/news ne ha parlato con il presidente di Confedilizia, soffermandosi anche sul tema della cedolare secca per gli immobili commerciali e della direttiva europea sulle case green. Vediamo dunque cosa sta accadendo al settore immobiliare, tra luci e ombre
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Cedolare secca affitti commerciali, le ultime novità del 2023

Si torna a parlare di cedolare secca sugli affitti commerciali. La scorsa settimana il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, nel corso dell’audizione sulla riforma fiscale nelle commissioni Finanze congiunte di Camera e Senato, ha detto: “Vorremmo introdurre la cedolare secca sugli immobili commerciali”. Del resto, a quanto pare, la tassa piatta piace sempre di più agli italiani. Lo dimostrano i recenti dati diffusi dal Dipartimento delle Finanze, secondo i quali i redditi da fabbricati di immobili affittati e soggetti alla cosiddetta tassazione sostitutiva sono aumentati sia nel caso di cedolare secca al 21% che al 10%
cedolare secca o regime ordinario

Contratto di affitto: meglio la cedolare secca o il regime ordinario?

Quando si redige un contratto di affitto, è richiesto ai contraenti di scegliere il regime di tassazione: le aliquote variabili del regime ordinario o la cedolare secca a sostituzione dell’IRPEF. In base alle caratteristiche dei due regimi, si delineano importanti differenze e vantaggi. È per questo che, in alcuni casi, un’alternativa si rivela essere più conveniente dell’altra. Passiamo in rassegna le caratteristiche principali del regime ordinario e della cedolare secca e scopriamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi legati a questi due regimi fiscali